LUPI, Antonio
. Figlio di Guido di Rolandino e di una Mabilla, nacque nella prima metà del XIV secolo e condivise le vicende della sua famiglia: l'esilio da Parma, l'adesione all'imperatore Carlo IV, l'insediamento a Padova e l'organicità alla signoria dei da Carrara.
Le prime notizie sul L. risalgono al 1356, quando era condottiero impegnato contro i Visconti con le truppe del vicario imperiale Astorgio di Marcovaldo e dello zio Raimondino Lupi, insieme con cui fu fatto prigioniero da Lodrisio Visconti. Nel 1359 fu podestà di Pavia e il 22 luglio 1366 fu destinatario dei privilegi della cittadinanza di Parma, Cremona, Mantova e Reggio, concesso dall'imperatore Carlo IV ai principali membri della famiglia Lupi.
Prese quindi anch'egli a risiedere a Padova, dove figurava con i principali esponenti dei Lupi nel Consiglio di guerra della signoria carrarese del luglio 1372. Partecipò alla guerra tra Padova e Venezia del 1372-73, in cui tenne il comando delle truppe schierate a Gambarare, presso Mira, per sorvegliare il serraglio di S. Ilario, e condusse diverse scorrerie nel territorio trevigiano; quindi sembra agire prevalentemente insieme con il fratello Simone, dalle scorrerie contro Noale allo scontro sotto le mura di Treviso del 18 ott. 1372, alla difesa del serraglio delle Brentelle, nel novembre 1372. Quando nel marzo 1373 il fratello fu privato dell'incarico di capitano generale per essere sostituito da Riccardo di San Bonifacio, il L. fu affiancato a quest'ultimo, che lo nominò capitano di Piove di Sacco; quasi subito fatto prigioniero dai Veneziani e condotto a Venezia, dopo essere stato liberato fu di nuovo sul campo in occasione della definitiva sconfitta padovana a Buonconforto.
Il L. combatté ancora per i da Carrara fino all'epoca della guerra di Chioggia (1378-1381), ma prese poi a risiedere principalmente a Mantova come lo zio Raimondino, che lo nominò, con Bonifacio Lupi, rettore dell'ospedale Ss. Lucia e Caterina da lui fondato. Soprattutto, dopo che Gian Galeazzo Visconti aveva consentito ai membri della famiglia Lupi di riprendere il controllo del feudo avito di Soragna e di costruirvi una nuova rocca, fu proprio il L. a essere nominato da Bonifacio Lupi erede parziale delle sue sostanze, con testamento del 17 luglio 1385. A lui fu destinata metà del castello di Soragna - l'altra metà toccò a Ugolotto Biancardo - e del palazzo di famiglia in Parma. Fu L. quindi a riprendere la stabile residenza parmigiana, ed è documentato come presente e attivo nel locale Consiglio il 19 dic. 1407.
Il L. morì a Parma nel 1412.
Aveva sposato Aluisa di Tomasino Beccaria di Pavia ed ebbe da lei Raimondino, continuatore dei marchesi di Soragna.
Fonti e Bibl.: G. Gatari - B. Gatari - A. Gatari, Cronaca carrarese, a cura di A. Medin - G. Tolomei, in Rer. Ital. Script., 2a ed., XVII, 2, pp. 63, 65, 67-69, 79 s., 92, 114, 116, 155, 264; Th.E. Mommsen, Italienische Analekten zur Reichsgeschichte des 14. Jahrhunderts (1310-1378), in Mon. Germ. Hist., Schriften, XI, Stuttgart 1952, nn. 308 p. 127, 328 p. 134; G. Pirchan, Italien und Kaiser Karl IV. in der Zeit seiner zweiten Romfahrt, Prag 1930, II, pp. 28, 56, 80, 86, 201; M.C. Billanovich, Un amico del Petrarca: Bonifacio Lupi e le sue opere di carità, in Studi petrarcheschi, n.s., VI (1989), pp. 257-278; B.G. Kohl, Padua under the Carrara, 1318-1405, Baltimore-London 1998, pp. 122, 172 s., 183, 185; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. Lupi di Soragna, tav. III.