GIORDANO, Antonio
Nacque nel 1459 (secondo l'epitaffio dettato dal nipote Fabio: Toppi, p. 27) a Venafro (Isernia), da cui il nome di "Venafranus" o "Antonio da Venafro" con cui il G. è generalmente conosciuto.
Giunse a Siena nel 1482. Iniziò quindi come lettore di diritto civile una carriera accademica, durata fino al 1515, che lo vide fra i promotores di lauree in diritto civile e canonico, tra cui, nel 1505, quella di Mariano Socini il giovane, che nei suoi Consiliorum sive malis responsorum (Venetiis 1580, c. 22r) lo ricorda come "preceptoris mei honorandi". Fu tra i Savi dello Studio nel 1495, anno in cui ebbe una lite con Antonio Petrucci per una "differentia scole" (Arch. di Stato di Siena, Dogana del sale, 23, c. 98r).
Dal novembre 1493 il G. era stato nominato giudice delle Appellagioni, carica in cui fu riconfermato nel febbraio 1494 e nel gennaio 1495 (Ibid., Manoscritti, A.110, cc. 66v-67r). In questa veste fu arrestato per rappresaglia, il 21 nov. 1494, dagli uomini dell'avanguardia dell'esercito di re Carlo VIII di Francia guidati da G. de Montpensier. Nonostante le proteste del governo senese, fu costretto a seguire i Francesi in marcia verso Roma e fu liberato soltanto qualche giorno più tardi per il diretto intervento del sovrano.
Acquisita la cittadinanza senese nel 1497 (Ibid., Balia, 43, c. 22), si legò a Pandolfo Petrucci, del quale divenne fidato consigliere, seguendone l'ascesa al pieno comando della Repubblica. Il G. fu tra i sottoscrittori delle capitolazioni che Petrucci sembra avesse stipulato con le famiglie dell'oligarchia senese, in seguito ricompensate a vario titolo; anche il G. fu beneficato, ottenendo, fra l'altro, dei beni a Sant'Angelo in Colle (ibid., 46, c. 203) e La Selva al Lago (ibid., 56, c. 40r). Considerato "huomo astutissimo", il G. fu lo strumento della politica estera ambigua e spregiudicata del Petrucci, per il quale ricoprì molti incarichi diplomatici, dimostrando notevoli capacità, riconosciute anche da N. Machiavelli.
Una delle prime missioni riguardò la possibilità di un appoggio non ufficiale, e ufficialmente negato, che il Petrucci fece intendere a Piero de' Medici. Per questa ragione nell'estate del 1498 il G. si recò a Venezia e poi a Roma per arrivare, nel settembre, alla stipula di una tregua con Firenze che lasciava comunque irrisolta l'annosa controversia sul possesso di Montepulciano. All'inizio del 1499 era a Milano, ufficialmente per trattare un accomodamento della questione, in realtà per chiedere fondi e nuovi provvisionati per far fronte alla situazione interna senese. Nello stesso anno, dopo una missione a Firenze in occasione dell'avanzata di Luigi XII, entrava a far parte della deputazione di Balia incaricata di esaminare le proposte dei Pisani, allora in guerra con Firenze, intese a staccare i Senesi dall'alleanza con i tradizionali antagonisti.
A margine dell'intensa attività diplomatica il G. non mancava comunque di intervenire direttamente nella politica interna della Repubblica, tanto da essere, secondo U.G. Mondolfo, l'ispiratore dell'assassinio di Niccolò Borghese (1500), suocero del Petrucci e ostacolo alle sue mire.
Nell'ottobre del 1502 il G. rappresentò Pandolfo Petrucci nella lega stipulata a Magione contro Cesare Borgia e poco dopo si recò con Paolo Orsini a Imola, dove fu conclusa la pace. Il 23 luglio 1506 incontrò l'oratore fiorentino Machiavelli, che proponeva di affidare alla monarchia francese la soluzione della controversia su Montepulciano. L'incontro fu interlocutorio e condizionato dall'ambigua posizione del Petrucci, che brigava in aiuto dei Pisani, ma aprì la strada a un prolungamento della tregua.
Alla fine del 1507 fu inviato alla Dieta di Costanza (ibid., 53, c. 97v) per confermare la fedeltà dei Senesi all'imperatore e, di fatto, per tentare di ottenere l'investitura del Ducato di Siena per Pandolfo. Nel corso del 1511 il G. si trovò ad affrontare l'imminente scadenza della tregua con Firenze. Nel giugno si recò presso Giulio II, che se da una parte premeva per la riconferma del trattato, dall'altro maneggiava perché Firenze si staccasse dalla protezione francese. In questo scenario il G. firmò, nell'agosto, una nuova tregua venticinquennale (ibid., 57, cc. 47r, 49v) e gettava le basi per un accordo con la Corona di Spagna, che fu concluso nell'ottobre successivo.
