FERRARI, Antonio
Nacque a Bologna il 12 ott. 1859 da Luigi e da Giustina Romagnoli. Terminati gli studi frequentò la scuola delle miniere dell'università di Liegi dalla quale uscì ingegnere minerario. In tale veste entrò nella carriera del corpo reale delle miniere e fu destinato prima a Caltanissetta, in seguito a Girgenti (attuale Agrigento) e a Bologna. Infine nel 1896 venne trasferito a Iglesias, città capoluogo del più vasto circondario minerario nazionale.
Negli anni dal 1893 al 1897 le industrie estrattive sarde vissero un periodo di crisi dovuto alla completa dipendenza dal mercato mondiale di piombo, zinco e argento, metalli generalmente associati nei giacimenti minerari. Notevolissima fu, inoltre, la ripercussione della improvvisa immissione nel mercato delle produzioni australiane. Molte miniere interruppero la produzione, altre concentrarono le coltivazioni nelle zone più ricche. Si sentiva ovunque la necessità di affinare le tecnologie per migliorare la competitività. Fu in tali circostanze che il F. accettò la direzione delle miniere di Cabitza, Campéra e Monte Scorra del gruppo Iglesias della Società francese di Malfidano, con sede a Parigi, la prima che aveva prodotto a basso costo i minerali calaminari di zinco.
Proprio nel 1896 nacque, ad Iglesias l'Associazione mineraria sarda (AMS) ad opera di un gruppo di ingegneri dirigenti delle aziende, del corpo miniere e di professori della Scuola mineraria d'Iglesias, fra i quali E. Ferraris, R. Cattaneo, G. Asproni, che ne fu il primo presidente. Il F. vi aderì subito e portò nelle riunioni mensili il suo bagaglio di conoscenze formatosi anche grazie alle sue numerose missioni con compiti ispettivi da lui svolte. Le sue segnalazioni e i suoi consigli, in particolare sul proseguimento delle ricerche nei filoni di contatto dei minerali d'antimonio del Gerrei (Sardegna sudorientale), sul minerale di mercurio di Pira Roma e di rame di Planu Dentis (Iglesiente), comparvero allora nelle pubblicazioni dell'Associazione. L'anno seguente divenne direttore, sempre nella stessa Società, delle miniere di Malfidano presso il borgo minerario di Buggerru. Le sue capacità e il suo spirito di iniziativa vennero unanimemente riconosciute con l'elezione - nel 1900 - a presidente della AMS. Sotto la sua presidenza vennero discussi progetti di vasto respiro per quei tempi, quali il potenziamento della produzione dell'energia elettrica, sia di origine termica con la costruzione di una centrale a Porto Vesme, sia idraulica con lo sbarramento del fiume Tirso in collegamento con un imbrigliamento delle piene e con una bonifica dell'Oristanese. Successivamente tali progetti vennero realizzati e portarono un notevole incremento allo sviluppo della Sardegna meridionale.
Il F. promosse lo studio e avviò a risoluzione altri numerosi problemi relativi alle leggi sugli esplosivi, di cui era profondo conoscitore, sul regime doganale dei minerali, sulla Scuola mineraria d'Iglesias, su una proposta di zona franca nel porto di Cagliari per i materiali in transito e sulla stampa delle carte topografiche dell'Iglesiente, uniche in tutta l'Italia nella scala di 1:10.000: attività tutte documentate nella sua relazione consuntiva del suo anno di presidenza.
In seguito si trasferì a Cagliari, ove intrattenne relazioni con varie aziende ed enti interessati alla distribuzione e alla fabbricazione di materiali per le miniere; esercitò la consulenza come "ingegnere di miniere" e si interessò anche alla pubblica amministrazione venendo eletto membro del Consiglio provinciale. Non interruppe tuttavia la sua collaborazione con l'AMS tanto che nel 1917 venne nuovamente eletto presidente.
Dopo il periodo cagliaritano, nel corso del quale la sua attività aveva dato un importante contributo alle industrie estrattive facilitando in modo determinante l'approvvigionamento dei minerali essenziali per la vita delle miniere, il F. si stabilì a Milano per assumere la direzione delle attività minerarie della Società esplodenti. Inoltre insegnò varie discipline minerarie alla Scuola superiore per ingegneri di Milano e pubblicò alcuni testi didattici: lezioni di miniere, trattati di metallurgia e di siderurgia e il primo trattato italiano di arte mineraria edito da Hoepli.
Morì a Milano il 9 febbr. 1940.
Opere: Sulla regione antimonifera del Gerrei, in Resoconti delle riunioni della Associazione mineraria sarda, II (1897), 3, p. 3; 4, pp. 8-11, Iglesias; Crinoidi silurici di Planu Dentis, ibid., III (1808), 6, p. 7; Associazione di blenda e cinabro in un filone della regione Monte Anna (miniera di Pira Roma), ibid., V (1900), 5, p. 7; Su un minerale cuprifero della miniera di Planu Dentis, ibid., 7, p. 3; Frattura nel metallifero di Caitas Buggerru, ibid., VII (1902), 4, pp. 34; Coltivazione dei piccoli giacimenti (miniere Mortuoi e Planu Sartu), ibid., XV (1910), 3, pp. 15-17; 4, pp. 7 s.; L'Associazione mineraria sarda, in La Miniera italiana, I (1917), 4, pp. 153 ss.; La coltivazione dei combustibili fossili in rapporto alla disponibilità del sottosuolo, ibid., III (1919), 11-12, pp. 390-416; Introduzione al corso di lezioni di "miniere" dell'ing. Serralunga, Milano 1924; Principi di metallurgia generale e siderurgia, ibid. 1924; Arte mineraria, ibid. 1926; Complementi alle lezioni di metallurgia e siderurgia, ibid. 1927-28.
Fonti e Bibl.: Numerosi documenti sull'attività del F. sono conservati nell'Archivio e nella Biblioteca dell'Ass. mineraria sarda di Iglesias. Si veda anche il necrologio di L. Testa, in Resoconti delle riunioni della Associazione mineraria sarda, XLV (1940), 2, p. 6. Notizie utili sono reperibili anche ibid., Verbali, I (1896), 5, pp. 1-5; 6, pp. 2, 8 s.; 7, pp. 7 s.; II (1897), 1, pp. 9 s., 16; 2, pp. 3 s.; III (1898), 4, pp. 4-6; 5, pp. 1-4; U. Cappa, Relazione della gita fatta alla miniera Su Suergiu nei giorni 11, 12e 13maggio 1897, ibid., II (1897), 5, p. 5.