FERRIGNO, Antonio
Nacque a Maiori (Salerno) il 22 dic. 1863 da Vincenzo e Maria Giuseppa Pisani. Dapprima autodidatta, ebbe poi come maestro G. Di Chirico, pittore lucano trasferitosi a Napoli, che lo accolse nel suo studio per qualche tempo ed incoraggiò la sua predisposizione artistica, orientandola verso un utilizzo del colore denso e pastoso ed un segno scomposto e nervoso.
Grazie ad una borsa di studio concessagli dalla Provincia di Salerno, si iscrisse, non ancora diciannovenne, all'istituto di belle arti di Napoli, ove frequentò la classe dei frammenti, diretta da S. Lista. Alla fine dell'anno scolastico 1881-82 conseguì una menzione onorevole e due anni dopo un premio in denaro per l'arte decorativa. Nel 1884 affrontò la pittura ad olio, vincendo una medaglia d'argento e un altro premio in denaro per una mezza figura (Giannelli, 1916).
Esordì a Napoli nel 1882 all'Esposizione della Società promotrice "Salvator Rosa" con l'opera La mia pace (ibid., p. 245) e continuò ad esporre nelle edizioni successive, quasi ininterrottamente, fino al 1914.
In quella del 1883 l'olio Un vecchio sergente fu acquistato dal Banco di Napoli, al quale tuttora appartiene, mentre il quadro Durante la dimora del Barone (ibid.), esposto nel 1885, diventò proprietà del principe di Satriano G. Filangieri. Nel 1887 Sole di marzo fu acquistato dal Municipio di Napoli; nel 1890 A sera venne scelto dal re Umberto I per la Galleria nazionale di Capodimonte; nel 1911 L'inverno a San Remo fu comprato dal duca d'Aosta. Tra il 1887 e il 1893 il F. partecipò anche a manifestazioni di carattere nazionale: nel 1887 prese parte all'Esposizione nazionale artistica di Venezia con l'opera Musica settimanale; l'anno successivo inviò i quadri Marina di Maiori e Frate mendicante all'Esposizione italiana di Londra; nel 1891 a Milano espose Le lavandaie alla prima Triennale della Reale Accademia di belle arti di Brera e Alfiume e Maiori all'Esposizione nazionale che si inaugurò a Palermo nello stesso anno; nel 1892 partecipò con Lavandaie al fiume di Napoli all'Esposizione italo-americana per il quarto centenario colombiano, che si tenne a Genova.
Nel 1893 si traferì in Brasile. Ben presto il suo nome divenne popolare a San Paolo, dove si stabilì definitivamente dopo una breve peregrinazione. I suoi quadri erano molto richiesti dalle gallerie private e lo stesso governo dello Stato di San Paolo volle arricchire la Pinacoteca di Stato con il dipinto ad olio di grandi dimensioni Mulata quitandeira, che tuttora vi è custodito insieme con un altro quadro ad olio intitolato Rua 25 de Março.
Eseguì ed espose quadri di genere, paesaggi e marine: al 1900 risale la personale svoltasi nella galleria Webendoerfer; nel 1902 è presente nella collettiva di belle arti e arti industriali, della cui commissione artistica faceva parte; nel 1903 realizzò una mostra di pittura nella sede del giornale OTempo; nel 1904 alcune sue opere apparvero nella collettiva della Esposizione preparatoria; nel 1905 espose nel Club internazionale di San Paolo e nella strada Quinze de Novembro.
Incaricato dal governo italiano, dipinse un ciclo di tele illustranti la storia del caffè nelle sue varie fasi di coltura e lavorazione (Guidoni, 1907-1908, figg. pp. 302-304). Tali quadri ottennero un grande successo all'Esposizione universale di Saint Louis nel 1904 (Thieme-Becker).
Tornato in patria nel 1905, fissò la sua dimora a Salerno, riprendendo con grande impegno l'attività artistica. Dalla metà degli anni Dieci si dedicò all'insegnamento del disegno nella scuola tecnica. Nel 1915 fu tra gli organizzatori di una mostra-lotteria, il cui ricavato venne devoluto agli orfani del terremoto che aveva colpito l'Abruzzo. Nel 1921 partecipò al concorso per la realizzazione del Monumento ai caduti a Maiori, mentre nel 1922 si fece promotore, sempre nella città natale, di una scuola di arte e mestieri.
Alla prima Mostra d'arte degli artisti salernitani del 1927 espose sessantaquattro opere, tra le quali Allo specchio, Viale, In cantiere, quest'ultimo nella collezione del Circolo dei forestieri a Maiori, e due tele raffiguranti giardini tropicali, attribuiti al soggiorno brasiliano (collez. Di Marino, Cava dei Tirreni). Dal 1933 fu presente a tutte le manifestazioni artistiche di Salerno, dalla II Mostra salernitana d'arte di quell'anno, nella quale espose otto dipinti, tra cui Giardino e Viale delle Rose, alla prima Mostra d'arte della tavoletta del 1934, alla prima Mostra d'arte del 1935 a Positano, all'esposizione organizzata nel 1937 dal Sindacato provinciale fascista di belle arti.
Il F. morì a Salerno il 12 nov. 1940.
Pittore di paesaggi e di figura, si dimostra sensibile alla problematica sociale e orientato alla rappresentazione della condizione degli umili e dei proletari. I suoi quadri sono animati da suggestivi effetti chiaroscurali e cromatici, che rivelano l'assoluta padronanza dell'artista nella resa dei contrasti e dei giochi di luce. Oltre alle opere conservate nelle collezioni pubbliche e private di Napoli e di San Paolo del Brasile, si ricordano due dipinti ad olio, Paesaggio con oche e Marina, presso la Galleria d'arte moderna di Milano, e Al Re Galantuomo, collocato nella prefettura di Salerno. Fra le raccolte private che comprendono dipinti del F. meritano di essere citate la collezione di Agnaldo de Oliveira, che possiede Fazenda dos Baroes de Serra Negra (Dezenovevinte..., 1986, p. 58), e quella di Maria Aparecida Pires Martins, alla quale appartengono due olii, rappresentanti paesaggi di fazenda con figure, e quattro cartoni.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle esposizioni citate nel testo, si vedano: A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1906, p. 201; G. Guidoni, Il pittore del caffè, in Natura ed arte, XVII(1907-1908), pp. 297-304; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, pp. 245 s.; F. Cangiullo, La prima Mostra degli artisti del Salernitano, in Mezzogiorno, 8-9 ott. 1927; G. Ceci, Bibl. per la storia delle arti figurative nell'Italia merid., Napoli 1937, pp. 422, 463, 469, 682; G. De Crescenzo, Diz. storico-biografico degli illustri e benemeriti salernitani, Salerno 1937, p. 50; Dezenovevinte: una virada no século (catal., Secretaria de Estado da Cultura, DEMA), São Paulo 1986, figg. pp. 9, 58; Cento dipinti dell'Ottocento della collezione del Comune di Napoli (catal.), a cura di A. M. Bonucci-N. Spinosa, Napoli 1987, fig- 35; J. R. Teixeira Leite, Diccionàrio critico da pintura no Brasil, Rio de Janeiro 1988, p. 192; M. Bignardi, Arte a Salerno: 1850-1930 nelle raccolte pubbliche, Salerno 1990, pp. 92-97, 150, figg. 98-103; O olhar italiano sobra São Paulo (catal., Istituto italiano di cultura e instituto culturale italo-brasileiro), São Paulo 1993, figg. pp. 5, 10 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 485.