Alla morte di Pandolfo Petrucci, nel maggio 1512, il G. fu consigliere del figlio e successore Borghese. Tre anni dopo questi, su pressioni di Leone X, lo costrinse ad abbandonare Siena. Il 7 dic. 1515 il G. usciva dalla città per imbarcarsi a Porto Venere e fare ritorno a Venafro.
Dal 1519 al 1526 il G. compare come lettore di diritto civile nei ruoli dello Studio di Napoli. Era un incarico di prestigio, dimostrato, fra l'altro, da una lettera inviatagli il 25 ag. 1524 dal principe di Salerno F. Sanseverino a proposito di una controversia fra la scuola medica salernitana e il protochirurgo del Regno (Arch. di Stato di Napoli, Regia Camera dellaSommaria, Diversi, 222, c. 41r), ma che non impedì al G. una ripresa dell'attività politica. Nel 1527 era infatti membro del Consiglio collaterale, dove svolse un ruolo di primo piano nella difficile situazione aperta dalla spedizione del conte di Vaudemont.
Il G. morì a Napoli nel 1530.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, Balia, 51, c. 83v; 53, c. 89r; 54, c. 58r; 56, c. 92v; Siena, Arch. arcivescovile, Protocolli degli atti di laurea, 6436, c. 101v; Ibid., Biblioteca comunale, Manoscritti, A.X.74: G. Tommasi, Istorie di Siena… Seconda Deca, cc. 270v, 291r, 292v-293r, 295r; B.III.11-13: S. Tizio, Historiarum Senensium, VI, pp. 328 s., 331; VII, pp. 14, 336, 344; VIII, pp. 2 s.; C.IV.6: U. Benvoglienti, Notizie de' lettori…, pp. 536 s., 546, 550-569; Arch. di Stato di Napoli, Sacro Regio Consiglio, Libri votorum seu sententiarum, II, c. 110v; A. Allegretti, Diari… delle cose sanesi del suo tempo, in Rer. Ital. Script., XXIII, Mediolani 1733, col. 834; N. Machiavelli, Il principe. Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, a cura di S. Bertelli, Milano 1968, pp. 93 s.; F. Guicciardini, Ricordi, in Opere, a cura di E. Lugnani Scarano, I, Torino 1970, p. 760; Id., Storia d'Italia, ibid., II, ibid. 1981, pp. 538, 561; N. Machiavelli, Descrizione del modo tenuto dal duca Valentino…, in Opere, II, a cura di A. Montevecchi, Torino 1971, p. 71; Id., Legazioni. Commissarie. Scritti di governo (1501-1503), II, a cura di F. Chiappelli, Bari 1973, pp. 232, 241; L. Domenichi, Detti e fatti di diversi signori…, Venetia 1563, pp. 48, 66, 70, 87; I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi…, II, Pistoia 1649, pp. 58 s., 61; N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678, p. 27; G. Gigli, Diario sanese, I, Lucca 1723, p. 205; G. Origlia, Istoria dello Studio di Napoli, Napoli 1753, p. 10; G.A. Pecci, Memorie storico-critiche…, I, Siena 1755, pp. 93 s., 155, 165, 225, 244, 257, 283; II, Continuazione…, ibid. 1755, pp. 1, 26-28, 31; G. Milanesi, Documenti per la storia dell'arte senese, II, Siena 1854, pp. 455 s.; P. Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise…, II, Campobasso 1865 (il ritratto tra le pp. 136 s.); P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, I, Firenze 1877, pp. 389, 493; II, ibid. 1881, p. 396; M. Sanuto, I diarii, II, Venezia 1879, col. 350; L. Zdekauer, Lo Studio di Siena nel Rinascimento, Milano 1894, pp. 124, 195; E. Cannavale, Lo Studio di Napoli nel Rinascimento…, Napoli 1895, pp. 59-62, 82, CLVII, CLXIII s., CLXIX, CLXXIII; U.G. Mondolfo, Pandolfo Petrucci signore di Siena…, Siena 1899, passim; A. Verdiani Bandi, I castelli della Val d'Orcia…, in Bullettino senese di storia patria, X (1903), pp. 80 s.; N. Mengozzi, Un processo politico in Siena sul finire del secolo XV, ibid., XXVII (1920), pp. 202, 229, 238, 247, 250; C. De Frede, Studenti e uomini di leggi…, Napoli 1957, p. 103; M. Luzzati, Una guerra di popolo…, Pisa 1973, p. 47; V. Colli, La laurea di Mariano Sozzini il giovane, in Studi senesi, XCII (1980), pp. 475 s. n.; G. Minnucci, Le lauree dello Studio senese…, Milano 1981, ad ind.; C. De Frede, Un docente di diritto civile del Rinascimento.A. G. da Venafro, in Sodalitas. Scritti in onore di A. Guarino, VIII, Napoli 1984, pp. 3805-3816; G. Minnucci - L. Kosuta, Lo Studio di Siena nei secoli XIV-XV, I, Documenti e notizie biografiche, Milano 1989, pp. 69 s., 72, 216, 224; M. Gattoni da Camogli, Pandolfo Petrucci e la politica estera della Repubblica di Siena (1487-1512), Siena 1997, passim.