ABBATINI, Antonio Maria
Nato a Tiferno (Città di Castello) nel 1597-1598, studiò a Roma con i fratelli Giovanni Maria e Giovanni Bernardino Nanino, forse dopo aver ricevuto i primi insegnamenti musicali dallo zio, Lorenzo Abbatini. Nel luglio 1626 divenne maestro di cappella presso la basilica di S. Giovanni in Laterano, e nello stesso tempo deve ritenersi probabile un suo magistero anche presso il Seminario Romano. Nel 1629 si trasferì alla cattedrale di Città di Castello (dove sposò Dorotea Giustini il 30 ott. 1631), per poi passare al duomo di Orvieto nel 1633. Quivi prese parte anche all'Accademia degli Assorditi. Di nuovo a Roma nel 1634 (forse maestro di cappella alla chiesa del Gesù, ossia alla cappella del Seminario Romano), ritornò verso la fine del 1636 a Città di Castello, richiedendo conferma del suo servizio alla cattedrale il 3 genn. 1639. Tuttavia l'A. non vi si trattenne che fino al novembre del 1640, quando raggiunse Roma per la sua nomina a maestro di cappella alla basilica di S. Maria Maggiore, che mantenne per circa sei anni (5 genn. 1646).
Dopo un breve passaggio alla chiesa di S. Lorenzo in Damaso, si dedicò ancora alla cappella di S. Maria Maggiore dal 28 sett. 1649 al gennaio 1657 (secondo il Baini e il Cametti; dal 28 ott. 1649 all'aprile 1652, secondo il Raeli). Stimato dal papa Urbano VIII e da A. Kircher, che seguivano i suoi suggerimenti e consigli, fu eletto "guardiano dei maestri" nella Congregazione e Accademia di S. Cecilia in Roma negli anni 1663, 1666 e 1669. Maestro di cappella della basilica di S. Maria, in Loreto (19 marzo - 30 ott. 1667), tornò alla cappella di S. Maria Maggiore il 20 marzo 1672, rimanendovi fino al 13 giugno 1677. Ritiratosi poi in quello stesso anno a Città di Castello, vi morì verso la fine del 1679, dopo aver atteso alla sovraintendenza musicale della cattedrale.
Le numerose opere di musica sacra dell'A. (in gran parte rimaste manoscritte negli archivi delle chiese dove fu maestro di cappella e in varie biblioteche, che conservano anche molte arie e cantate) furono scritte in stile corrispondente ai gusti e alle esigenze del tempo. Di maggiore importanza fu invece il suo contributo all'opera comica romana, in cui per primo accentuò il carattere singolo dei personaggi, comici o drammatici, e curò quello del recitativo, che rese sempre più secco (accompagnato dal solo cembalo), mentre dette forma ed equilibrio più ampi ai difficili "pezzi d'insieme", specialmente alla fine dell'atto.
Si ricordano di lui una Missa sexdecim vocibus concinenda, Roma 1627 (Mascardi), cui si susseguirono, sempre stampati a Roma, dal 1630 al 1635, cinque libri di Salmi a quattro, otto, dodici e sedici voci (Grignani), dal 1635 al 1638 cinque libri di Mottetti a due e a cinque voci con Basso continuo (Grignani), dal 1638 al 1650 tre volumi di Messe a quattro, otto, dodici et sedici voci (Mascardi), e ancora nel 1653 Il sesto libro di Sacre Canzoni a due, tre, quattro e cinque voci, op. 10 (Mascardi). Altre sue composizioni figurano nelle migliori raccolte a stampa di musica sacra del tempo. Come tipici esempi del suo barocchismo musicale (moltiplicate masse vocali tra di loro contrapposte, pur basate quasi sempre sulle quattro parti reali) si hanno le Antifone a dodici Bassi e dodici Tenori reali (Beatus ille servus; Euge, Serve bone), eseguite a Roma in S. Maria sopra Minerva il 4 ag. 1661 e pubblicate nel 1677 a Roma dal suo allievo D. Del Pane, ed infine Messe, Antifone, Salmi e Mottetti a dodici, trentadue e quarantotto voci, manoscritti segnalati dall'Ambros.
Come teorico, l'A. lasciò i Discorsi o Lezioni Accademiche (manoscritto forse autografo nella biblioteca del conservatorio di Bologna), che mensilmente impartì in casa sua a Roma, dal 1663 al 1668, ad amici e allievi, fra i quali si ricordano G. P. Colonna, J. Ph. Krieger e forse M. A. Cesti.
