Genovesi, Antonio
Filosofo ed economista (Castiglione, Salerno, 1713 - Napoli 1769). Fu figura eminente del vivace moto riformatore napoletano del 18° sec., aperto alle istanze emerse dal dibattito europeo dell’Illuminismo. Compiuti gli studi di retorica e di filosofia (poté assistere alle ultime lezioni di Vico), nel 1741 ottenne l’insegnamento di metafisica all’univ. di Napoli. La pubblicazione degli Elementa metaphysica mathematicum in morem adornata (1743-47), in cui esponeva in forma non dogmatica i temi del suo insegnamento, gli valse l’accusa di materialismo e di empietà. Per sottrarsi agli «intrighi teologici» orditi contro di lui, si avviò agli studi di etica e di economia e, dall’incontro con il matematico e cultore di studi economici B. Intieri, nacque l’iniziativa di fondare una cattedra «di economia e di meccanica», la prima del genere in Europa, che fu affidata a G. nel 1754. Lo spirito riformatore e civile che animava il nuovo impegno didattico era stato esposto l’anno prima nel Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze, in cui G. esponeva un programma di riforma degli studi, incentrato sull’agricoltura, i commerci, la storia naturale, la meccanica e «altrettali utilissime scienze», mirato a riscattare la condizione di miseria e di arretratezza storica delle contrade napoletane. Il frutto di tale impegno fu pubblicato nelle Lezioni di commercio o sia l’economia civile (1767), in cui alla discussione delle recenti teorie economiche inglesi e francesi si affianca l’illustrazione dei principi caratteristici del giusnaturalismo, dal patto sociale ai diritti inalienabili, dall’obbligazione giuridica ai rapporti tra individuo e Stato.