MARCHI, Antonio
Nacque presumibilmente nella seconda metà del Seicento. Non si hanno notizie circa il luogo di nascita e la famiglia di origine.
I libretti di numerosi drammi per musica dati alle stampe fra Sei e Settecento testimoniano della sua attività di librettista, principalmente al servizio dei maggiori teatri veneziani, quali il S. Angelo, il Ss. Giovanni e Paolo, il S. Cassiano, il S. Samuele e il S. Moisè.
La prima attestazione dell'attività del M. risale all'autunno del 1692, quando l'11 novembre firmò come autore la dedica de La Rosalinda, rappresentata nel teatro di S. Angelo con musica di M.A. Ziani. A questa seguì la Zenobia regina de' Palmireni, messa in scena nel teatro Ss. Giovanni e Paolo nel carnevale 1694 con musica di T. Albinoni, che con questo dramma inaugurò la sua carriera di operista nei teatri veneziani. Il M. scrisse altri libretti per opere messe in musica dallo stesso Albinoni: Zenone imperator d'Oriente (1696), Radamisto (1698) e Alcina delusa da Ruggero (1725).
Il M. collaborò anche con i compositori A. Pollaroli e G.M. Ruggieri che misero in musica i suoi drammi Demetrio e Tolomeo (Venezia 1702) e L'ingannator ingannato (ibid. 1710). Quest'ultimo - la cui stesura si doveva "all'intrapresa nel corso di pochi giorni d'aprire alla tua vista un nuovo teatro", come scrive il M. nell'avviso "a chi legge" nel libretto (Sartori, III, p. 439, n. 13112) -, fu effettivamente il primo dramma in musica rappresentato al S. Samuele, teatro della famiglia Grimani, in cui fino all'autunno del 1710 si erano date soltanto commedie (Bonlini, p. 29; Groppo, Catalogo purgatissimo…, p. 166). Per il teatro di S. Moisè il M. infine scrisse La costanza trionfante degl'amori e degl'odii, il più fortunato dei suoi drammi, che fu dato alle scene con la musica di A. Vivaldi nel carnevale del 1716.
Anche a distanza di decenni, il M. riutilizzava i propri libretti per adattarli a nuovi allestimenti; a tal fine, oltre allo scontato cambiamento di titolo, li rimaneggiava sostituendo, eliminando o aggiungendo arie, recitativi, scene e personaggi.
Nell'autunno del 1710, per esempio, il dramma La Rosalinda, "non poco alterato e ristretto", andò in scena con il titolo L'Erginia immascherata, con musiche di diversi autori (Groppo, Catalogo purgatissimo…, p. 457).
La trama del Vinto trionfante del vincitore (novembre 1717), che il M. dovette modificare nel ristretto termine di pochi giorni per metterla in scena al teatro S. Angelo, è la medesima del dramma Zenobia, ridotto al "genio ed al gusto moderno in guisa tale che […] sembrarà al tutto diverso", come si legge nella dedica del libretto (Sartori, IV, p. 494, n. 24952).
La costanza trionfante degl'amori e degl'odii costituisce un caso interessante di revisione librettistica. Dapprima il rimaneggiamento riguardò soltanto poche arie; il libretto stampato per la recita del carnevale 1718, asserisce, infatti, che con il nuovo titolo di Artabano re de' Parti "se ne ritorna la seconda volta a passeggiare su l'istessi cuturni" nel teatro di S. Moisè, La costanza trionfante con l'originaria musica di A. Vivaldi (Arch. di Stato di Venezia, Riformatori allo Studio di Padova, Licenze per stampa, b. 294, cc. n.n.). Nel carnevale 1731 questo primo adattamento "fu accomodato in qualche parte dal Vitturi" (Groppo, Catalogo purgatissimo…, p. 224) e in altre dal M., che firmò la dedica del libretto, e andò in scena col titolo L'odio vinto dalla costanza con musica di Vivaldi, rimaneggiata da A. Galeazzi. La revisione del testo della Costanza trionfante, sia nella versione del 1718 (Artabano re de' Parti) sia in quella del 1731 (L'odio vinto dalla costanza), è legata alla vittoria della sacra Lega sull'Impero ottomano: il M. dedicò l'Artabano (Venezia 1718) a P.E. Martinengo Colleone e ai suoi "marziali riguardevoli impieghi" (Arch. di Stato di Venezia, Riformatori allo Studio di Padova, Licenze per stampa, b. 294, cc. n.n.) e L'odio vinto dalla costanza (Venezia 1731) a Maria Civran Labia, che - come si legge nella dedica del libretto - era degna discendente di antenati insigni andati baili alla potenza dell'ottomano (Sartori, IV, p. 269, n. 16875).
Anche l'Alcina delusa da Ruggero - tratta da un episodio dell'Orlando furioso - fu trasformata dal M. col titolo Gl'evenimenti di Ruggero, e messa in scena nel carnevale del 1732, sempre con la musica di Albinoni.
