BONUCCI, Antonio Maria
Nato ad Arezzo il 17 genn. 1651, entrò nella Compagnia di Gesù, come novizio, il 13 apr. 1671. Dopo aver studiato filosofia e diritto canonico e civile a Roma, chiese di essere inviato come missionario in Brasile. Giunto a Baia nel 1681, fu destinato a insegnare umanità nel collegio gesuitico di Olinda, ove attese anche alla predicazione. Nel 1683 fondava a Recife la Congregaçâo Mariana, che diresse per circa dieci anni e che ebbe un'ampia diffusione, specialmente negli alti gradi dell'esercito. Frattanto, il 2 febbr. 1686, il B. emetteva i quattro voti solenni, continuando la sua opera di diffusione delle istituzioni gesuitiche con la fondazione dell'Exercicio da Boa Morte.
Imparata alla perfezione la lingua portoghese, scrisse alcune opere di meditazione spirituale e agiografiche, che solo in parte pubblicò durante il suo soggiorno brasiliano (Escolla de bem morier, Lisboa 1695; Vida de S. Rosalia virgem palermitana, Lisboa 1701). Nel 1696passò, quindi, a Baia, divenendo segretario del padre Antonio Vieira e aiutandolo nella composizione dell'opera Clavis prophetarum (molto discussa per le interpretazioni apocalittiche delle Scritture); alla morte del padre Vieira (1697)attese a riordinarne le carte, finché nel 1699 futrasferito nel collegio di Aldeia de Natuba, in quanto (secondo la motivazione ufficiale) il padre generale non voleva che i gesuiti italiani si concentrassero a Baia.
Tornato in Italia per motivi di salute nel 1703, svolse una febbrile attività di predicatore a Roma e in Toscana, affiancandola con una continua operosità letteraria in lingua italiana e portoghese. Fu, infatti, un grande divulgatore dei costumi e dei problemi del Brasile, a cui rimase sempre molto legato: particolare interesse presenta l'edizione dell'Economia christâa dos senhores no governo dos escravos, Roma 1705, di cui era autore il confratello riminese Giorgio Benci, missionario in Brasile. In quest'opera, data per scontata la legittimità della schiavitù, giustificata anche sul piano storico, si cerca, però, con l'enunciazione di una serie di obblighi che hanno i padroni nei confronti degli schiavi, di mitigare la durezza della loro condizione: il tono polemico dell'opera e il continuo riferimento alla situazione concreta del Brasile spiegano sufficientemente perché fosse necessaria la pubblicazione fuori dai domini portoghesi.
Gli scritti del B., per lo più di edificazione, risentono di um gonfio stile oratorio zeppo di compiaciute morbidezze barocche: nella direzione spirituale delle anime il B., mostrando una totale diffidenza per la tormentata religiosità interiore e per le coscienze scrupolose, esorta alla frequente pratica sacramentale eucaristica (Ephemerides eucharisticae..., Romae 1700-1718), alla devozione mariana (La corona caduta ovvero Gesù nel sepolcro oggetto di puro cordoglio alla solitudine di Maria Vergine, Roma 1704) e ad altre devozioni particolari, soprattutto per il Sacro Cuore di Gesù.
Degna di ricordo per gli aspetti più deteriori di questa simbologia dell'amore, l'Anatome Cordis Christi Domini lancea perfossi, Romae 1703, dedicate al granduca di Toscana. Cosimo III (una traduzione francese fu fatta dal vescovo di Esbo, monsignor Luquet, e pubbl. 1863): il fedele, purificato dalla grazia, può unirsi al Cristo nell'offerta di tutto se stesso, dicendo: "Offeram tibi totum cor meum; et bibes illud totum liquefactum; sic infundetur cordi tuo et miscebitur amore liquescentibus visceribus tuis" (ibid., p. 43). Sulla stessa linea vanno considerate l'Anagogia coelestis,sive sublimiores cordis Deum quaerentis aflectus..., Romae 1704, e le numerose opere agiografiche, tra cui spiccano Le sacre metamorfosi rappresentate nelle vite di dieci santissime donne che sotto l'abito di diverso sesso giunsero ad un alto grado di perfezione evangelica, Roma 1710;l'Istoria della vita di Bianca Teresa Massei Buonvisi..., Roma 1716; Fiamme di celesti dottrine raccolte dalle infocate lettere di S. Francesco Saverio..., Roma 1723.
Non c'è perciò da meravigliarsi che proprio chiamando in causa il B., come tipico rappresentante della religiosità gesuitica, Girolamo Gigli scrivesse la Lettera inedita del padre A. M. Benucci (sic) gesuita della Casa professa di Roma al padre D. Antonio Caramelli abate camaldolese in Arezzo, intorno agli scorcerti delle Compagnia, Venezia 1767 (una copia manoscritta, in Bibl. Abl. Apest. Vat., Vat. lat. 10865, ff. 322-331, porta la data 7 sett. 1719), fortemente satirica.
Strettamente legate alla polemica antigiansenista e al problema della grazia sono le Vindiciae aequissimi decreti Alexandri VIII P.M. adversus propositiones XXXI in eo damnatas..., Romae 1704, in cui il B. sostiene alcune tipiche proposizioni della scuola molinistica, quali la concessione a tutti gli uomini della grazia sufficiente, per cui neppure gli ebrei, i pagani e gli eretici sarebbero privati degli effetti della redenzione, e l'esclusione dalle pene sensibili dei bambini morti senza battesimo; nell'ambito della teologia morale il B. si dichiara convinto sostenitore dell'opinione probabile.
Il B. visse gli ultimi anni presso la casa professa di Roma, ove morì il 29 marzo del 1728.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, GliScrittori d'Italia II, 3, Brescia 1762, pp. 1696 s.; F. Inghirami, Storia della Toscana compilata ed in sette epoche distribuita, XII, Firenze 1843, pp. 302 s.; E. Narducci, Giunte all'opera "Gli scrittori d'Italia"…, in Memorie della R. Accad. dei Lincei, CCLXXXI (1883-84), classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 3, XII (1884), p. 90; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, I, Bruxelles-Paris 1890, coll. 1764-1771 (a cui si rimanda per un completo elenco delle numerosissime opere del B.); S. Leite, Historia da Companhia de Jesus no Brasil, V, Rio de Janeiro 1945, pp. 49, 90, 288, 434, 444, 449, 470 s., 473, 581; VIII, ibid. 1949, pp. 95, 110-118, 127, 200, 212, 290, 295, 364; IX, ibid. 1949, pp. 77, 220, 295, 314, 3322, 338, 345; J. Benci, Economia cristâdos senhores no governo dos escravos (libro brasileiro de 1700), a cura di S. Leite, Porto 1954, pp. 16 s., 19, 21; A. Vecchi, Correnti religiose nel Sei-Settecento veneto, Venezia-Roma 1962, pp. 221 s., 554; G. Natali, Il Settecento, II, Milano 1964, p. 217; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, coll. 1124 ss.