MARINI, Antonio Maria
– Nacque a Venezia il 9 febbr. 1668 da Domenico, tessitore padovano, e da Santa di Tommaso Fontana (Moretti, 1984, p. 791). Da Venezia la famiglia dovette presto passare a Padova, città in cui, secondo un documento del 1694, il M. trascorse l’infanzia e rimase fino al 1691 (ibid., pp. 799 s., doc. VII). Alla fine del 1693 il M. risulta abitare a Bologna nella parrocchia di S. Maria Maggiore dove, il 22 febbr. 1694, sposò Maria Cristina Pirondi.
Nei documenti relativi al matrimonio, tra i testimoni compare Vincenzo Soramaie, pittore nato a Belluno e non meglio identificato, che dichiara di essere stato con il M. per varie città e di «haverlo praticato qua in Bologna in occasione di dipingere nella mia scuola» (ibid., p. 799, doc. IV).
Nel 1697 il M. è citato da Coronelli a Padova come famoso pittore di paesaggi; intorno al 1702 dovette trasferirsi a Venezia per vivere con la moglie nella parrocchia di S. Angelo (Moretti, 1984, p. 800, doc. IX). Nel 1707, dopo la morte della prima moglie, avvenuta il 15 dic. 1706, il M. sposò Elisabetta Costadoni e si trasferì nella corte dei Preti a calle dei Fabbri in una casa di proprietà dei canonici di S. Salvador. Da questo matrimonio, tra il 1708 e il 1723, nacquero cinque figli, di cui tre morirono in tenera età (ibid., p. 793).
La produzione del M., a lungo confusa con quella del giovane M. Ricci, è stata ricostruita solo recentemente sulla base dell’unico dipinto firmato per ora noto: il Paesaggio con cavalieri (Bergamo, Accademia Carrara) segnalato da Bassi-Rathgeb e proveniente dalla collezione bergamasca del conte Giacomo Carrara, dove era citato insieme con un pendant oggi perduto (Succi - Delneri).
Lo stesso conte, in una lettera del 1772, in cui dichiarava di conoscerne bene i lavori, assegnava al M. quattro opere della collezione Zambeccari a Bologna (Pinetti), identificabili con alcuni dipinti provenienti da quella raccolta e oggi alla Pinacoteca nazionale: una coppia di Paesaggi (inv. nn. 123, 129: Muti - De Sarno Prignano, 1991, p. 148) e una di Burrasche di mare (inv. nn. 788, 919) attribuite al M. da Martini (1982, p. 491, n. 19). Risultano non identificate, invece, le altre opere citate dalle fonti in alcune collezioni private: le due Battaglie nella collezione dei marchesi Gherardini a Verona (Dal Pozzo); i sei «paesi», di cui due con un S. Girolamo di G. Brusaferro, documentati già nel 1735 nella villa Giovannelli a Noventa Padovana (Moretti, 1984, p. 800, doc. XXI); un Paese e una Marina in casa Sampieri a Bologna (Campori); e l’autoritratto del pittore ricordato nella collezione bolognese del principe Filippo Hercolani (Zani). Rossetti riporta poi la collaborazione tra il M. e Brusaferro in quattro paesaggi nel refettorio di S. Benedetto Novello a Padova, non identificabili (Mariani Canova), e in un S. Domenico che salva una donna dal naufragio nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Padova, ancora in situ, e da datare probabilmente intorno al 1709 quando risultano documentati lavori per la chiesa (Muti - De Sarno Prignano, 1991, pp. 246 s.). La collaborazione tra i due pittori, documentata anche dai citati inventari di Noventa Padovana, è ravvisabile inoltre nel Sacrificio di Isacco (collezione privata: Proni, p. 85), nel S. Giovanni Battista (Nancy, Musée des beaux-arts: Muti - De Sarno Prignano, 1991, p. 64) e nella coppia composta dal Paesaggio con s. Girolamo (Belluno, Museo civico) e Paesaggio con Maddalena penitente (Bassano del Grappa, collezione privata: Proni, p. 88). Dibattuto è invece l’intervento per le figure nel S. Girolamo e nelle Tentazioni di s. Antonio (Padova, Museo civico) assegnate da alcuni a Brusaferro (Proni, p. 93; Moretti, 1997, pp. 216 s.) e da altri a S. Ricci (Martini, 1982, p. 492; Muti - De Sarno Prignano, 1991, p. 65), la cui collaborazione con il M., non documentata dalle fonti, è stata proposta anche per l’Uccisione di Abele (collezione privata), recentemente segnalato da De Sarno Prignano (2002).
