IL (Lo) VERSO, Antonio
Nacque a Piazza Armerina da Clementia e Matteo de lo Verso intorno al 1560. Il suo nome compare per la prima volta in un atto notarile del 19 genn. 1569, stipulato a Piazza, e ora conservato presso l'Archivio di Stato di Enna (Carapezza, 1978, p. IX).
Non molto si conosce sulla sua giovinezza, ma è presumibile che abbia intrapreso lo studio della musica nella città natale, avendo come maestro, tra il 1582 e il 1584, Pietro Vinci. L'I. curò la pubblicazione postuma delle ultime opere del Vinci (deceduto nel 1584) a partire dal 1588: è in questo anno che diede alle stampe il Terzo libro de' mottettia cinque e sei voci del Vinci (raccolta non pervenutaci, edita a Palermo da G.A. de Franceschi), includendovi i suoi primi lavori.
È assai probabile che già prima del 1588 l'I. avesse lasciato Piazza per trasferirsi a Palermo, città nella quale esplicò, salvo brevi interruzioni, gran parte della sua attività di compositore. A ogni modo, nel 1600 risulterebbe risiedere nuovamente nella città natale, come reperiamo in un passo della sua Historia della città di Piazza, andata perduta (Chiarandà, p. 257). Rimane il fatto che tra la fine di marzo e il luglio di questo stesso anno doveva trovarsi a Palermo: è in questo periodo che il suo nome compare nella contesa musicale che vi ebbe luogo tra il cosentino Achille Falcone e lo spagnolo Sebastian Raval, nella quale l'I. si sarebbe mostrato a favore del secondo.
Dati biografici più precisi sono contenuti in edizioni delle sue opere: da alcune lettere dedicatorie firmate da Venezia si può desumere che potrebbe essersi recato nella città lagunare tra il 1° ott. 1600 e il 10 sett. 1603 per seguire la stampa delle sue opere. Certamente il rientro a Palermo doveva essere già avvenuto il 1° aprile del 1605, poiché in tale data è lo stampatore Ricciardo Amadino a dedicare Ilsecondo libro de madrigali a tre voci dell'I. a Francesco Del Pomo, prodigioso allievo undicenne di questo. A ogni modo, la successiva raccolta, Mottecta quae partim ternis, partim quaternis, alia quinis, alia senis concinuntur vocibus…, Liber primus, fu stampata a Palermo da G.B. Maringo, e la dedica reca la firma dell'I. in data 7 genn. 1606. Con tutta probabilità fu durante la sua assenza dall'isola che si diffuse la falsa notizia della sua morte: a testimonianza di ciò rimane un'elegia scritta da Sebastiano Bagolino, tra i cui Carmina (1782) in latino almeno tre sono rivolti all'I., mentre due sono le risposte di quest'ultimo (Carapezza, 1978, p. X).
A tutt'oggi, non risulta che l'I. abbia mai ricoperto incarichi ufficiali in alcuna cappella; le dediche delle sue opere, rivolte a prelati, principi e ricchi borghesi, lasciano piuttosto supporre che abbia esercitato liberamente la sua arte sia nei palazzi sia nelle chiese palermitane.
Della sua attività didattica rimane testimonianza nell'Archivio di Stato di Palermo, ove alcuni documenti del convento di S. Domenico riportano, in data 25 ott. 1608, che "Antonino Lo Verso musico […] insegna a frà Domenico il Ricalbuso organista del convento" (ibid.), essendo quest'ultimo quel Domenico Campisi da Regalbuto autore di cinque libri di mottetti editi tra il 1615 e il 1627.
Gli allievi dell'I. furono numerosi: tra questi, oltre a Del Pomo e Campisi, si ricordano ancora G.B. Calì, A. Formica e G. Palazzotto Tagliavia. L'I. fu attivo fino a tarda età: un passo della sua Historia contiene riferimenti a fatti del 1620, anno in cui furono anche date alle stampe le ultime sue composizioni.
