BORROMEO, Antonio Maria
Nato a Padova il 23 nov. 1666 dal conte Bonifacio, entrò tra i chierici regolari teatini nel 1682 nel convento di Vicenza. Seguiti con profitto gli studi di filosofia e teologia, fu ordinato sacerdote a Venezia nel 1689 e quindi inviato a Roma, ove divenne segretario del generale dell'Ordine, card. Giuseppe Maria Tommasi; fu anche consultore generale e visitatore dei conventi di Roma. Si trattenne nella casa di S. Silvestro a Monte Cavallo per alcuni anni, durante i quali fu accolto fra i pastori arcadi con il nome di Orgalio Perrasiano, distinguendosi anche come elegante verseggiatore. Trasferito, in seguito, a Padova, insegnò filosofia, teologia morale e diritto canonico nel convento dei SS. Simone e Giuda, ove fu anche due volte preposito. Dimostrò, in questo periodo, la sua perizia di canonista-pubblicando l'opera De electione Vocalis inter clericos regulares comitiis generalibus interfuturi quaestiones practicae, Romae 1712, in cui sfoggia una sicura e approfondita conoscenza delle costituzioni dell'Ordine. Contemporaneamente scrisse l'Istoria dell'epidemia de' buoi accaduta l'anno 1711,coll'esame delle cagioni,uso de' rimedi,e modo di preservare i buoi sani..., Venezia 1712, frutto di sue osservazioni dirette mentre villeggiava a Sarmeola (villaggio vicino Padova) nell'estate del 1711.
L'opera, lodata anche da G. M. Lancisi per le interessanti argomentazioni esposte, dimostra un non superficiale interesse del B. per le scienze naturali e la zoologia, confermato anche dalla lettera indirizzata ad A. Vallisnieri e da questo inserita nelle Osservazioni ed esperienze intorno all'origine e costumi di varii insetti, Padova 1713.
Frattanto gli fu affidato dall'Accademia degli Arcadi l'incarico di comporre la biografia del card. Tommasi da inserire nel terzo volume delle Vite degli Arcadi illustri;ma, poiché se ne differiva la pubblicazione, il B. la diede alla luce a parte (Vita del cardinal Tommasi della Congregazione de' cherici regolari detti teatini, Venezia 1713). Il 30 ag. 1713 Clemente XI lo elevò al vescovado di Capodistria e il 3 settembre il B. fu consacrato a Roma dal card. Pietro M. Corradino.
Nella diocesi affidatagli il B. rifabbricò la chiesa di S. Nazario di Capodistria, sacrificando tuttavia l'antichità stilistica della chiesa precedente, ampliò il locale seminario e lo conformò alle norme didattiche e disciplinari di quello di Padova. Nel 1722 celebrò anche un sinodo diocesano (Diæcesana synodus prima iustinopolitana quam illustrissimus et reverendissimus D.D. A.M.B.... in sua ecclesia cathedrali diebus 4 et 5 maii celebravit anno MDCCXXII..., Patavii 1723).
Il 7 luglio 1733 rinunziò, per motivi di salute, alla carica vescovile, ritirandosi nell'abbazia padovana di S. Maria di Carmignano, conferitagli da Clemente XI nel 1716. Ivi morì il 24 febbr. 1738.
Fonti eBibl.: Archivio Segreto Vaticano, Proc. Dat. 1713, vol. 90, ff. 212-225; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1794 s.; A. F. Vezzosi, I scrittori de' cherici regolari detti teatini, I, Roma 1780, pp. 156-159; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 142-144; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, VIII, Venezia 1851, p. 739; I. Carini, L'Arcadia dal 1690 al 1890, I, Roma 1891, pp. 581-583; F. Babudri, Cronologia dei vescovi di Capodistria, in Archeografo triestino, s. 3, V (1909), pp. 232 s., 239; G. Moroni, Diz. di erud. stor.-eccles., LXXVII, p. 68; LXXX, p. 269; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 1280; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, V, Patavii 1952, p. 231