Un nucleo importante per la ricostruzione del catalogo del M. è rappresentato dall’insieme di opere conservate alla Temple Newsam House di Leeds comprendente diciotto dipinti tra Paesaggi, Burrasche di mare e Battaglie attribuite al M. da Martini (1982, p. 492, n. 121) e sicuramente anteriori al 1706-07 quando vennero acquistati da lord Edward Irwin in occasione del suo viaggio in Italia (Gilbert).
I dipinti, che in origine dovevano essere venti (o ventotto secondo un’ipotesi di D.P. Connel riportata da Proni, p. 44 n. 53), mostrano al loro interno disparità tali da far pensare a esecuzioni in tempi diversi. Per esempio alcuni Paesaggi (inv. nn. 22.83, 22.98) sembrano precedere di qualche anno opere più mature come il Paesaggio con briganti e il Paesaggio con cascata (inv. nn. 22.107, 22.85) o la coppia di Burrasche (inv. nn. 22.93, 22.94) databili intorno ai primi anni del nuovo secolo (Muti - De Sarno Prignano, 1991, pp. 53-59). Tra le opere acquistate da lord Irwin era compreso anche un autoritratto (inv. n. 1998.22) che Proni (pp. 20, 49) attribuisce al M. con una datazione intorno al 1706.
La mancanza di ulteriore documentazione rende difficile ricostruire una cronologia attendibile delle numerose altre opere oggi attribuite al M. e classificabili in base ai diversi generi di cui il pittore era specialista.
Tra i paesaggi si possono citare le Vedute con cavalieri (Padova, Museo civico, inv. nn. 1660, 1675), attribuitegli da Martini (1982, pp. 492 s., n. 124); il Paesaggio con arco di roccia e il suo pendant (ibid., inv. nn. 1881, 1882), provenienti dalle collezioni abbaziali di S. Giustina insieme con altre opere del pittore (Mariani Canova, pp. 135, 180 s.; Muti - De Sarno Prignano, 1991, pp. 211-214); la coppia di Paesaggi con soldati (Baltimora, Walters Art Gallery, inv., nn. 37.550, 37.1776) e il Notturno sul mare (Vicenza, galleria Il tritone) segnalato da Martini (1982, p. 493, n. 124). Tra le Burrasche di mare, invece, vanno ricordati gli esemplari di Berlino (Staatliche Museen, Gemäldegalerie) e la coppia del Museo civico di Bassano del Grappa (inv. nn. 208-209), mentre, tra le scene di battaglia, oltre ai citati dipinti di Leeds, si ricordano la coppia di tele di grandi dimensioni composta da una Battaglia terrestre e una Battaglia navale in collezione privata bolognese (Muti - De Sarno Prignano, 1991, pp. 269 s.; Proni, p. 233) e una serie di opere oggi a Padova (Museo civico, inv. nn. 248, 249, 356, 363-365, 369), provenienti dalla collezione Emo Capodilista e forse attribuibili all’ultima fase della sua produzione (Muti - De Sarno Prignano, 1991, pp. 73-75, 294-296).
Le fonti (Melchiori; Pietrucci) ricordano che il M. smise di dipingere dopo il 1700 per un’infermità; ma la notizia è smentita dal fatto che egli continuò sicuramente a lavorare fino al 1711, quando è registrato nella fraglia dei pittori veneziani, e all’anno successivo, quando viene esentato dal pagamento del taglione perché non sempre residente a Venezia (Moschini, in Favaro, pp. 156, 222).
Il M. morì a Venezia il 15 dic. 1725 (Moretti, 1984, p. 800).
