SANVITALE, Antonio Francesco
– Dei conti di Fontanellato, nacque a Parma il 10 febbraio 1660 da Luigi, conte di Belforte, e dalla sua seconda moglie, Margherita Talenti Fiorenza dei marchesi di Conturbia (vedova del conte Bernabò Visconti), sposata nel 1656, che gli diede tre figli.
La nobile famiglia in cui nacque sin dal Medioevo era autorevole nella città di Parma, alla quale aveva dato uomini di governo, d’armi e di Chiesa. Il padre, che in prime nozze aveva sposato Lucrezia Cesi, da cui aveva avuto un figlio, fu ambasciatore di Odoardo Farnese alla corte di Savoia e a Roma, presso la regina Cristina di Svezia, e morì nel 1674. Il fratello di primo letto Alessandro (1645-1727), che fu erede del casato e sposò la contessa Paola Simonetta, si interessò di matematica e arti meccaniche. Il fratello Pietro Brunoro, capitano gerosolimitano, morì nel 1685 a Korone, nel Peloponneso, combattendo contro gli ottomani. L’altro fratello, Carlo, anch’egli cavaliere gerosolimitano, fu maestro di camera del duca Francesco Farnese e morì nel 1727. Il nipote Luigi, figlio di Alessandro, che nel 1697 sposò Costanza Avogadro e fu gran connestabile dell’Ordine costantiniano, rimasto vedovo, entrò nella Compagnia di Gesù (1729), seguendo il figlio Federico (1704-1761), che fu dotto gesuita, autore di trattati di architettura e matematica.
Iniziò gli studi nella città natale e li proseguì sedicenne a Roma con i somaschi, come convittore presso il Collegio Clementino (1676-82), dove difese la sua tesi in teologia nel 1681 (Palladium theologicae veritatis expressum. Dum sub potentissimis, & amplissimis auspicijs eminentiss. et reuerendiss. principis Decij Azzolini S.R.E. cardinalis. Com. Antonius Franciscus Sanuitalis patr. Parmensis in aula Collegij Clementini PP. Congregationis Somaschae. Eiusdem principis eminentissimi praesentiae inauspicante sacrae doctrinae theses publice propugnaret, Romae 1681). Studiò poi diritto con Francesco Bonvicini e si laureò in utroque iure presso lo Studio cittadino di Parma (27 giugno 1684); nel 1687 fu accolto nel collegio dei giudici. Per qualche tempo fu segretario di legazione con il cardinale Rinaldo d’Este, poi duca di Modena e Reggio. Dal suo vescovo Tommaso Saladini fu nominato esaminatore prosinodale e censore dei libri. Dopo aver viaggiato per l’Italia ed essere stato a Vienna e Buda mentre era in corso il conflitto asburgo-ottomano, ritornò a Roma ed entrò a servizio della Sede apostolica. Nominato da Innocenzo XII, fu referendario apostolico del Supremo tribunale di Grazia e di Giustizia (24 gennaio 1696), votante del Supremo tribunale della Segnatura apostolica (luglio 1697) e consultore del S. Uffizio e dell’Inquisizione.
Già canonico della basilica Vaticana (22 agosto 1698), fu ordinato sacerdote il 27 dicembre 1699. Fu vicelegato ad Avignone dal 15 marzo 1700 al 31 marzo 1703, accogliendo in visita in città, in quel periodo, la famiglia di Luigi XIV, che lo apprezzò.
Eletto arcivescovo titolare di Efeso il 16 luglio 1703, fu consacrato il 22 luglio seguente dal cardinale Fabrizio Paolucci nella chiesa di S. Andrea della Valle. Fu quindi nominato assistente al soglio (15 agosto 1703) e inviato nunzio apostolico a Firenze (17 agosto 1703). Fu richiamato a Roma nel giugno del 1706 perché nominato assessore della congregazione dell’Inquisizione e poi maestro di camera del papa (1° novembre 1707).
Il 6 maggio 1709 fu trasferito da Clemente XI all’arcidiocesi di Urbino, città natale del pontefice, come arcivescovo e legato; ricevette il pallio di metropolita il 19 giugno seguente, prese possesso della diocesi per procura, tramite il preposto Ottavio Antaldi (21 maggio), con rogito del cancelliere arcivescovile Francesco Maria Castellari, e vi entrò solennemente il 15 ottobre seguente. Il papa lo aveva già riservato cardinale in pectore nel Concistoro del 15 aprile 1709; la nomina fu pubblicata nel Concistoro del 22 luglio seguente, la berretta gli fu consegnata il 27 luglio, e il 9 settembre gli fu attribuito il titolo di cardinale prete di S. Pietro in Montorio. Fu aggregato alle congregazioni del S. Uffizio, dei Vescovi e regolari, del Concilio, di Avignone e di Loreto.