I libretti del M. circolarono anche al di fuori dei teatri veneziani, in altri centri europei di primo piano, come Monaco, Amburgo e Praga. In particolare, all'estero conobbe notevole fortuna La costanza trionfante degl'amori e degl'odii.
La costanza trionfante arrivò subito dopo il debutto veneziano in Germania, dove fu rappresentata nel 1718 alla Hofoper di Monaco, con musica di Vivaldi, e nel 1719 al Theater am Gänsemarkt di Amburgo, dove, tradotto con il titolo Die über Hass und Liebe siegende Beständigkeit oder Tigrane König von Armenien, andò in scena come pasticcio con musiche di Vivaldi, F. Gasparini, F. Conti e G.M. Orlandini. Il dramma fu inoltre rimaneggiato due volte da A. Denzio per il teatro del conte F.A. von Sporck a Praga, dove fu rappresentato con il titolo La tirannia castigata nel carnevale del 1726, e con quello di Doriclea nel carnevale del 1732. Buon successo conobbe il libretto dell'Alcina: Loewenberg afferma inoltre che l'opera fu messa in scena a Brunswick nel febbraio del 1738 con arie cantate in lingua tedesca e nell'agosto dello stesso anno tutta in italiano, ma non cita fonti al riguardo. Errata è la notizia, data ancora da Loewenberg, che l'Alcina di Händel sia stata scritta sull'omonimo libretto del M., dato che il compositore tedesco utilizzò il libretto L'isola di Alcina di A. Fanzaglia.
Il successo dei drammi del M. sembra da attribuirsi, oltre che alla felice vena poetica del librettista, al fatto che essi furono posti in musica da alcuni fra i più acclamati compositori del tempo. A differenza di altri librettisti, il M. non attribuì ai suoi drammi un particolare valore letterario, ma li reputò destinati a ottenere il divertimento e il facile consenso del pubblico. Nelle premesse ai suoi libretti egli dichiara, infatti, di scriverli non perché vadano a riposare nelle biblioteche per erudimento ai letterati ma per allettare l'uditore, come si legge nella dedica del libretto di Zenone (Sartori, V, p. 535, n. 25369). Benché il M. abbia iniziato la sua attività sul finire del XVII secolo - quando i librettisti veneziani si orientavano verso la tragedia e i soggetti storici -, egli si mostra ancora incline verso i temi magici o fantastici, tipici del libretto veneziano del Seicento: nelle prime quattro opere sussistono effetti drammatici, come le improvvise e spettacolari mutazioni di scena, l'apparizione di divinità su macchine e scene di pazzie, incantesimi, serragli, decapitazioni e suicidi simulati. Personaggi comici (come servi e serve) o en travesti si trovano abitualmente nei drammi del M., come pure, scene di agnizione e svelamento.
A partire dal Radamisto (1698), il M. sembra invece avvicinarsi a quella nuova tendenza drammaturgica che prevede il principio della verosimiglianza storica, l'abolizione del sovrannaturale, l'osservanza delle unità aristoteliche e la riduzione dei personaggi, delle scene e delle arie, queste ultime tutte nella convenzionale forma con il "da capo". Tali elementi sono sempre presenti nei libretti del M. a partire dal 1702. Solo alla fine della sua carriera, con l'Alcina, il M. ritorna a un soggetto magico, con tanto di speciali effetti scenici, nonostante si noti, in questo caso, un'attenzione stilistica verso uno sviluppo interiore dei caratteri dei personaggi.
Il M. morì dopo il 1732, anno in cui firmò la dedica al mecenate P.E. Martinengo Colleone del suo ultimo libretto, Gl'evenimenti di Ruggero, ennesima revisione dell'Alcina.
Opere (tutte rappresentate a Venezia): La Rosalinda (Ziani; S. Angelo, autunno 1692), con titolo di L'Erginia immascherata (musica di diversi autori; S. Fantin, autunno 1710); Zenobia regina de' Palmireni (Albinoni; Ss. Giovanni e Paolo, carnevale 1694), con titolo di Il vinto trionfante del vincitore (Albinoni, Vivaldi et al.; S. Angelo, autunno 1717); Zenone imperator d'Oriente (Albinoni; S. Cassiano, autunno 1696); Radamisto (Albinoni; S. Angelo, autunno 1698); Demetrio e Tolomeo (Pollaroli; ibid., autunno 1702); L'ingannator ingannato (Ruggieri; S. Samuele, autunno 1710); La costanza trionfante degl'amori e degl'odii (Vivaldi; S. Moisè, carnevale 1716); con il titolo Artabano re de' Parti (Vivaldi; S. Moisè, carnevale 1718); con il titolo L'odio vinto dalla costanza (Galeazzi - Vivaldi; S. Angelo, carnevale 1731); Alcina delusa da Ruggero (Albinoni; S. Cassiano, autunno 1725); con il titolo di Gl'evenimenti di Ruggero (Albinoni; S. Moisè, carnevale 1732).
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