CAMPEGGI, Antonio Maria
Secondogenito del giureconsulto Giovanni Zaccaria e di Dorotea Teobaldi, figlia di Tommaso, consigliere del duca Galeazzo Sforza, il C. nacque alla fine del 1474 probabilmente a Milano ove il padre si era stabilito ed ove rimase fino all'anno successivo allorché si trasferì con la famiglia a Pavia, essendogli stata assegnata una lettura di diritto civile presso lo Studio pubblico di quella città.
Le fortune e le vicende della vita del C. sono strettamente legate a quelle dei componenti della sua numerosa famiglia; egli svolse infatti un ruolo di coordinatore degli interessi economici dei fratelli: il cardinale Lorenzo, Tommaso vescovo di Feltre, Marco Antonio vescovo di Grosseto e Bartolomeo capitano di Carlo V. Una testimonianza di questa collaborazione ci è offerta da una convenzione stipulata nel 1530 fra i figli di Giovanni Zaccaria, ove il C. appare come l'amministratore del patrimonio comune (Arch. di Stato di Bologna, Fondo Campeggi-Malvezzi, s. II, 163/400. fasc. 10).
Numerosi furono gl'incarichi affidati al C. dal fratello maggiore Lorenzo, il quale impegnato in importanti incombenze diplomatiche e curiali si servì spesso della sua collaborazione per la cura degli interessi economici delle diocesi da lui amministrate. Per questo il C. si recò nel 1512 a Feltre, diocesi che per molti anni sarà sicuro appannaggio di vari membri della famiglia.
Richiamato a Bologna nel 1511 il C. fu nominato senatore da Leone X, cominciando in tal modo a partecipare attivamente alla vita politica cittadina. Probabilmente in occasione di questo suo ritorno a Bologna egli sposò Lucrezia Guastavillani.
La posizione politica dei Campeggi dopo l'esilio dei Bentivoglio si era alquanto rafforzata in città, ove contavano fedeli amici, e presso la Curia romana dove, per il favore da loro dimostrato alla politica centralizzatrice dei pontefici, furono chiamati a ricoprire incarichi di governo in numerose città dello Stato della Chiesa. In particolare, il C. dovette vedere con favore l'instaurazione del governo pontificio a Bologna che aveva permesso alla sua famiglia di tornare in città dall'esilio cui l'avevano costretta i Bentivoglio; la sua elezione a senatore lo legò definitivamente al nuovo corso-politico cittadino ed alla politica papale.
Nel 1516 il C. venne inviato a Roma dal Reggimento bolognese, insieme con Virgilio Poeti, come ambasciatore della città; nel 1518 fu incaricato dal Senato di regolare i confini con la Repubblica di Firenze; nel 1519 fu nuovamente a Roma in sostituzione dell'ambasciatore Gaspare Dell'Armi; nel 1521 fu poi nominato ambasciatore residente presso Leone X. Stabilitosi nuovamente a Bologna nel 1523, il C. venne eletto a ricoprire varie magistrature pubbliche: fu otto volte gonfaloniere di Giustizia e dodici volte dei Collegi.
Questa intensa attività politica non gli impedì tuttavia di curare gli interessi economici ed il patrimonio della propria famiglia ottenendo l'assegnazione di incarichi ben retribuiti, come il governo della Zecca bolognese, ed impiegando il patrimonio famigliare in una redditizia serie di investimenti in proprietà immobiliari, soprattutto in acquisti e vendite di terreni che bene esemplificano il "ritorno alla terra" della nobiltà cittadina di quell'epoca; queste operazioni furono spesso compiute approfittando del favore dei parenti: fu così che il C. ottenne in enfiteusi nel 1546 dal nipote Alessandro, vescovo di Bologna, vari fondi rustici, di proprietà della mensa vescovile, per un totale di circa 700 ettari.
Ormai affermatosi come una delle più autorevoli personalità cittadine, il C. fu spesso scelto, nei momenti più solenni, a rappresentare il Reggimento bolognese: così, quando nel novembre del 1529 Carlo V, che si trovava a Modena ospite di Alfonso I d'Este, si accinse a raggiungere Bologna, per incontrarvi Clemente VII, il Reggimento decise di inviare ad accogliere l'imperatore una delegazione, a capo della quale fu messo il C., forse anche in considerazione del fatto che fin dal1512 egli era stato insignito, unitamente ai propri fratelli, del titolo di conte dall'imperatore Massimiliano. Nel 1534 il C. fu inviato a Roma per esprimere la devozione dei Bolognesi e rinnovare l'obbedienza del governo cittadino al nuovo pontefice Paolo III; il 21 aprile e il 2 giugno del 1547 partecipò alle inaugurazioni delle sessioni bolognesi del concilio di Trento.
Nonostante l'avanzata età, il C. continuò a partecipare attivamente alla vita politica, ricoprendo nel sesto bimestre del 1552 e nel quarto bimestre del 1557 la carica di gonfaloniere di Giustizia. Oramai ottantaquattrenne, dopo quarantacinque anni di partecipazione attiva al governo di Bologna, decano del Reggimento bolognese, il C. morì il 16 novembre del 1558 e venne sepolto nella chiesa della SS. Annunziata.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Fondo Campeggi-Malvezzi, s. II, 32/269: Genealogie Campeggi; Ibid., 39/276: C. all'ambasceria di Roma; Ibid., 158/395, fasc. 5, 20, 60: Procure di Lorenzo Campeggi al fratello A. M.; Ibid., fasc. 9: Salvacondotto del duca di Ferrara ad A. M. C.; Ibid., 163/400: Convenzione tra i fratelli Campeggi; Ibid., 175/412, fasc. 44: Testam. di A. M. C.; Ibid., s. III, 1/525 e ss. passim: Lettere;Ibid., Fondo Senato-Regg., Libri Partitorum, XV, ff. 64, 87, 148, 159; Ibid., Sommario degli Instrumenti del Reggimento, vedere i docc. in data 29 genn. 1524, 14 marzo 1538, 20 sett. 1538, 29 nov. 1549; Bologna, Biblioteca comunale, ms. B 564: Elenco e notizie degli ambasciatori bolognesi, ad Indicem;ms. B 671: Compendio dell'origine delle famiglie senatorie;ms. B 1333: Memorie poste nel contado di Bologna (vedi chiesa della SS. Annunziata); Bologna, Bibl. universitaria, ms. 4207, vol. 22: L. Montefani-Caprara, Famiglie bolognesi, XXII, c. 59; Concilium Tridentinum, ed. Soc. Goerresiana, Actorum pars tertia, I, Friburgi Br., 1950, pp. 62, 190; Nuntiaturberichte aus Deutschland, 1533-1559, a cura di G. Müller, II, Tübingen 1969, pp. XLVII, IL, LIII, 314; Transumptum privilegiorum... DD. Comit. de Campegijs, Bononiae 1566; B. di Galeotti, Trattato degli uomini illustri di Bologna, Ferrara 1590, p. 132; A. Masini, Bologna perlustrata, Bologna 1666, II, p. 112; P. S. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, ad Indicem;G. Giordani, Della venuta e dimora in Bologna del sommo pontefice Clemente VII per l'incoronazione di Carlo V, Bologna 1842, pp. 20, 90; G. Guidicini, IRiformatori dello stato di libertà della città di Bologna, Bologna 1876, I, pp. 184 s.; U. Benassi, Storia di Parma, Parma 1899, II, p. 107; IV, p. 106; G. Alberigo, Ivescovi italiani al concilio di Trento (1545-1547), Firenze 1959, p. 176.