JATTA, Antonio
Nacque a Ruvo di Puglia il 23 giugno 1852. Il padre, Giovanni iunior, cultore appassionato di archeologia, infuse nei suoi quattro figli la passione per gli studi scientifici e per la ricerca. Compiuti gli studi secondari nel liceo Vittorio Emanuele di Napoli, nel 1874 si laureò con lode in scienze naturali nell'università di quella città e in agraria presso la Scuola superiore di agricoltura di Portici.
Negli anni universitari lo J. ebbe modo di conoscere gli studi di G. Guiscardi, A. Costa, L. Palmieri, A. Scacchi e V. Cesati e si accostò a N. Pedicino, docente presso la Scuola di Portici, frequentandone dal 1873 il laboratorio, ove rimase fino a quando il maestro assunse la direzione dell'Istituto botanico di Roma. Pedicino lo sollecitò a specializzarsi nelle discipline biologiche e gli affidò lo studio dei licheni.
Terminati gli studi universitari, a causa di alcuni problemi familiari fu costretto a rientrare a Ruvo di Puglia per amministrare i cospicui beni di famiglia. Lo J. non abbandonò, tuttavia, gli studi prediletti e, non potendosi avvalere di biblioteche e di laboratori, cercò di procurarsi i materiali di studio e i più importanti testi di lichenologia disponibili allora.
A Ruvo di Puglia lo J. ricoprì numerose cariche: consigliere comunale e provinciale, deputato provinciale, vicepresidente del Consiglio provinciale, presidente della Congregazione di carità, dell'Ospedale, della Banca agricola, della Società di storia patria, del Congresso agrario e della Società cooperativa per la distillazione delle vinacce, socio e consigliere della Società degli agricoltori italiani, componente del comitato provvisorio della Federazione dei consorzi di difesa della viticoltura nazionale e componente della Commissione di vigilanza sui consorzi antifillosserici del Barese. Fu anche deputato, eletto nel collegio di Minervino Murge, per la XXI e la XXII legislatura (1900-09). In ambito scientifico fu tra i più attivi e autorevoli soci della Società botanica italiana e membro della Société botanique de France, della Società crittogamologica di Milano, della Società geologica di Roma, della Società di scienze naturali di Napoli, nonché presidente della Commissione provinciale di archeologia e storia patria e dell'annesso Museo.
Le prime pubblicazioni dello J. sono di argomento vario ed esprimono la molteplicità dei suoi interessi di ricerca. Avendo promosso gli scavi della Stazione neolitica del Pulo di Molfetta, pubblicò una nota, Il Pulo di Molfetta (Torino 1876); concorse anche al secondo e al terzo scavo, adoperandosi per la creazione del Museo preistorico e dotandolo fra l'altro di pregevoli bronzi arcaici. Si occupò, inoltre, di meteorologia (Gli studi meteorologici nel Barese, in Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti, IV [1887], pp. 116 s.), e di geologia (Appunti sulla geologia epaletnologia della provincia di Bari, Trani 1887).
Scrisse poi alcune memorie di argomento didascalico: Sulla produzione del frumento nel Barese (in Rassegna pugliese…, II [1885], pp. 291 s., 323-325, 354-357; III [1886], pp. 67-71, 83-85), Chiave analitica per la determinazione delle principali varietà di vite coltivate in Puglia (Barletta 1887) e Notizia sommaria delle varietà di viti coltivate in Puglia (ibid. 1889). Organizzò la Società dei vini di lusso e la Società fra produttori di vinaccia, per liberare quei produttori dal trust dei distillatori, e diresse il Gazzettino agricolo e l'Agricoltore pugliese (Barletta).
Negli anni successivi, rispondendo alle sollecitazioni di Pedicino, si impegnò soprattutto nello studio dei Licheni dell'Italia meridionale e delle isole di Sicilia, Pantelleria, Ischia (Su alcuni licheni di Sicilia e Pantelleria, in Nuovo Giorn. botanico italiano, XXIII [1891], pp. 353-355; Licheni raccolti nell'isola d'Ischia fino all'agosto del 1891, in Bull. della Società botanica italiana, 1892, n. 3, pp. 206-208; n. 4, pp. 209-211), che erano stati censiti dal 1580 al 1882. Tali studi incluse inizialmente in cinque contributi intitolati Manipoli (pubblicati a Torino tra il 1874 e il 1886) propedeutici alla grande opera dal titolo Monographia lichenum Italiae meridionalis, edita a sue spese (Trani 1890), giudicata dai cultori della materia opera di fondamentale importanza per il reperimento di notizie sui caratteri morfologici, biologici, sistematici e sulla distribuzione geografica dei Licheni del Meridione d'Italia. La passione per la lichenologia lo spinse quindi a consultare collezioni e opere scientifiche di non facile reperimento presso gli erbari De Notaris e V. Cesati di Roma, l'Erbario centrale di Firenze, la Lichenoteca lombarda di G. Garovaglio a Pavia, l'Erbario Tornabene di Catania, allo scopo di avviare la pubblicazione di un'opera più completa che riguardasse l'intero territorio nazionale. Il testo sulla lichenologia meridionale fu affiancato dalla Sylloge lichenum Italicorum (Trani 1900), opera di sostanziale importanza per la lichenologia italiana che contiene l'elencazione di 1482 specie e una bibliografia aggiornata dalla quale emergono contributi personali di osservazione e catalogazione delle specie e varietà riportate nel testo.
