MALATESTI, Antonio
Poeta fiorentino del sec. XVII, morto nel 1672. Si distinse nell'Accademia degli apatisti, improvvisando versi e recitandovi i suoi sonetti; entrato nelle grazie del granduca Ferdinando II, ne ottenne un onorevole impiego onde poté lasciare la sua vecchia occupazione di setaiolo e darsi tutto alla poesia. Poeta arguto, facile e colorito, compose molte poesie giocose, le quali furono raccolte e pubblicate dopo la morte: commedie, liriche, sonetti rusticali. La sua fama rimane affidata ai Brindisi dei ciclopi (Firenze 1673) e alla Sfinge, un volumetto di enigmi, distribuiti in quattro parti (Firenze 1683).
Nei Brindisi, in sonetti, che appartengono alla poesia ditirambica rimessa in onore dal Chiabrera, il poeta finge che Polifemo, per la vittoria riportata su Acide, suo rivale nell'amore di Galatea, bandisca un solenne convito, in cui gli altri ciclopi libino copiosamente e facciano brindisi in onore del vincitore. Molto più pregevoli e graziosi sono gli enigmi, stesi la maggior parte in sonetti, alcuni caudati, altri in ottave e in quartine. A temi comuni e agl'indovinelli popolari, ma diversamente svolti, se ne aggiungono nuovi e originali, riguardanti cose e argomenti fiorentini. Taluni sono mirabili per arguzia, spunti satirici, freschezza, e per naturalezza d'espressione.
Bibl.: D. M. Manni, Le veglie piacevoli, VI, Firenze 1816, pp. 114-28.