DUSI, Antonio
Sono scarse le notizie biografiche su questo pittore, nato ad Ono Degno (Brescia) nel 1725 (Anelli, 1983, p. 56, n. 1). Studiò pittura con Antonio Paglia e, "una volta inserito nella costellazione varia dei veneti, s'impadronì di un colore vivace e vibrante, predilegendo le suggestioni derivategli dal Pittoni che resta il riferimento più costante" (Begni Redona, 1981).
Solo negli ultimi anni il suo catalogo si è arricchito di un numero di opere sufficiente a dare un'idea, se non completa, almeno soddisfacente delle sue capacità come autore di pale, come ritrattista e come affreschista, segnalate da tutta la critica antica (Carboni, 1760 e 1776; Nicoli Cristiani, 1807; Fenaroli, 1877).
La più antica pala che ci sia pervenuta è la Madonna e santi della chiesa di Sedesina di Bedizzole (1750), in cui lo sfondo di architetture e gli atteggiamenti barocchetti delle tre figure mostrano la già avvenuta fusione tra gli insegnamenti del Paglia e le suggestioni di G.B. Pittoni (Anelli, 1974). Gli accostamenti di rosso, grigio ed azzurro indicano una predilezione iniziale per i toni forti e pieni, che si andrà attenuando fino alle tonalità diafane e pastellate delle opere estreme. Dello stesso anno è pure la pala di Sopraponte, chiesa della frazione di Fostaga; del 1751 è l'Immacolata e santi della chiesa di S. Giuseppe di Brescia, più vivace e più sciolta dell'opera di Sedesina, ma sostanzialmente improntata agli stessi valori del barocchetto locale, con qualche più vivace predilezione per il Pittoni. Del 1754 è il S. Luigi Gonzaga in preghiera della parrocchiale di Collebeato, dai colori schiaritissimi, derivati da A. Balestra, oramai lontano dal colorismo precedente; del 1755 è il Transito di s. Giuseppe nella chiesa di S. Bernardino a Vertova-Sermonte. Si ricordano inoltre un S. Luigi Gonzaga (1770) nella chiesa di S. Lorenzo ad Ome; la delicatissima tela della parrocchiale di Calcinatello (1759) raffigurante la Madonna in trono con s. Francesco e le anime purganti, opera ispirata al Pittoni nelle pose e nelle dimensioni ridotte delle figure, la cui resa raffinata e un po' esangue ci introduce alla maturità del D. (Anelli, 1985), e cioè ai Ss. Carlo, Antonio da Padova, Giuseppe ed Anna della chiesa di S. Maria del Lino a Brescia (da datare verso il 1765.70) e alle Viae Crucis delle parrocchiali di Polaveno e di Puegnago (1775).
A queste opere di sicura datazione si devono aggiungere Ilcavaliere salvato (in un paesaggio di Bonifazio Bracchi) ora al Museo diocesano di Brescia (altro ex-voto con Ilcieco illuminato è andato perduto, cfr. Passamani, 1964); Misteri del Rosario (su rame) attorno alla Madonna (firm. V. Bigani, 1794) della parrocchiale di Dello, i Ss. Elena e Zaccarta di Prevalle di Sopra e L'Annunciazione di S. Maria Elisabetta di Angolo (altra piccola Annunciazione è in collezione privata di Castenedolo). Ancora al Museo diocesano di Brescia il recente restauro (1990) ha rivelato la firma del D. nella tela con S. Diego, e quindi sono da assegnarsi a lui anche le tele più piccole della medesima serie. Nella parrocchiale di Lazise il Magagnato (1969, p. 330) segnalava un S. Martino.
