LOBO ANTUNES, António
Scrittore portoghese, nato a Lisbona il 1° settembre 1942. Laureato in medicina, ha esercitato la psichiatria nella sua città natale fino alla consacrazione letteraria negli anni Ottanta. Tra il 1971 e il 1973 ha vissuto le tragiche vicende della guerra coloniale in Angola, come ufficiale medico negli ospedali da campo. Saranno proprio gli anni terribili di una guerra combattuta e persa con la coscienza di essere dalla parte sbagliata della trincea, unitamente alla pratica psichiatrica, a segnare la sua produzione letteraria. Il tema di un'Africa grondante sangue e morte, e in cui i sentimenti umani sono annientati, ritorna quasi ossessivamente nelle pagine dei primi romanzi, ma è presente anche nei successivi, e si intreccia e si fonde con argomenti universali come i concetti di vita e morte, l'assenza d'amore, la difficoltà di comunicazione, visti attraverso la lente dello psichiatra, in una lettura intimista delle vicende umane. A. è stato più volte segnalato per il conferimento del premio Nobel per la letteratura.
La sua carriera letteraria è iniziata nel 1979 con la pubblicazione di Memória de elefante e Os cus de Judas (trad. it. In culo al mondo, 1997), cui ha fatto seguito Conhecimento do Inferno (1980). La scrittura è ridondante, barocca, con un uso esagerato della metafora, che lo stesso A. oggi si rimprovera, anche se proprio da questo i suoi libri traggono forza espressiva reiterando tre motivi guida - memoria, lontananza e inferno - che caratterizzano molta parte della sua produzione successiva. Con Fado alexandrino (1983) e soprattutto As naus (1988; trad. it. 1997) A. trasferisce su un piano più vasto la sua opera di rivisitazione intimista della guerra coloniale. Le navi di cui parla sono piuttosto le caravelle che, partite nel Cinquecento colme di sogni e bramosia di conoscenza, tornano negli anni Sessanta e Settanta del secolo 20° cariche dei morti, dei feriti e dei rimorsi della guerra coloniale. Sono le caravelle che riportano in Europa portoghesi d'Africa destinati a un esilio perpetuo in patria. Con le navi torna in patria anche A., e infatti al romanzo del ritorno fanno seguito i tre libri della cosiddetta trilogia di Benfica - dal nome del popolare quartiere di Lisbona in cui egli ha trascorso la giovinezza - che A., con eccesso di autocritica, considera i suoi primi 'buoni romanzi': Tratado das paixões da alma (1990; trad. it. 1998), A morte de Carlos Gardel (1991) e A ordem natural das coisas (1992). Ormai l'Africa, pur presente, appartiene al ricordo e la narrazione si concentra progressivamente sul Portogallo. Dopo un periodo di silenzio, interrotto dalla pubblicazione di un libro per l'infanzia (A história do hidroavião, 1994) e delle Crónicas (1995) che raccolgono i suoi interventi su un quotidiano di Lisbona, nel 1997 ha dato alle stampe O manual dos Inquisidores e O esplendor de Portugal, primi due volumi di una tetralogia che si propone come un esame, quasi psichiatrico, del potere in Portogallo e della sua gestione.
Altri scritti: A explicação dos pássaros (1981); Auto dos danados (1985).
bibliografia
I. Pedrosa, António Lobo Antunes, in Jornal de letras, artes & ideias, 14-20 april 1986, 197, pp. 2-3;
A. Quadros, A ideia de Portugal na literatura portuguesa dos últimos cem anos, Lisboa 1989;
J.J. Letria, Conversando com letras: entrevistas com escritores, Lisboa 1995;
F.J. Viegas, "Nunca li um livro meu" (intervista ad A. Lobo Antunes), in Ler, 1997, 37, pp. 30-43.