Tra il 1909 e il 1911, su sollecitazione dell'amico F. Cavara, lo J. allestì una nuova opera nella quale, oltre all'illustrazione dei generi e delle chiavi analitiche secondo le più recenti indicazioni sulla biologia e tassonomia dei Licheni, venivano ampliati i dati distributivi di ciascun taxon.
Dalla produzione scientifica dello J. emerge anche attenzione per i Licheni esotici attraverso la pubblicazione di generi e specie nuove per la scienza: illustrò in una prima nota i Licheni africani raccolti nello Scioa dal marchese Antinori (in Nuovo Giorn. botanico italiano, XIV [1882], pp. 169-175), con un elenco di forme, di cui alcune nuove, i Licheni patagonici raccoltinel 1882 dalla nave italiana Caracciolo (ibid., XXII [1890], pp. 48-51), Licheni cinesi dello Shen-Si negli anni 1894-98 dal rev. missionario padre G. Girali (ibid., n.s., IX [1902], pp. 460-481) e Licheni dell'Asmara (ibid., XVII [1910], pp. 1-15).
La produzione scientifica dello J., oltre ai lavori di floristica, include pubblicazioni sulla simbiosi lichenica e sul significato morfo-biologico degli organi riproduttori. A tal proposito si possono ricordare gli Appunti sul tallo dell'Usnea articolata Ach. (ibid., XIV [1882], pp. 53-59), lo studio istologico sulla Peltigera rufescens Hoffm. var. innovans Fw. (in Bull. della Società botanica italiana, 1892, n. 7, pp. 378-381) e due scritti Sulle nuove dottrine biologiche del prof. Minks e la simbiosi algo-lichenica (ibid., 1896, n. 8, pp. 255-260; n. 9, pp. 315-321; 1897, n. 1, pp. 12-18). Affrontò anche un tema importante e dibattuto sulla sistematica dei Licheni, in particolare sulla determinazione dei generi basata sul criterio carpologico.
Lo J. curò anche la pubblicazione della Flora della Terra di Bari di A. Palanza (Trani 1900), dopo la morte dell'autore, riunendo gli appunti raccolti, completando l'esame delle raccolte, contribuendo al censimento delle specie e scrivendo la prefazione nella quale incluse anche una completa bibliografia e una descrizione dei caratteri fisiografici e della vegetazione del territorio barese messa anche a confronto con le regioni limitrofe.
Lo J. morì a Ruvo di Puglia il 4 ag. 1912.
L'erbario dello J., conservato a Napoli, ha un notevole valore scientifico per il ragguardevole numero di piante dell'Europa centrale, raccolte da botanici di grande fama, e dell'Italia, raccolte dallo stesso J., sul Gran Sasso, alla Majella, al Matese, ai Monti Lattari, nei dintorni di Napoli e nelle Puglie. Le collezioni crittogamiche comprendono cinque pacchi di cui uno per le Crittogame vascolari, due per le Briofite, uno per le Alghe e uno per i funghi. A parte si trova la splendida raccolta dei licheni conservata in 82 pacchi d'erbario con circa diecimila esemplari provenienti da tutte le parti del mondo.
Opere: oltre quelle citate nel testo: Ricordo botanico del Matese, Torino 1875; Ricordo botanico del Gran Sasso d'Italia, in Nuovo Giorn. botanico italiano, IX (1877), pp. 197-218; Qualche osservazione sulle spore dei Licheni e sull'importanza dei loro caratteri nella determinazione dei generi, ibid., n.s., VI (1899), pp. 493-515; L'inchiesta agraria, in Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti, I (1884), pp. 177-179; La Puglia preistorica, contributo all'incivilimento nell'Italia meridionale, Trani 1914.
Fonti e Bibl.: F. Cavara, A. J., in Boll. della Società dei naturalisti in Napoli., s. 2, VII (1914), pp. 3-16; J. M., A. J. (1853-1912), Trani 1919; G. Catalano, Storia dell'Orto botanico di Napoli. Contributo ad una sintesi della storia universale della Botanica, in Delpinoa, XI (1958), pp. 1-170; F.A. Stafleau - R.S. Cowan, Taxonomic Literature, II, Utrecht 1979, pp. 426 s.