ENRÍQUEZ GÓMEZ, Antonio
Scrittore spagnolo, nato non si sa bene se a Cuenca o a Segovia dopo il 1600, morto poco dopo il 1660 in Amsterdam. Giudeo convertito, si chiamava Enrique Enríquez de Paz. Verso il 1636, cambiando nome, si rifugiò in Francia, dove godé la protezione di Luigi XIII che lo nominò suo segretario e maggiordomo. Dopo il 1656 passò in Amsterdam. Scrittore fecondo, oltre ad opere di minore importanza, compose ventidue commedie, di cui le migliori sono Celos no ofenden al Sol e A lo que obliga el honor; due mediocri poemi e una miscellanea Las Academias morales de las Musas. L'opera sua principale è El Siglo pitagorico (Ruan 1644).
Prendendo a fondamento l'idea pitagorica della metempsicosi e sostituendola al solito pícaro che serve molti padroni, egli immagina di far passare il suo protagonista successivamente in tredici corpi soggetti a differenti vizî, e infine in quello d'un uomo virtuoso, dando così, in prosa e in versi, una vivace e satirica rappresentazione dei costumi contemporanei. A questo romanzo, d'intonazione lucianesca, egli annodò poco felicemente la Vida de D. Gregorio Guadaña, un racconto picaresco che resta a grande distanza dal Buscón e dal Guzmán da lui imitati. Le opere in Bibl. de Aut. Esp., XXXIII, XLII, XLVII.
Bibl.: J. Amador de los Ríos, Estudios sobre lo judíos de España, Madrid 1848, pp. 569-617; M. Menéndez y Pelayo, Historia de los heterodoxos esp., 2ª ed., Madrid 1911-1918, II, p. 611 segg.