Come sintetizzò Antonio Cerati, governò l’arcidiocesi (non la legazione, come qualche biografo sostiene) con «spirito attivo, saggio, imparziale, penetrante» (I Sanvitali..., 1787, p. 83). Fece edificare l’episcopio accanto alla cattedrale. Compì la visita dell’arcidiocesi, pubblicò diverse lettere pastorali e dal 9 all’11 maggio 1713 celebrò un sinodo diocesano, poi pubblicato (Synodus dioecesana Urbini ab eminentiss. et reverendiss. archiep. Antonio Francisco cardinali Sanvitali celebrata in metropolitana ecclesia diebus IX. X. et XI. Maii anno Dominicae Incarnationis 1713 sub auspiciis SS. Domini Clementis Divina Provvidentia papae XI, Urbini 1713).
Nel 1711 ritornò per breve tempo a Parma per motivi di salute, e qui sostenne con oltre 10.000 scudi romani il restauro e la riedificazione della chiesa di S. Antonio abate ‘delle Preservate’, su progetto dello scenografo di corte Ferdinando Galli Bibiena.
Morì a Urbino la sera del 17 dicembre 1714 per un’apoplessia che lo aveva colpito pochi giorni prima, paralizzandogli il lato sinistro e facendogli perdere l’uso della parola. Fu assistito dal medico romagnolo Antonio Maria Valsalva, che dopo la morte ne eseguì l’autopsia. Il corpo fu deposto nel coro della cattedrale, nel sepolcro che si era fatto preparare in vita con una semplice epigrafe.
Fu ricordato da Anton Domenico Norcia, che lo elogiava come «sapientissimo» con lo pseudonimo di Valesio nei suoi Congressi letterarj (Firenze 1707, p. 274), e da Pier Antonio Gaetani nel Museum Mazzuchellianum (II, Venetiis 1763, pp. 231 s.). Un suo ritratto, opera di Pierleone Ghezzi, è conservato nel palazzo Chigi di Ariccia, mentre un altro anonimo è custodito nel palazzo Sanvitale di Parma. Varie sue raffigurazioni furono riprodotte in libri dell’epoca, come quella di Pietro Nelli, incisa da Girolamo Rossi, pubblicata da Mario Guarnacci nelle Vitae (1751, coll. 153 s.).
Fonti e Bibl.: Documentazione su Sanvitale si conserva negli archivi diocesani di Parma e di Urbino, nonché nell’Archivio segreto Vaticano nei fondi relativi agli uffici da lui ricoperti. I biografi citano varie sue orazioni, ma nulla fu dato alle stampe.
F.A. Santagata, La gloria in lite. Orazione fatta nella chiesa de’ padri de Servi di Parma [...] in occasione d’applauso per l’esaltazione alla sacra porpora di Monsignor Sanvitali, Parma 1709; Il merito coronato, o sia Relazione di tutte le solennità seguite in Parma, per la promozione alla sacra porpora dell’Emin.mo e Rev.mo Signor cardinale Antonfrancesco Sanvitale, con la raccolta di tutte le composizioni, che si sono vedute, e udite nelle sopraccennate funzioni, Parma 1710; I.R. Savonarola, Le aspettazioni della patria sodisfatte nella presenza del cittadino. Considerazione oratoria [...], per la brieve dimora in Parma dell’Eminentiss., e Reverendiss. Sig. Antonfrancesco Sanvitale, patrizio parmiggiano, arcivescovo d’Urbino, e cardinale di Santa Chiesa, presentata a Sua Eminenza da’ PP. Cherici Regolari di S. Cristina, Parma 1711; P.G. Balestrieri, Idillio in morte di Sua Eminenza il signor cardinal Sanvitale, Parma 1715; Notizie per l’anno 1721, Roma 1721, p. 141 n. 7; M. Guarnacci, Vitae, et res gestae Pontificum Romanorum et S.R.E. cardinalium, II, Romae 1751, coll. 153-156; [A. Cerati], I Sanvitali prosa e versi di Filandro Cretense, Parma 1787, pp. 82-84, 123; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, VIII, Roma 1794, pp. 114 s.; A. Lazzari, Memorie istoriche dei conti e duchi di Urbino, delle donazioni, investiture e della devoluzione alla Santa Sede, Fermo 1795, pp. 413 s.; G.B. Morgagni, Delle sedi e cause delle malattie anatomicamente investigate. Prima versione italiana di Pietro Maggesi, I, Milano 1823, pp. 98-104; I. Affò - A. Pezzana, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, IV, Parma 1833, pp. 13-17; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, LXI, Venezia 1840, p. 84, LI, 1851, p. 220, LXXXV, 1857, p. 377; G.B. Janelli, Dizionario biografico dei parmigiani illustri o benemeriti nelle scienze, nelle lettere e nelle arti o per altra guisa notevoli, Genova 1877, pp. 384 s.; I cardinali parmigiani della s. Chiesa romana, ricordati nella fausta elezione di Mons. Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano, Parma 1894, p. 15; L. Karttunen, Les Nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Genève 1912, p. 259; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia Catholica, V, Patavii 1952, pp. 26, 49, 196, 399; G. Beltrami, Notizie su prefetti e referendari della Segnatura Apostolica desunte dai brevi di nomina, Città del Vaticano 1972, p. 114 n. 286; Ch. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio. 1550-1809, Roma 1994, pp. 134, 894; Id., Die päpstlichen Referendare 1566-1809. Chronologie und Prosopographie, III, Stuttgart 2004, p. 883.