DONA (Donati, Donato), Antonio
Appartenente al ramo "con le Rose" nacque a Venezia presumibilmente nel 1422 da Andrea di Bartolomeo e dalla sua seconda moglie Camilla, figlia del doge Francesco Foscari. Fu fratello di Francesco, Alvise (sposato alla figlia del procuratore Marino Leoni, savio agli Ordini, "sindico" in Terraferma nel 1475, rettore a Cipro e padre del doge Francesco), Nicolò (uno degli elettori del doge N. Tron) e Gerolamo (nel 1480 consigliere).
"Provato" nel 1440 e dopo una brillante educazione patavina (è annoverato dal Papadopoli fra gli studenti di legge), iniziò ben presto una feconda vita politica. Nel 1441 lo troviamo già uno degli "advocati proprium"; nel '50, '66 e '68 fece parte della Quarantia e nel '56 era capitano di galea. Fu più volte - nel '74, '75, '78 - savio di Terraferma., savio del Consiglio ('79, '80), avogadore di Comun ('76-'78), del Consiglio dei dieci ('75). Nel frattempo svolse missioni all'estero. Del 1469-70 è la carica di ambasciatore in Francia. Nel '70 fu eletto podestà e capitano di Capodistria e nel '71 ambasciatore a Ferrara. Del 1473-74 è la prima ambasceria a Roma, a Sisto IV, rinnovata poi nel '75-'76 e conclusasi splendidamente il 24 marzo '76, quando, dopo solenne e fastosa cerimonia in S. Pietro, Sisto IV lo creò cavaliere e gli consegnò la rosa d'oro per le benemerenze accumulate dalla Repubblica nella lotta contro i Turchi. Nel giugno 1477 gli venne data soddisfazione da Anziani, consoli e gonfaloniere di Giustizia del Comune di Bologna per affari colà svolti. Nel '78 fu uno dei quarantuno elettori del doge Giovanni Mocenigo. Nel '78-'79 fu inviato ambasciatore a Milano e nel '79 ambasciatore a Firenze e Ravenna e provveditore "alle armi". In Ravenna, il 18 dic. '79, pattuiva con Roberto Malatesta, signore di Rimini, la condotta di costui al servizio veneziano e fiorentino in qualità di capitano generale delle milizie terrestri a 60.000 fiorini annui per quattro anni, in cambio della difesa accordata ai territori di Malatesta, come già stipulato in Venezia il 20 marzo di quell'anno. Nell'80, sempre a Ravenna, consegnava il bastone di governatore a Renato II duca di Lorena, assoldato anch'egli dal 10maggio a servizio di Venezia come luogotenente generale; nel medesimo anno fu uno dei tre auditori destinati al Lorena, venuto nella città lagunare. Fra il '78 e l'80 in Toscana, colla carica di provveditore dell'esercito, svolse il suo compito con grande capacità. Nel 1480-81 fu poi podestà di Verona, succedendo a Federico Corner e venendo sostituito da Marino Garzoni; durante il suo rettorato passò per la città, alloggiandovi, il duca di Sassonia diretto a Roma.
E nell'espletamento della carica (lasciata dopo il 1°maggio, quando il Senato lo autorizzava ad abbandonare la podestaria per visitare il fratello gravemente ammalato) alla fine di luglio dell'81 venne a morte; fu sepolto in Venezia il 1°settembre, nella chiesa dei Servi.
Il D. partecipò con fervore al grande movimento culturale che gli si svolgeva attorno. Le fonti, unanimi tutte (solo il Degli Agostini avanza l'ipotesi che autore sia il padre Andrea, ma è lesto a ricredersi parlando di quest'ultimo), gli attribuiscono una Epitome vitarum ducum Venetorum, che arrivava fino al doge Nicolò Marcello. l'opera, un manoscritto indirizzato a Gerolamo Zorzi e che faceva bella mostra di sé fra le carte di Apostolo Zeno (al riguardo cfr. King), venne variamente giudicata dagli storiografi. Lo Zeno e il Degli Agostini gli attribuivano pure la celebre Cronaca detta Veniera, nella quale, tra l'altro, si esaltano le glorie del ramo Donà "con le Rose"; l'attribuzione veniva messa però in forse dal Cicogna. Corrispondente di Leonardo Sanuto e bersaglio di lodi nel suo secolo e nei seguenti, il D. non sfuggi neppure al consueto omaggio di scrittori ed editori: veniva elogiato, ad e s., da CristOforo Persona nella dedica al doge G. Mocenigo della sua versione dell'opera di Origene contro Celso (edita a Roma nel 1481); nel 1480, mentre era a Verona, Ludovico Cendrata gli dedicava il De bello Iudaico di Giuseppe Flavio, uscito pe' tipi di "magistrum Petrum Maufer Gallicum".
