LUCCI, Antonio
Nacque ad Agnone, nel Molise, il 2 ag. 1682 da Francesco, calzolaio attivo anche nella viticoltura e nel commercio del rame, e da Angela Paolantonio. Battezzato con i nomi di Angelo e Nicola, assunse quello di Antonio quando, dopo studi presso i francescani conventuali di Agnone, entrò quindicenne nell'Ordine, nel locale convento di S. Francesco. Nell'agosto 1697 iniziò l'anno di noviziato presso il convento d'Isernia. In seguito si dedicò per nove anni agli studi, per i quali fu a Venafro, Alvito, Aversa, Agnone e infine nel collegio delle Ss. Stimmate ad Assisi. Fu suo compagno e amico in questi anni Francesco Antonio Fasani, con il quale prese gli ordini ad Assisi il 19 sett. 1705; nel 1746 il L. testimoniò nel processo di beatificazione dell'antico amico.
Divenuto maestro in teologia il 14 ag. 1709, il L. si dedicò all'insegnamento, prima ad Agnone, poi come reggente di studio e docente di teologia a Ravello e successivamente nel collegio di S. Lorenzo Maggiore a Napoli (1713-18), affiancando l'attività di insegnante alla predicazione. Nel 1718 fu nominato ministro della provincia di S. Angelo e dal 1719, per dieci anni, resse il collegio di S. Bonaventura a Roma, la più importante facoltà teologica del suo Ordine. In questo periodo fu anche teologo del sinodo romano del 1725, qualificatore e consultore del S. Uffizio (1716-29) e confessore di Maria Clementina Sobieski, moglie di Giacomo Stuart il "Vecchio pretendente", che allora dimorava a Roma, in piazza Ss. Apostoli (Mazzucco).
Benedetto XIII lo nominò vescovo di Bovino il 7 febbr. 1729; la consacrazione avvenne a Roma il 13 febbraio per mano dello stesso pontefice che ebbe per lui parole di profondo apprezzamento.
Da allora il L. visse stabilmente nella sua diocesi. Qui difese le prerogative della Chiesa messe in discussione dal potere politico, rappresentato tra gli altri dal duca di Bovino don Inigo Guevara e dal principe di Montaguto Gregorio Pinto y Mendoza, tesoriere generale e governatore della R. Cassa militare del Regno di Napoli. Non mancarono anche contrasti con il litigioso clero locale, fra cui quelli con un canonico di Deliceto, A. Maffei, durati dal 1743 fino alla morte del Lucci. Molteplici furono le sue iniziative per la diocesi; per contrarietà economiche e opposizioni locali non riuscì a edificare un seminario, pagò di persona i docenti necessari per insegnare grammatica, retorica e filosofia ai religiosi ed egli stesso tenne gli insegnamenti di teologia e canto gregoriano.
Promosse inoltre il restauro della cattedrale, edificò chiese ed elargì sovvenzioni per i poveri e i bisognosi, come in occasione della carestia del 1742-43. Curò con speciale attenzione l'osservanza delle feste e la disciplina tra i religiosi e svolse con regolarità le visite pastorali e la predicazione. Fece esumare le reliquie di Marco di Ecana, santo patrono e vescovo di Bovino tra III e IV secolo, sepolte in un tempietto a lui dedicato, annesso alla cattedrale, e le fece esporre in loco provvedendo ad ampi restauri dello spazio circostante. Nel 1745, con l'assegnazione di alcuni benefici, permise ad Alfonso Maria de Liguori, cui lo legava un rapporto fraterno, di fondare un centro missionario nella diocesi. Per un periodo ebbe anche il ruolo di abate commandatario di S. Giovanni in Lamis. Il più esaustivo documento sulle numerose iniziative del L. nel suo territorio è rappresentato dalle cinque relationes ad limina (1731, 1736, 1740, 1744, 1747), nelle quali documentò con dovizia di particolari lo stato della diocesi (Maulucci non riporta integralmente le relationes, ma ne riassume e analizza buona parte).
Benedetto XIV consultò il L. in varie occasioni su questioni teologiche. Tra i pareri richiestigli ve ne fu uno sulla bolla Unigenitus Dei Filius di Clemente XI contro il giansenismo (1713), ma lo scritto del L. sull'argomento sembra attualmente disperso. Di lui ebbe stima anche Carlo di Borbone, che lo incontrò più volte allorché si recava nella zona di Bovino per partecipare alle battute di caccia di Torre Guevara. Quando, nel 1741, il sovrano emanò disposizioni per redigere il catasto del Regno (catasto onciario) il L. partecipò attivamente alla loro applicazione nel territorio a lui sottoposto, sollecitando tra l'altro l'elezione dei deputati ecclesiastici.
Il L. fu autore di molte opere, per lo più inedite e in gran parte disperse. Tra esse, trattati di teologia e filosofia ampiamente adottati nelle scuole dell'Ordine, saggi di diritto canonico e apologetici, sermoni, prediche, editti, panegirici e opuscoli su vari argomenti, tra cui uno sulla questione della liceità del gioco del lotto per i regolari, edito postumo dal confratello A. Sgambati (Responsio data anno 1741( Super dubio: an regularibus liceat ludus vulgo dictus del lotto, Romae 1791; una edizione in italiano si ebbe a Foligno nel 1792). Resta inoltre un suo ponderoso lavoro storico, le Ragioni storiche da umiliarsi alla sacra congregazione de' Riti, co' quali dimostrasi tutt'i santi, e beati de' primi due secoli francescani, appartenere a' soli padri conventuali (Napoli 1740).
Il L. morì a Bovino il 25 luglio 1752.
Lo zelo pastorale, l'incessante attività di assistenza e il rigore della vita produssero attorno al L. una fama di santità, cresciuta subito dopo la morte, tanto che una causa di beatificazione fu avviata dopo soli sei anni (gli atti ebbero una prima definizione in una Positio, edita a Roma nel 1764 dalla congregazione dei Riti). Il 13 giugno 1847, nel portico della basilica dei Ss. Apostoli in Roma, Pio IX pubblicò il decreto sull'eroicità delle virtù e riconobbe al vescovo di Bovino il titolo di venerabile. La proclamazione a beato è avvenuta il 18 giugno 1989.
Fonti e Bibl.: P.L.M. Sileo, Breve relazione della vita e preziosa morte di f. A. L., vescovo di Bovino dell'Ordine de' frati minori conventuali, Roma 1753; P.G. Fratini, L'astro di Agnone nel Sannio, Foligno 1895; D. Sparacio, L. venerabile A., in Miscellanea francescana, XX (1919), 1-4, pp. 38-40; G.G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium Ordinum S. Francisci, Romae 1936, III, pp. 181 s.; Arturus a Monasterio, Martyrologium Franciscanum, Romae 1939, p. 277; V. Maulucci, Il governo pastorale del beato A. L. OFM conv. vescovo di Bovino (1729-1752), analisi delle sue "Relationes ad limina", Roma 1989; P.A.M. Pompei, Il beato A. L., dei frati minori conventuali, Roma 1989; I. Mazzucco, Minuscula romana, Roma 1994, pp. 79 s.; Bibliotheca sanctorum, VIII, pp. 235 s.; Enc. Italiana, XXI, p. 565; Hierarchia catholica, V, p. 125.