Ghislanzoni, Antonio
Librettista e scrittore (Lecco 1824 - Caprino Bergamasco 1893). Studiò medicina ma abbandonò presto l’università per dedicarsi al canto e nel 1846 esordì come baritono. Mazziniano, nel marzo del 1848, alla notizia dell’insurrezione, andò a Milano e diede vita a due giornali, «Il Repubblicano» e «Dialogo del popolo», che non sopravvissero, però, alla restaurazione. Rifugiatosi in Svizzera, nel 1849 fu arrestato dai francesi mentre cercava di raggiungere Roma. Condotto a Bastia e poi liberato, tornò in Italia e a Milano iniziò a collaborare al «Cosmorama pittorico», sul quale pubblicò critiche teatrali e un romanzo di costumi teatrali, Gli artisti da teatro (1856). Negli anni seguenti intensificò la sua attività di pubblicista e scrittore. Fu tra i fondatori del settimanale satirico «L’uomo di pietra», della «Rivista minima», sulle cui pagine trovarono ospitalità testi di Emilio Praga e Iginio Ugo Tarchetti, diresse «L’Italia musicale» e fu redattore della «Gazzetta musicale di Milano». Scrisse inoltre numerosi libretti d’opera, tra cui l’Aida di Verdi. Ottenne un notevole successo con la pubblicazione del Libro proibito (1879), giunto nel 1890 alla settima edizione, e tra il 1886 e il 1889 pubblicò i sei volumi dei Capricci letterari, vivace archivio di ricordi, documenti, aneddoti.