Margheriti, Antonio
Regista cinematografico, nato a Roma il 19 settembre 1930 e morto a Trevignano Romano (Roma) il 4 novembre 2002. Nella sua opera vasta ed eclettica, nell'ambito della quale si firmò quasi sempre con pseudonimi (il più frequente dei quali fu Anthony M. Dawson) non emergono temi caratteristici, ma una predilezione per la fantascienza e il cinema fantastico in genere, sia pure temperata da una vena ironica sdrammatizzante. Affiora talvolta anche l'esigenza di ricerca formale non banale, come in Contronatura, noto anche come Schreie in der Nacht (1969), inquietante e morbosa storia di fantasmi, considerato tra i suoi film più riusciti.Interrotti gli studi di ingegneria, si avvicinò al cinema da autodidatta, all'inizio degli anni Cinquanta, come assistente del montatore Mario Serandrei, e in seguito come soggettista, sceneggiatore, creatore di effetti speciali e aiuto regista per il produttore Turi Vasile. Autore di documentari e appassionato lettore di fumetti, esordì nel lungometraggio nel 1960 con Space men, uno dei primi film italiani di fantascienza, realizzato a basso costo e ricco di idee innovative, tra cui quella di un computer ribelle. Allo stesso genere appartengono alcuni dei suoi film più riusciti, come Il pianeta degli uomini spenti (1961) e I criminali della galassia (1966), in cui alcuni critici hanno ravvisato curiose anticipazioni iconografiche di momenti del cinema di Stanley Kubrick (l'onda di sangue, che si ritrova, anni dopo, in Shining). Anche l'horror gotico, il genere inaugurato da Riccardo Freda e Mario Bava, si dimostrò un terreno a lui pienamente congeniale e, dopo La vergine di Norimberga (1963), realizzò con Danza macabra (1964) una delle sue opere migliori, caratterizzata da toni morbosi e da un'atmosfera onirica. Portò felici intuizioni in quasi tutti i generi del cinema popolare, che seppe affrontare sempre con notevole perizia artigianale: dal peplum (Il crollo di Roma, 1963) al thriller (La morte negli occhi del gatto, 1973), dallo spionistico (A 077: sfida ai killers, 1966) al western (…E Dio disse a Caino..., 1970).
Apprezzato e affidabile esecutore, negli anni Settanta e Ottanta M. venne richiesto da produzioni internazionali. Collaborò, tra gli altri, ai due horror realizzati in Italia, nel 1974, da Paul Morrissey, Il mostro è in tavola, barone… Frankenstein, noto anche come Flesh for Frankenstein, e Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!, noto anche come Blood for Dracula. Nella seconda metà degli anni Ottanta e nel decennio successivo la sua attività di regista si incanalò nel filone del film bellico di avventura, nell'ambito del quale si ricorda Indio (1989), che portò sul grande schermo Marvin Hagler, ex campione del mondo dei pesi medi.
Le interviste celibi: Antonio Margheriti, a cura di M. Garofalo, in "Segnocinema", 1997, 84 e 85, pp. 2-9 e 7-13; T. Mora, Storia del cinema dell'orrore, 2° vol., Roma 2002, pp. 178-87.