LENETTI (Elenetti, Linetti), Antonio
Sono contraddittorie le informazioni documentarie relative alla sua data di nascita, che deve tuttavia collocarsi a Verona tra il 1694, come risulterebbe dall'atto di morte (Brenzoni), e il 1696, secondo quanto si attesta in un documento dell'anagrafe veronese del 1738 (Rigoli). Del padre, Alessandro, si ignorano la professione e gli estremi biografici.
Affatto esigui risultano inoltre i dati relativi alla carriera del L., allievo del pittore, veneziano ma attivo a Verona, Simone Brentana, come testimoniava già Bartolomeo Dal Pozzo nel 1718, ricordandolo studente di figure nella bottega di questo insieme con il giovane Innocente Bellavite.
Si sposò due volte: dal primo matrimonio non ebbe figli, mentre dal secondo nacquero tre femmine e due maschi.
Nel 1738, come si evince dal testo dell'anagrafe, il L. abitava, presumibilmente con la seconda moglie, a casa dell'anziano maestro.
Giambettino Cignaroli ricorda nelle Postille manoscritte alle Vite di B. Dal Pozzo, riportate da Diego Zannandreis (p. 367), come il L. si comportasse "qual figlio e servo" con il maestro, tanto che questi, con la promessa dell'eredità, lo aveva convinto a prendere moglie nella speranza che questa lo potesse assistere durante la vecchiaia.
Nel 1742, tuttavia, alla morte di Brentana, le aspettative del L. dovettero essere frustrate, dal momento che, nel testamento del maestro, egli risultò beneficiario solo di un armadio in cui si custodivano gli strumenti del mestiere pittorico (Rigoli); sua moglie ereditò invece la somma di 50 ducati.
Occorre aggiungere che in rapporto all'identità della sposa le fonti sono divergenti: nell'atto testamentario, infatti, ella viene nominata come Elisabetta, mentre all'anagrafe è registrata come "Angela figlia del quondam Alessandro Concoreggio moglie di Antonio e di anni trentotto" (Baldissin Molli; Rigoli).
Al 1741 risale il Martirio di s. Bartolomeo collocato sull'altare fatto erigere nel duomo di Lonato dopo il 1716 da Maria Ardese, in memoria del marito scomparso venti anni prima. Il dipinto presenta sotto il profilo stilistico un registro formale chiaramente esemplato sul canone del Brentana.
La ricostruzione della cronologia delle poche altre opere ricordate dalla letteratura antica appare estremamente complessa per la mancanza di date e testi figurativi di confronto.
Cignaroli (in Zannandreis, p. 367) annoverava tra le migliori la pala raffigurante S. Antonio da Padova, dipinta per la chiesa veronese di Ognissanti ma trasferita nel corso dell'Ottocento in S. Maria della Scala, quando fu indemaniata e assegnata ai minori conventuali che la fecero ridipingere da Saverio Dalla Rosa. Lo stesso Cignaroli menzionava altresì una Madonna col Bambinoe i ss. Fermo e Rustico sull'altare maggiore della chiesa di S. Fermo a Verona, che si trova al momento sull'altare della famiglia Verità nella cappella Brenzoni.
Zannandreis (p. 368), inoltre, a proposito della produzione per Verona, fa riferimento a una Madonna col Bambino e s. Gaetano da Thiene nella sacrestia di S. Nicolò e ad alcuni ovati raffiguranti Apostoli nella chiesa dei Ss. Apostoli, mentre secondo la testimonianza di Persico ancora nel 1821, sul quarto altare di destra di S. Paolo, era posto un dipinto con i Ss. Rocco e Sebastiano, di cui non si conosce l'attuale collocazione.
La maniera del L., stando nuovamente al Cignaroli, non incontrò ampio favore presso i committenti della sua città: l'artista fu pertanto costretto a sostenersi dipingendo "bambocciate".
Ciò nonostante, quando morì a Verona il 14 giugno del 1767, egli faceva parte dell'accademia cittadina di pittura.
Fonti e Bibl.: B. Dal Pozzo, Le vite de' pittori, degli scultori et architetti veronesi, Verona 1718, p. 204; G.B. Persico, Descrizione di Verona e della sua provincia (1821), II, Bologna 1974, p. 27; C. Bernasconi, Studi sopra la storia della pittura italiana dei secoli XIV e XV e della scuola veronese fino al secolo XVIII, Verona 1864, p. 374; D. Zannandreis, Le vite dei pittori scultori e architetti veronesi…, a cura di G. Biadego, Verona 1891, pp. 367 s.; A. Piazzi, Lonato. La basilica di S. Giovanni Battista, Brescia 1980, p. 63; E.M. Guzzo, Lonato: la basilica di S. Giovanni Battista. Un libro, delle precisazioni, alcune proposte: appunti sul L., il Lorenzi, il Cignaroli, il Farinati, in Brixia sacra, n.s., XVII (1982), p. 208; E. Rama, in La pittura in Italia. Il Settecento, a cura di G. Briganti, II, Milano 1990, p. 707 (s.v. Elenetti, Antonio); G. Baldissin Molli, Giambettino Cignaroli e Saverio Dalla Rosa: postille e note inedite, in Atti e memorie dell'Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona, CLXIX (1992-93), p. 390; P. Rigoli, Inediti d'archivio per S. Brentana, in Verona illustrata, X (1997), p. 88 n. 4; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 450 (s.v. Elenetti, Antonio); R. Brenzoni, Diz. di artisti veneti. Pittori, scultori, architetti, etc. dal XIII al XVIII secolo, Firenze 1972, p. 129.