Infine curiosissima ma ancora ignota è la produzione del D. in "bambocciate": uno Sbarco di gatti da un battello (firmato "Dusi fecit") è stato esitato allo Hotel Drouot di Parigi il 2 giugno 1981 (cfr. catal. con riprod., lotto n. 78) ed è passato in successive vendite pubbliche. Opera di notevole qualità, evidentemente eseguita sulla scia di F. Bocchi e di E. Albrizzi, mostra un D. tutt'altro che inesperto in questo particolare "genere", e capace di inserire la bambocciata con gatti giganteschi e nanetti minuscoli nel vasto spazio di un paesaggio con un porto.
La maniera matura del D. è soprattutto evidente nella decorazione (1776) della chiesa dell'Annunciata a Nave, Nnsieme più organico ed unitario della sua produzione che comprende la pala con l'Annunciazione (olio su tela) e gli affreschi con Il sogno di s. Giuseppe, La Madonna in gloria, La Madonna incoronata dalla Ss. Trinità.
La grazia barocchetta, i colori delicati e la fattura veloce e sciolta concorrono in modo efficace a rendere in pittura l'ideale settecentesco e muratoriano della "temperata devozione".
La produzione ritrattistica del D. - peraltro nota solo negli ultimissimi anni - corre su un registro sentimentale e stilistico veramente molto differente da quello delle opere chiesastiche, e si ispira all'arte di A. Cifrondi e di G. Ceruti.
Il Ritratto di Giovanna Grassella (ripr. in Anelli, 1979, fig. 1) è del 1749, quello di BartolomeoGritti (ibid., fig. 2), nella stessa collezione privata, del 1764. Ad essi vanno aggiunti fra gli altri il Ritratto di don Lelio Emili (1768) della parrocchiale di Bedizzole, quello del Conte Guerriero Maria Giuseppe de' Terzi Lana (firmato e datato 1763), quello di Uomo a mezzo busto in giacca grigia (1772), quello di Maria di Collio, tutti in collezioni private (cfr. Anelli, 1979); e quello (condotto anche con l'aiuto della bottega) di Domenico Maestri Faccendini (1769 ca.) della sacrestia della parrocchiale di Calcinato. In collezioni private bresciane sono due ritratti del 1764: Ritratto di Lelio Polini parroco di S. Agata (ripr. in Anelli, 1982; cfr. anche M. Gregori, G. Ceruti, Bergamo 1982, p. 427, n. 22) e - in ovale come il precedente, di cui era pendant - un Ritratto di signora in nero. IlD. ritrasse anche alcuni personaggi illustri: Ilcardinale Angelo Maria Querini, conservato presso l'asilo delle suore di Calvagese (copia con alcune varianti del ritratto eseguito da B. Bono per il broletto di Brescia ed ora in collezione privata); due ritratti di Bartolomeo Ferracina, matematico ed ingegnere della Serenissima Repubblica, entrambi del 1769, l'uno in collezione privata bresciana (firmato e già appartenuto allo storico S. Fenaroli: cfr. Anelli, 1984, pp. 9-23) e l'altro al Museo civico di Bassano (inv. n. 89; attribuito ad Alessandro Longhi, ma identico a quello bresciano). La memoria dell'effigie del Ferracina eseguita dal D. è consegnata anche ad un sonetto edito da Marco Cappello nel 1779 (ripr. in B. Ferracina, 1978, p. 85), molto elogiativo delle capacità ritrattistiche del Dusi. Inoltre nella Galleria dell'ospedale civile di Brescia il Ritratto di Achille Rozzoni (1761) indica stilisticamente la pittura del Dusi.
Sia i ritratti privati sia quelli pubblici del D. mostrano una pennellata vivace e un'attenzione al dato umano ed alla resa realistica; si tratta di un'adesione criticamente consapevole alla pittura bresciana dal vero. Alcuni critici (Nicodemi, 1921, Begni Redona, 1981) gli attribuiscono un disegno, L'arcangelo Michele, proveniente dalla raccolta Querini, presso la Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia.
Il D. mori il 5 febbr. 1776 (Carboni, 1776) a Brescia, dove fu sepolto nella chiesa di S. Faustino, lasciando, tra gli altri, due allievi di notevole merito: Ludovico Gallina e Sante Cattaneo.
