ECLISSI (Eclisse), Antonio
Molto scarse sono le informazioni biografiche rimasteci di questo pittore e disegnatore attivo a Roma, di cui si ignorano gli estremi anagrafici. Gli si possono riferire solo notizie concernenti un periodo piuttosto breve, sotto il pontificato di Urbano VIII, dal 1627 al 1640; proprio da parte della famiglia Barberini che rappresenta il principale punto di riferimento nell'opera dell'E., sono documentate varie commissioni.
Fu soprattutto il cardinal nepote Francesco a valersi dell'artista per lavori diversi. Spiccano fra gli incarichi i rilievi sulla Roma paleocristiana e medievale, allogati in vista della costituzione di un repertorio di immagini, le cui caratteristiche rappresentano un parallelo del celebre Museum Chartaceum di Cassiano Dal Pozzo. Non a caso, del resto, proprio nella raccolta di quest'ultimo, conservata a Windsor, si trovano molti disegni tradizionalmente attribuiti all'E., a partire dal Morey (1915).
Questi ha indicato come termini post ed ante quem, per i lavori commissionati da Cassiano Dal Pozzo le date del papato di Urbano VIII (1623-1644), non allargando di molto la cronologia già indicata. R immaginabile, ma solo in via ipotetica, una loro esecuzione verso la metà degli anni Venti; tuttavia è quantomeno rischioso sottoscrivere con certezza l'autografia dell'E. per tutto il suddetto corpus. Risultano poco giustificate le varie attribuzioni basate su dati di stile, poiché si riferiscono ad opere di genere copistico di modesta qualità esecutiva. In quel catalogo si avverte, anzi, una certa disomogeneità, che potrebbe essere spiegata con la collaborazione di personalità diverse, quantunque sempre caratterizzate da limitate capacità.
L'attività dell'E. per il Barberini va messa però in relazione soprattutto con iniziative di restauro particolarmente importanti sotto il profilo storico.
Fra le copie eseguite dall'E. si devono ricordare quelle degli affreschi e dei mosaici medievali nelle chiese romane di S. Urbano alla Caffarella (Williamson, 1987), S. Cecilia, S. Sebastianello, Ss. Vincenzo e Anastasio (Tre Fontane), S. Lorenzo fuori le Mura (Basile-ParisSerangeli, 1988) e S. Maria in Trastevere (Waedzoldt, 1964), l'esecuzione delle quali copre l'arco del decennio 1630-40 (Bibl. ap. Vaticana, Barb. lat. 4402-08; Barb. lat. 5408; Vat. lat. 9071); e quelle delle porte bronzee di S. Paolo fuori le Mura, ritratte a monocromo verde (Barb. lat. 4378, codice che reca la data 1634 e fu realizzato per Francesco Barberini; Matthiae, 1971; Bloch, 1986).
Si tratta di una produzione caratterizzata prevalentemente da disegni acquerellati che, pur non denunciando una fedeltà all'originale sempre affidabile, costituisce uno strumento utile specialmente per le indagini sulla Roma medievale. L'attenzione, anche se relativa, ai dati conservativi e l'interesse per le principali tendenze del gusto collezionistico coevo sono gli elementi di maggiore spicco nel quadro generale dell'attività dell'Eclissi.
Quasi sicuramente vanno ricondotte allo stesso artista anche altre commissioni barberiniane riferite da Lavin Aronberg (1975), forse per un errore di lettura, a un Silvestro Eclisse (una personalità con questo nome di battesimo non compare in alcuno dei documenti noti, né risulta altrove). Tali pagamenti riguardano: disegni (aprile 1627), due dipinti raffiguranti cavalli della famiglia (novembre 1630) e un ritratto a mezza figura di Ser Gerolamo Aleandri, paludato con "zimarra" (giugno 1631). Ma è da credere che la discreta posizione occupata dall'E. presso l'ambiente della potente famiglia si debba solo in parte a tali lavori di pittura. La sua funzione più apprezzata fu, con ogni probabilità, proprio quella di copista specializzato. E questo un fatto ribadito anche dall'incarico assegnatogli da Urbano VIII (6 luglio 1633 e 7 luglio 1634) per la realizzazione di diversi "quadri" in grande formato, riproducenti gli arazzi di Raffaello. Allo stesso pontefice risale pure l'allogazione di un S. Stefano, destinato ai mezzanini della basilica di S. Pietro, e altri dipinti non specificati (Pollack, 1930).
Bibl.: C. R. Morey, Lost mosaics and frescoes of Rome of the Medieval period, Princeton 1915, passim; O. Pollack, Die Künsttätigkeit unter Urban VIII., Wien 1930, p. 385, figg. 392, 395; G. Previtali, La fortuna dei primitivi, Torino 1964, pp. 37, 41; S. Waetzoldt, Die Kopien des 17 Jahrhundert nach Mosaiken und Wandinalereien in Rom, Wien 1964, pp. 17, 20 s.; G. Matthiae, Le porte bronzee bizantine in Italia, Roma 1971, p. 73; M. Lavin Aronberg, Seventeenth Century Barberini documents and inventories of art, New York 1975, pp. 965 s., 433 s.; H. Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, Roma 1986, I, p. 148; P. Williamson, Notes on the wall-paintings in S. Urbano alla Caffarella, in Papers of the British School at Rome, V (1987), pp. 223-28; G. Basile-M. B. Paris-G. Serangeli, Il restauro degli affreschi del portico di S. Lorenzo fuori le Mura, in Arte medievale, II (1988), 2, pp. 205, 217, 219, 220 n. 18, 228; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 332.