Fonti e Bibl.: V. Coronelli, Viaggi, Venezia 1697, I, p. 101; B. Dal Pozzo, Le vite de’ pittori, degli scultori et architetti veronesi, Verona 1718, p. 287; N. Melchiori, Notizie di pittori e altri scritti (1720), a cura di G.P. Bordignon Favero, Firenze 1968, pp. 44, 109; G.B. Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture ed architetture di Padova, Padova 1765, pp. 96, 221; P. Zani, Enc. metodico-critica-ragionata delle belle arti (1795), I, Parma 1819, p. 171; P. Brandolese, Pitture, sculture, architetture ed altre cose notabili di Padova, Padova 1795, pp. 109, 287; L. Lanzi, Storia pittorica dell’Italia… (1795-96), a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 178; G. Moschini, Guida per la città di Padova, Venezia 1817, p. 61; N. Pietrucci, Biografia degli artisti padovani, Padova 1858, p. 178; G. Campori, Raccolta di cataloghi ed inventari inediti, di quadri…, Modena 1870, p. 599; A. Pinetti, Il conte Giacomo Carrara e la sua galleria secondo il catalogo del 1796, Bergamo 1922, p. 51; R. Bassi-Rathgeb, L’imprevedibile A. M., in Boll. del Museo civico di Padova, LI (1962), 1, pp. 133-136; R. Pallucchini, Postilla Riccesca: Pietro Brancaleoni e A. M., in Arte veneta, XVII (1963), pp. 196 s.; E. Martini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia 1964, pp. 42, 185-188; C. Gilbert, A nobleman and the Grand Tour: lord Irwin and Marco Ricci, in Apollo, LXXXIII (1966), 51, p. 363; P.L. Fantelli, Ancora su A. M., in Boll. del Museo civico di Padova, LXI (1972), 1-2, pp. 165-178; E. Favaro, L’arte dei pittori in Venezia e i suoi statuti, Firenze 1975, pp. 156, 222; G. Mariani Canova, Alle origini della Pinacoteca civica di Padova: i dipinti delle corporazioni religiose soppresse e la galleria abbaziale di S. Giustina, Padova 1980, pp. 135, 180 s.; E. Martini, La pittura del Settecento veneto, Udine 1982, pp. 31-35, 491-493, nn. 120-124; L. Moretti, Risarcimento di A. M., in Scritti di storia dell’arte in onore di Federico Zeri, a cura di M. Natale, Milano 1984, II, pp. 787-800; D. Banzato, La quadreria Emo Capodilista (catal., Padova), Milano-Roma 1988, pp. 147-151; B. Aikema, in La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1989, II, p. 784; L. Muti - D. De Sarno Prignano, A. M. pittore (1668-1725): catalogo generale, Rimini 1991; M.S. Proni, A. M. Marini. L’opera completa, Napoli 1992; Marco Ricci e il paesaggio veneto del Settecento (catal., Belluno), a cura di D. Succi - A. Delneri, Milano 1993, pp. 262-266; R. Pallucchini, La pittura nel Veneto. Il Settecento, Milano 1995, I, pp. 222-227; Antonio Francesco Peruzzini (catal., Ancona), a cura di M. Gregori - P. Zampetti, Milano 1997, pp. 162-169; L. Moretti, in Da Padovanino a Tiepolo. Dipinti dei Musei civici di Padova del Seicento e Settecento (catal., Padova), a cura di D. Banzato - A. Mariuz - G. Pavanello, Milano 1997, pp. 207-215; D. De Sarno Prignano, Ancora un’opera di collaborazione tra A. M. e Sebastiano Ricci, in A tu per tu con la pittura, a cura di L. Muti - D. De Sarno Prignano, Faenza 2002, pp. 302-309; Oil paintings in public ownership in West Yorkshire: Leeds, Londra 2004, pp. 135-137; L. Muti - D. De Sarno Prignano, A. M. e il suo «sguardo» al ’700, in Capolavori in proscenio. Dipinti del Cinque, Sei e Settecento, Faenza 2006, pp. 168-193; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 105.