Fonti e Bibl.: G. B. Carboni, Le scelte pitture di Brescia, Brescia 1760, ad Indicem; Id., Notizie istoriche delli pittori, scultori ed architetti bresciani [1776], a cura di C. Boselli, Brescia 1962, pp. 18, 26; F. Nicoli Cristiani. Della vita e delle opere di Lattanzio Gambara…, Brescia 1807, p. 155; P. Brognoli, Nuova guida per la città di Brescia, Brescia 1826, p. 196; A. Sala, Pitture ed altri oggetti di belle arti di Brescia, Brescia 1834, p. 104; F. Odorici, Guida di Brescia rapporto alle arti, Brescia 1853, ad Indicem; S. Fenaroli, Dizionario degli artisti bresciani, Brescia 1877, p. 117; P. Da Ponte, Esposizione della pittura bresciana, Brescia 1878, p. 52; G. Nicodemi, Idisegni della Pinacoteca Tosio e Martinengo, Brescia 1921, p. 10; L. F. Fè d'Ostiani, Storia tradizione ed arte per le vie di Brescia, Brescia 1927, ad Indicem; Catalogo degli oggetti d'arte e d'antichità d'Italia, A. Pinetti, Bergamo, Roma 1931, ad Indicem; E. Calabi, La pittura a Brescia nel '600 e nel '700, Brescia 1935, pp. 37 s.; Catalogo delle cose d'arte e d'antichità d'Italia, A. Morassi, Brescia, Roma 1939, pp. 291, 357, 514; G. Panazza-C. Boselli, Pitture in Brescia dal '200 all'800, Brescia 1946, p. 170; B. Passamani, La pittura nei secc. XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, Brescia 1964, pp. 645s.; L. Magagnato, in Illago di Garda…, Brescia 1969, p. 330; L. Anelli, Schede bresciane per Stefano Viviani, A. D., il Bagnatore, Antonio Gandino, il Cossali, in Arte lombarda, XIX (1974), pp. 93, 99, nn. 10-12; B. Ferracina, a cura di F. Rigon-G. Vinco da Sesso, Solagna 1978, pp. 85, 203s.; L. Magagnato-B. Passamani, Il Museo civico di Bassano del Grappa, Vicenza 1978, pp. 71 s. (con ulteriore bibl.); R. Prestini, Storia e arte nel convento di S. Giuseppe in Brescia, Bornato 1978, pp. 112 s.; L. Anelli, Postille ad A. D.: il ritratto, in Commentari dell'Ateneo di Brescia, CLXXVIII (1979), pp. 257-265; L. Pagnoni, Chiese parrocchiali bergamasche, Bergamo 1979, p. 343; P. V. Begni Redona, in Brescia pittorica 1700-1760: l'immagine del sacro, a cura di B. Passamani, Brescia 1981, pp. 171-174; L. Anelli, ibid., p. 199; Id., Alcuni aspetti del ritratto bresciano nella prima metà del Settecento…, in Cultura religione e politica nell'età di A. M. Querini, a cura di M. Pegrari, Brescia 1982, pp. 271-284; Id., Le grandi pale di Nave, Brescia 1983, pp. 50-56 (con ulteriore bibl.); Id., Calcinato restaura, Brescia 1984, pp. 9-23, 37 s.; Id., Una Madonnina di A. D. a Calcinatello, in Brixia sacra, XX (1985), pp. 180 ss.; Bergamo. Restauri 1982. Contributi allo studio del territorio bergamasco, a cura di P. Venturoli, I, Bergamo 1985, p. 131; E. M. Guzzo, Osservazioni sul patrimonio artistico di Calcinato, in Brixia sacra, XXII (1987), 1-4, pp. 78-82; M. Carminati, in La pittura in Italia. Il Settecento, II, Milano 1990, pp. 706 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 228.
L. Anelli