Le sue opere teatrali sono: Il pianto di Rodomonte (Orvieto 1633), cantata melodrammatica a quattro personaggi, scritta per l'Accademia degli Assorditi di Orvieto ed edita a cura di un suo cantore, P. A. Ubaldoni; il I e il III atto dell'opera comica Dal Male il Bene (Roma 1653, teatro del palazzo Rospigliosi), composta in collaborazione con Marco Marazzoli, autore del II atto, su libretto del cardinale Giulio Rospigliosi, per le nozze di Taddeo Barberini e Olimpia Giustiniani, replicata poi diverse volte nel 1654e 1658 in presenza della regina M. Cristina di Svezia; Jone,su libretto di A. Draghi (Vienna 1666, forse al teatro di corte, fattavi rappresentare da M. A. Cesti); La Comica del Cielo, ovvero La Baltasara (Roma 6 genn. 1668, teatro del palazzo Rospigliosi), scritta su libretto di G. Rospigliosi, replicata sette volte con enorme successo. In edizioni moderne: Dal Male il Bene, in A. Schering, Geschichte Musik in Beispielen, Leipzig 1931, p. 258, n. 204; Dal Male il Bene, in H. Goldschmidt, Studien zur Geschichte der italienischen Oper im 17. Jahrhundert, Leipzig 1901, pp. 325-348.
Fonti e Bibl.: Biblioteca Apostolica Vaticana, ms., Cappella Giulia,1-2 (2): G.O. Pitoni, Notizia de' Contrapuntisti, e Compositori di Musica,parte VII: dell'anno 1650 in sino all'anno 1700, pp. 601, 692-693, 694; A. Kircher, Musurgia universalis, I, Roma 1650, p. 600; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina,Roma 1828, I, pp. 71 n. 109, 310 n. 397, 369 n. 440; II, pp. 38-39 n. 477, 216-217, 316 n. 636; P. Alfieri, Brevi notizie storiche sulla Congregazione ed Accademia de' Maestri e Professori di musica di Roma sotto l'invocazione di S. Cecilia,Roma 1845, pp. 18, 51 n. 28; Catalogo dei Maestri compositori, dei Professori di musica e dei Socii di onore della Congregazione ed Accademia di S. Cecilia di Roma,Roma 1845, pp. 98, 111; R. Eitner, Bibliographie der Musik-Sammelwerke des XVI und XVII Jahrhunderts,Berlin 1877, p. 364; A. W. Ambros, Geschichte der Musik,IV, Leipzig 1878, pp. 106-107; G.B. Martini, Carteggio inedito, I, Bologna 1888, pp. 37, 155;A. Ademollo, I Teatri di Roma nel secolo decimosettimo, Roma 1888, pp. 25, 65, 99 s.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna,I, Bologna 1890, p. 188; II, ibid. 1892, pp. 155, 218, 338, 351, 361, 363, 380, 389; III, ibid. 1893, pp. 192, 197, 282, 283; A. Cametti, Cenni biografici di Giovanni Pierluigi da Palestrina,Milano 1894, pp. 57, 141-142; H. Goldschmidt, Studien zur Geschichte der italienischen Oper im 17. Jahrhundert,Leipzig 1901, pp. 59,98, 103 s., 121, 144, 325-348; A. Lavignac, Encyclopédie de la Musique et Dict. du Conservatoire,I, Paris 1914, pp. 708-711; V. Raeli, Da V. Ugolini ad O. Benevoli nella Cappella della Basilica Liberiana (1603-1646),Roma 1920, pp. 19-26; Id., Da C. Cecchelli a R. Lorenzini, nella cappella della basilica liberiana,Roma 1920, pp. 5-7;G.Tebaldini, L'Arch. musicale della Cappella Lauretana,Loreto 1921, pp. 7, 9, 15, 48, 57,81, 110-111; F. Coradini, A.M.A. e d. Lorenzo A.,Arezzo 1922; R. Casimiri, "Disciplina Musicae" e "Mastri di Capella" dopo il Concilio di Trento nei maggiori Istituti Ecclesiastici di Roma - Seminario Romano - Collegio Germanico - Collegio Inglese (sec. XVI-XVII), in Note d'Arch. per la storia musicale, XV (1938), n. 2, pp. 56-57 n. 25; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker,I, pp. 24-25; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti,I, pp. 4-5; Encicl. Ital., I, coll. 21-22; K. G. Fellerer, A .M.A.,in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 15-16; N. Pirrotta, A. A. M., in Encicl. dello Spettacolo, I, coll. 7-8.