Il D. aveva sposato nel 1450 Lucia del fu Bernardo del fu Alvise Balbi, dalla quale aveva avuto tre figlie (rispettivamente maritate a Pietro Michieli, Giacomo Dolfin e Maffeo Soranzo), Bortolo (sposato a Pisana del fu Francesco Pisani e provveditore di galea, annegò nel 1495 nelle acque di Fiandra), Bernardo (deceduto nel 1488), Andrea (podestà a Treviso, capitano a Famagosta, podestà a Verona durante il conflitto contro Massimiliano, governatore di Monopoli, consigliere dei Dieci, morto nel 1542), Marco (mancato nel 1492 in Francia), Agostino e Girolamo.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Miscell. codd., I, Storia ven. 19: M. Barbaro-A.M. Tasca, Arbori..., I, cc. 333, 341; Ibid., Avogaria di Comun, Cronaca matrimoni, c. 49v; Ibid., Indici, 86ter, 1: G. Giomo, Indice per nome di donna dei matrimoni dei patrizi veneti, p. 46; Venezia, Bibl. del Civico Museo Correr, M. Barbaro, Genealogie... (ripr. fot.), III, 2, sub voce Donà; Ibid., Cod. Cicogna 3781: G. Priuli, Pretiosi frutti..., I, c. 253r; Ibid. 3526: G. P. Gasperi, Catalogo della Biblioteca veneta, II, c. 40; Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. Lat. XIV, 267 (4344): L. Sanuto, Epistolae, cc. 7rv, 75rv; Ibid., Mss. It. VII, 16 (8305): G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio..., II, ce. 33r, 38r; Ibid. VII, 156 (8492): M. Barbaro, Libro di nozze patrizie, c. 171; Ibid. VII, 198 (8383): Reggimenti della Repubblica, c. 14v; Ibid. VII, 289 (8641): G. Degli Agostini, Notizie istor. e critiche…, I, c. 101; Ibid. VII, 926 (8595): M. Barbaro, Genealogie…, II, c. 82r; Ibid. VII, 2320 (7250): A. Zeno, La Biblioteca veneta, ad vocem; Ibid. VII, 2321 (7251): Id., Mem. di scrittori veneziani, ad vocem; I Libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, V, Venezia 1901, docc. 97 s., 106, 142 s., Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, a cura di A. Tagliaferri, IX, Podestaria e capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXIX; A. Superbi, Trionfo glorioso d'heroi illustri et eminenti, Venetia 1629, p. 67; F. Sansovino, Venetia città nobilissima..., Venetia 1663, p. 214; L. Moscardo, Historia di Verona, Verona 1668, p. 315; A. Zeno, Prefazione e Vita, in M. C. Sabellico, Istorie veneziane, in Degl'istorici delle cose veneziane I, Venezia 1718, pp. X, XLVI; N. Comneni Papadopoli Historia Gymnasii Patavini, Venetiis 1726, II, p. 22; F. Corner, Ecclesiae Torcellanae antiquis monumentis, Venetiis 1749, X, pp. 168 ss.; XIV, pp. 363 s.; G. Degli Agostini, Istoria degli scrittori veneziani, Venezia 1752, I, p. 81; II, ibid. 1754, pp. 201, 237, 262; E. A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, I, Venezia 1824, p. 43; IV, ibid. 1834, p. 604; M. Foscarini, Della letteratura veneziana, Venezia 1854, p. 267; F. Pintor, Le due ambascerie di B. Bembo a Firenze e le sue relazioni coi Medici, in Studi letterari e linguistici dedicati a P. Rejna, Firenze 1911, pp. 810 s.; P. Paschini, Il carteggio fra il card. Marco Barbo e Giovanni Lorenzi (1481-1490), Città del Vaticano 1948, p. 24; A. Ventura, Bembo, Bernardo, in Diz. biog. d. Italiani, VIII, Roma 1966, p. 105; A. Pertusi, Gli inizi della storiografia umanistica del Quattrocento, in La storiografia veneziana fino al secolo XVI, a cura di A. Pertusi, Firenze 1970, p. 305; J. C. Davis, Una famiglia venez. e la conservazione della ricchezza. I Donà dal '500 al '900, Roma 1980, pp. 25 n. 2, 33, 35 s., 39, 64, 116; M. King, Venetian Humanism in an age of patrician dominance, Princeton 1986, pp. 3655.