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Manetti, Antonio

di Pier Giorgio Ricci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Manetti, Antonio

Pier Giorgio Ricci

Matematico e architetto fiorentino (1423-1497); s'interessò anche di studi letterari, sebbene non fosse propriamente un umanista. Appassionato dantologo, gli spetta il merito di aver fondato gli studi di cosmografia dantesca, come possiamo riconoscere attraverso le testimonianze di Cristoforo Landino e di Girolamo Benivieni.

Il primo parlò degli studi del M. nel discorso intorno al Sito, forma et misura dello 'nferno et statura de' giganti et di Lucifero, premesso all'edizione commentata del poema da lui pubblicata nel 1481; il Benivieni in un Dialogo di Antonio Manetti, cittadino fiorentino, circa al sito forma et misure dello inferno di Dante Alighieri. Si tratta di testimonianze in alcuni punti discordanti, ma bastevoli per misurare il fondamentale contributo del M. a un settore tanto arduo degli studi danteschi.

Al M. sono da attribuire anche altri meriti: di aver indotto Marsilio Ficino a dargli una traduzione della Monarchia che ebbe larghissima, secolare fortuna; di essersi adoperato per il ritorno delle ossa di D. a Firenze, sollecitando l'intervento di Lorenzo de' Medici; di aver tentato una biografia di Guido Cavalcanti. È infine da ricordare che il M. lasciò nel codice II I 33 della bibl. Nazionale di Firenze un suo Dante postillato.

Bibl. - Sul M. in generale: M. Barbi, A.M. e la novella del Grasso legnaiuolo, Firenze 1893; A. Moschetti, A.M. e i suoi scritti intorno al Brunelleschi, in Miscellanea di studi in onore di A. Hortis, Trieste 1910, 807-829. Il Dialogo del Benivieni, conservato nel codice Riccardiano 2245, è stato stampato tre volte: la prima in un'edizione giuntina, Firenze 1506; la seconda in Studi sulla D.C. di Galileo Galilei, Vincenzio Borghini et altri, a c. di O. Gigli, ibid. 1855, 35-132; la terza a c. di N. Zingarelli, Città di Castello 1897. Per la traduzione ficiniana della Monarchia e per il codice Laurenziano XLIV 36, che è di mano del M. e apografo diretto dell'originale dettato dal Ficino, cfr. P.O. Kristeller, Supplementum Ficinianum, Firenze 1937, 133. La lettera del M. al Magnifico per il ritorno delle ossa di D. a Firenze è stata stampata da I. Del Lungo in " Arch. Stor. It. " s. 3, XIX (1874), rist. in Florentia: uomini e cose del Quattrocento, Firenze 1897. La biografia del Cavalcanti si può leggere in Operette istoriche, edite ed inedite, di A.M., raccolte da G. Milanesi, ibid. 1887. Sull'esemplare della Commedia, datato al 1463, cfr. Batines 110.

Vedi anche
Giovanni Gherardi (detto Giovanni da Prato). - Scrittore (Prato 1367 circa - Firenze tra il 1442 e il 1446). Lesse a S. Maria del Fiore la Commedia e le canzoni morali di Dante dal 1417 al 1425. È noto per una specie di romanzo, in lingua volgare, Il Paradiso degli Alberti (titolo datogli dal suo primo editore, A. Wesselofsky, ... Cristoforo Landino Umanista (n. Firenze 1424 - m. nel Casentino 1498). Lettore di poesia e oratoria nello Studio dal 1458, dal 1467 fu cancelliere di parte guelfa, poi scrittore di lettere pubbliche presso la Signoria. Imbevuto di neoplatonismo, la sua opera maggiore sono le Disputationes camaldulenses (4 libri, pubbl. ... Alessio Baldovinétti Baldovinétti, Alessio (o Alesso). - Pittore (Firenze 1425 - ivi 1499). Muovendo dall'arte di Domenico Veneziano, dell'Angelico, di Andrea del Castagno, insistè particolarmente sulle cadenze ritmiche della linea e sulla qualità luminosa del colore, sia nelle figure sia nei nitidi paesaggi. Sue opere principali ... Bernardo Rossellino Nome con cui è noto lo scultore e architetto Bernardo Gamberelli (Settignano 1409 - Firenze 1464), fratello di Antonio.  Nella sua opera, in cui appare la piena coscienza delle nuove forme fiorentine, unì, in un singolare accordo tra scultura e architettura, il disegno severo alla ricerca di luminosità. ...
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  • Manétti, Antonio di Tuccio
    Enciclopedia on line
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Vocabolario
manétta
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manèttia
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