Morì a Palermo il 23 ag. 1621: è in questa data che la Congregazione dell'Oratorio gli concedeva un sepolcro nella chiesa di S. Ignazio Martire all'Olivella.
Figura centrale della scuola polifonica siciliana, può essere annoverato tra i più significativi musicisti della sua generazione. Distintosi per una ricca e multiforme attività creativa, assorbì la lezione del Vinci, che tuttavia accolse con grande libertà, affrancandosi dagli schemi più classici della tradizione cinquecentesca.
Il confronto con il modello ha permesso di porre nel giusto rilievo l'importanza della sua arte, nei cui elementi essenziali è possibile cogliere i caratteri salienti del manierismo musicale. In particolare, l'analisi dei madrigali e dei ricercari, lavori in cui l'I. reimpiega musiche e testi del maestro, ci consente di trarre preziose informazioni sulla peculiarità della sua scrittura. Si tratta di un'operazione su modelli preesistenti: pur rimanendo intatta la struttura generale (risulta invariata la scelta delle chiavi e del modo), segni evidenti di nuove libertà espressive si possono cogliere nella deformazione dei soggetti, senza che l'artificioso intervento ne comprometta del tutto l'originaria fisionomia.
L'adesione ai canoni estetici dello spirito tardorinascimentale si manifesta del resto nell'accurata scelta dei testi poetici: il ricorso ad autori dal linguaggio fonicamente suggestivo (T. Tasso, G. Marino, G. Chiabrera) consente di realizzare, in un perfetto equilibrio di artifici contrappuntistici e discorsività melodica, quegli ideali di "soave armonia" teorizzati da L. Zacconi nella sua Prattica di musica (Venezia 1592).
L'edizione moderna completa dell'opera dell'I. è stata pubblicata a cura di P.E. Carapezza e altri in Musiche rinascimentali siciliane, II-III, VI-VIII, Firenze 1971-91. Della sua cospicua produzione, comprendente circa trentanove opere, ben ventitré sono libri di madrigali. Di questi ci rimangono: Il primo libro de' madrigali a 5 voci (Palermo, G.A. de Franceschi, 1590); Il primo libro de' madrigali a 6 voci (Venezia, G. Vincenti, 1594); Il terzo libro de' madrigali a 5 voci (Palermo, G.F. Carrara, 1595); Madrigali… a 5 voci…, Libro quarto (Venezia, R. Amadino, 1600); Madrigali a 6 voci…, Libro secondo (ibid. 1601); L'ottavo libro de' madrigali a 5 voci (ibid. 1603); Il secondo libro de' madrigali a 3 voci (ibid. 1605); Il terzo libro de' madrigali a 6 voci (Palermo 1607); Il quarto libro de madrigali a 3 voci, opera trentesimaquinta (ibid. 1617); Il decimoquinto libro de' madrigali a 5 voci, opera trentesimasesta (ibid. 1619).
Risultano invece perduti tre libri di madrigali a 3 voci e dieci libri di madrigali a 5 voci, pubblicati a Venezia e a Palermo tra il 1603 e il 1619.
Quanto alle rimanenti composizioni di genere profano, si ricorda ancora Il primo libro delle villanelle a 3 voci (Venezia 1612, incompleto). Quantitativamente più esigue, le raccolte di musica sacra testimoniano la familiarità dell'I. con i nuovi modelli stilistici d'impronta veneziana; in tal senso assume particolare rilievo la dichiarazione "Ai signori organisti musici" contenuta nei Brevi concerti a 1-6, 10, 12 voci con il suo spartimento per l'organo, Libro secondo delli mottetti (Palermo 1606), ove si fa esplicito riferimento ad autori quali L. Luzzaschi, J. de Macque, G. Guami e G. Gabrieli. Di tale opera tuttavia non rimangono che pochi frammenti, così come della successiva Sacrarum cantionum, quae binis, ternis, quaternisque vocibus concinuntur. Cum dialogo sex vocibus et basso ad organum, Liber quartus (Venezia 1611). Risultano invece dispersi i seguenti volumi: Mottetti a 2-5, 7 e 8 voci, Libro terzo, con i responsorii di Natale (Venezia, senza indicazione di data); Mottetti a 2-5 voci con una Messa a 4, Libro quinto (ibid. 1620); Mottetti a 1-4 voci, Libro sesto (ibid., senza indicazione di data).
