GUADAGNOLI, Antonio
Poeta, nato in Arezzo il 15 dicembre 1798, morto a Cortona il 14 febbraio 1858. Compiuti gli studî classici nel seminario della città natale, passò (1817) all'università di Pisa, dove si laureò in diritto nel 1821. Fu per molti anni insegnante di lettere a Pisa e ad Arezzo; nel 1847 la pingue eredità d'un cugino gli permise d'uscire dalle strettezze in cui era sempre vissuto e di lasciare l'insegnamento. Da allora visse agiatamente fra Arezzo e Cortona, occupandosi ancora dell'istruzione come membro della Deputazione per le scuole aretine. Nel 1849 fu nominato gonfaloniere d'Arezzo; e durante il suo gonfalonierato (luglio), si trovò a passare presso la città - nella quale gli fu vietato l'ingresso - G. Garibaldi, reduce dalla difesa di Roma. Si volle, a torto, far carico di quel divieto al G.; il quale non fece che eseguire un comando dell'autorità governativa. Del resto egli fece somministrare viveri ai legionarî, né di più poteva aspettarsi da un uomo in cui gli spiriti liberali tendevano a conciliarsi con una sincera devozione alla casa di Lorena. Nel maggio del '50 tornò a vita privata.
Il G. ebbe fama soprattutto per le sue poesie giocose (ed. con pref. di F. Tribolati, Firenze 1888) - non di rado maliziosamente equivoche - dalle quali spuntano talvolta modesti aculei di satira. Più che al Berni di cui gli piaceva professarsi continuatore, la sua vena abbondante e facilona lo avvicinava a Filippo Pananti (v.), cui però cede spesso nell'arguzia concettosa e nella forza epigrammatica. Le discrete allusioni politiche - specialmente nelle prefazioni che scrisse fra il '32 e il '57 al popolare Lunario di Sesto Caio Baccelli - gli furono occasione di qualche contrasto con la censura granducale.
Bibl.: G. Stiavelli, A. G. e la Toscana dei suoi tempi, Torino-Roma 1907; A. De Rubertis, I Guadagnoli, Arezzo 1923.