DUGONI, Antonio
Nacque a Cividale del Friuli (prov. di Udine) il 1° giugno 1827 da Antonio e da Marianna Grattoni. Essendo la famiglia poverissima, per interessamento del sacerdote e musicista G.B. Candotti riusci a studiare a Udine e dal 1841 frequentò per quattro anni l'accademia di Venezia. Pittore, nel 1845 ottenne il primo premio nell'invenzione storica che gli fruttò un sussidio annuo da parte del Comune di Cividale. Fu allievo di maestri quali L. Lipparini, M. Grigoletti e O. Politi, e tuttavia non riusci a farsi in Venezia una clientela che gli desse sicurezza economica. Secondo il Di Manzano (1884-87), sarebbe stato, a Venezia, restauratore delle collezioni della duchessa di Berry.
Classicismo e accademismo si fondono nel David (1847, Museo d'arte moderna di Ca' Pesaro, Venezia), mentre nella Madonna Addolorata (1847-48; chiesa di S. Pietro in Volti, Cividale) si coglie un'iniziale influenza artistica del Grigoletti, pur mancando al D. l'immediatezza e la spontaneità del maestro. Anche nelle successive opere sacre il D. dimostrò di non essere riuscito a cogliere l'essenza dell'insegnamento del Politi e del Grigoletti e di preferire l'adesione agli insegnamenti accademici, nei quali di volta in volta inseriva recenti e non ancora maturate esperienze puriste o ritorni alla pittura tradizionale.
All'esperienza purista si possono riferire alcune tele della chiesa di S. Antonio a Gemona: Madonna tra s. Elisabetta e Luigi IX di Francia (1861), Beata Vergine (1861), Protomartiri giapponesi (1863) e i cinque medaglioni della cantoria raffiguranti momenti salienti della Vita di s. Antonio (1865-1868). Un chiaro richiamo a G. B. Tiepolo è costituito dal Martirio di s. Floriano (1873-74), nella omonima chiesa a Gagliano (Udine), dove, nella chiesa di S. Maria delle Grazie, si trova la tela Sacra Famiglia e s. Giovanni Battista (non datata). Punto d'arrivo della poetica del D. nell'ambito del soggetto sacro è la Via Crucis, eseguita tra il 1873e il 1874per la chiesa di Valle di Suffumbergo (Udine). In questo, che è l'ultimo suo lavoro d'arte sacra, il D. si ricollega senza mediazioni al movimento primario dei puristi, alla tradizione dell'Angelico e dei primi manieristi toscani. La Deposizione e la Crocifissione sono le due stazioni più riuscite, senza incertezze o incoerenze stilistiche.
Convenzionale e scolasticamente accademico nel genere religioso, il D. diede invece ripetute prove di validità e di maestria nel ritratto, inserendosi direttamente nell'area romantica, prima, romantico-borghese, poi. Egli, pur non avendo conoscenza diretta delle correnti artistiche del momento, approfittò dell'esperienza dei suoi maestri Politi e Grigoletti, che avevano ampliato in senso europeo il loro orizzonte, rivelando inoltre affinità col Lipparini, che aveva poco in comune con le tradizioni venete. Ma il D. trovò spunti e stimoli più congeniali fuori dell'ambito dell'accademia.
In particolare ebbe più stretti contatti con Augusto Tominz, figlio di Giuseppe, come dimostrano il ritratto di Antonietta Wassermann di Toppo (proprietà Colloredo Nievo, Colloredo di Montalbano, Udine; cfr. Tullio Sgrazzutti, 1976, fig. 8), del 1862, o il ritratto di Ermanno Groppo (proprietà famiglia Groppo, Cividale), del 1863 (ibid., fig. 10). Il ritratto della Contessa Maria de Puppi (proprietà conti de Puppi, Moimacco, Udine), del 1863 (ibid., fig. 12), richiama nell'impostazione tutta una serie di ritratti femminili dell'Hayez, la cui pittura è congeniale al D.; il ritratto di Angelina Vianello (Civici Musei, Udine; olio su tela), del 1865, conferma il periodo artisticamente felice. Nel ritratto della Famiglia Cappellari (proprietà famiglia Vidale-Foraboschi, Forni Avoltri, Udine), del 1868, rappresentazione di un interno domestico borghese (cfr. Someda De Marco, 1948), ilD. dimostra la sua abilità nel riprodurre i particolari, indugiando nelle minuzie. Con la clientela piccolo borghese o di recente "arrivata" egli usava il linguaggio pittorico che gli era più consono: quello dove i soggetti si potessero riconoscere completamente (cfr. Tullio Sgrazzuffi, 1976, p. 124).
Sono riconducibili a una produzione più disimpegnata il ritratto di Valentino Baldissera (1871), perduto (prima del terremoto del 1976 si trovava nella Biblioteca civica di Gemona), e i ritratti, incompiuti, del Giovane Indri (1873) e del Giovane Bront (1874), dei quali non si conosce la collocazione (Tullio Sgrazzutti, p. 125). Al genere fotografico appartiene il ritratto di RosaVuga (propr. famiglia Vuga, Rualis, Udine; ibid., fig. 17) del 1873. Altre opere del D., che nel complesso viene definito "buon ritrattista", anche se aspro nel colore e bloccato nei contorni, sono ricordate dal Di Manzano (1884-87).
Dopo un soggiorno a Graz il D. si ammalò e ritornò in Friuli, a Cividale, dove nell'ospizio di S. Maria, il 9 giugno 1874, a soli 47 anni, concluse, vittima dell'alcool e della pazzia, una vita grama e assillata da quotidiani problemi di sopravvivenza.
I suoi lavori sono sparsi un po' in tutto il Friuli; inoltre alcuni disegni e una litografia con il ritratto del canonico Francesco Tomadini sono conservati presso i Civici Musei di Udine. Sono state distrutte o asportate durante la prima guerra mondiale le numerose opere a Cividale (Marioni-Mutinelli, 1958).
Fonti e Bibl.: Cividale, Arch. capitolare, Carteggio intestato a mons. G.B. Candotti (in partic. cfr. le lettere dell'11 dic. 1841; 8 marzo 1842; 21 luglio 1843; 27 maggio 1844; 21 genn. 1846; 29 giugno 1846); M. Saccomanni, Il ristauro della Loggia comunale di Udine e gli artisti friulani, Udine 1878, pp. 30 s.; F. Di Manzano, Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani dal sec. IV al XIX, Udine 1884-87 [rist. anast., Bologna 1966], p. 226; C. Someda De Marco, Cinque secoli di pittura friulana (catal.), Udine 1948, p. 134; Gemona e il suo mandamento, Udine 1958, p. 75; G. Marioni-C. Mutinelli, Guida storico-artistica di Cividale, Udine 1958, pp. 245, 550; L. Tullio Sgrazzutti, in Arte in Friuli. Arte a Trieste, Udine 1976, II, pp. 117-129; G. Bergamini, Cividale del Friuli. L'arte, Udine 1977, p. 153; G. Bergamini-S. Tavano, Storia dell'arte nel Friuli-Venezia Giulia, Udine 1984, p. 531; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 97.