L'I. fu anche autore di musica strumentale; di tale produzione sono giunti fino a noi Il primo libro della musica a 2 voci (Palermo, G.A. de Franceschi, 1596) e nove ricercari; di questi, sette sono inclusi ne Il secondo libro de motetti e ricercari a 3 voci di P. Vinci (Venezia, G. Scotto, 1591) e due ne Il primo libro di ricercari a 2 voci di G.B. Calì (ibid. 1605). Risultano perduti: Il secondo libro della musica a 2 voci (ibid., A. Vincenti, senza indicazione di data); Intavolatura di leuto e chitarra (ibid., ante 1619). Quanto alle rimanenti composizioni sparse in antologie a stampa del tempo e l'elenco completo e in dettaglio delle composizioni perdute si rimanda ai lavori di Bianconi e Carapezza.
Fonti e Bibl.: G.P. Chiarandà, Piazza città della Sicilia, antica, nuova, sacra e nobile, Messina 1654, pp. 6 s.; A. Mongitore, Biblioteca sicula, II, Palermo 1708-14, pp. 213-215; G.B. Caruso, Rime degli Accademici Accesi di Palermo, II, Palermo 1726, p. 185; O. Tiby, The polyphonic school in Sicily of the 16th-17th century, in Musica Disciplina, V (1951), p. 203; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale stampata in Italia fino al 1700, Firenze 1952, p. 129; A. Garbelotto, Musicisti siciliani in una sconosciuta stampa del '500, in Id., Intermezzi letterario-musicali, Padova 1958, pp. 107-111; C. Ignoti, A. I. nel tardo Rinascimento siciliano: contributo bio-bibliografico con uno studio particolare sui brevi concerti del 1606, tesi di laurea, Univ. di Palermo, a.a. 1970-71; P.E. Carapezza, Introduzione, in P. Vinci - A. Il Verso, Mottetti e ricercari a tre voci…1591, a cura di P.E. Carapezza, Roma 1972, pp. XI s.; L. Bianconi, Sussidi bibliografici per i musicisti siciliani del Cinque e Seicento, in Riv. italiana di musicologia, VII (1972), pp. 3-38; Id., "Ah, dolente partita": espressione e artificio, in Studi musicali, III (1974), p. 105; P.E. Carapezza, Le costituzioni della musica, Palermo 1974, pp. 38, 80; Id., "O soave armonia", classicità, maniera e barocco nella scuola polifonica siciliana, in Studi musicali, III (1974), pp. 347 s.; Id., Introduzione, in A. Il Verso, Madrigali a cinque voci, libro primo, 1590, a cura di R. Watanabe, Firenze 1978, pp. IX s.; L. Bianconi, Introduzione, in A. Il Verso, Madrigali a tre e cinque voci, a cura di L. Bianconi, Firenze 1978, pp. IX s.; P.E. Carapezza, Madrigalisti siciliani, in Nuove Effemeridi, 1990, n. 11, pp. 97-106; A. Grammatico, Il primo libro dei madrigali a sei voci di A. I., tesi di laurea, Univ. di Palermo, a.a. 1997-98; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, VIII, p. 332; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, X, p. 68; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, pp. 658 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XIII, coll. 1518-1519; Bibliografia della musica italiana vocale profana (Il nuovo Vogel), I, pp. 838-846; Répertoire internat. des sources musicales, Einzeldrucke vor 1800, IV, pp. 461 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 677; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XII, pp. 85 s.