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ANTONIO MARIA Zaccaria, santo

di Orazio Premoli - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANTONIO MARIA Zaccaria, santo

Orazio Premoli

Fondatore dei barnabiti (v.), o chierici regolari di S. Paolo, nacque, dal nobile Lazzaro e da Antonia Pescaroli, in Cremona, sullo scorcio del 1502 o sul principio del 1503. Rimasto prestissimo orfano del padre, fu dalla madre educato alla pietà e alla carità verso i poveri. Studiò lettere in casa, filosofia e medicina a Padova e, laureatosi nel 1522, cominciò presto a spiegare la dottrina cristiana nella chiesa di S. Giroldo, oggi di S. Vitale. Fattosi prete nel 1528 per consiglio, a quanto pare, di fra' Battista da Crema, un domenicano di grande zelo e già padre spirituale di S. Gaetano Thiene, volle darsi tutto al servizio di Dio e, portatosi a Milano, entrò nella confraternita della Eterna Sapienza fondata molto probabilmente da mons. Giannantonio Bellotti ravennate, e affine negli scopi di edificazione religiosa del popolo ad altre del tempo, quali le confraternite del Divino Amore. In essa lo Zaccaria strinse amicizia con il notaio Bartolomeo Ferrari e con il patrizio Giacomo Antonio Morigia; con essi, concertò di abbracciare una vita religiosa somigliante a quella intrapresa dai teatini pochi anni innanzi, prefiggendosi lo scopo di ridurre a miglior condotta con la parola e con l'esempio il clero secolare e il popolo. Ciò avveniva verso il 1530; lo Zaccaria, sacerdote, mentre il Ferrari era soltanto chierico e il Morigia laico, dovette suo malgrado mettersi a capo dell'opera. Ma lo avevano accompagnato a Milano fra' Battista da Crema e la contessa Lodovica Torelli di Guastalla, da poco convertitasi a vita austera sotto la guida dello stesso fra' Battista. Il domenicano fu probabilmente l'ispiratore dello Zaccaria; la contessa fornì ai nuovi religiosi una casa nelle victranze di S. Ambrogio. Per mezzo del Ferrari, che aveva un fratello, Basilio, fra i segretarî di Clemente VII, si ottenne una prima approvazione dell'Ordine il 18 febbraio 1533. Ai tre, s'erano intanto aggiunti Giangiacomo de Caseis e Francesco di Lecco. Nel 1534 altri quattro nobili milanesi ne seguirono l'esempio.

Queste vocazioni religiose, le mortificazioni pubbliche che lo Zaccaria compiva coi suoi compagni, i sermoni da loro tenuti in abito di penitenti inalberando sulle pubbliche vie una grossa croce, destarono in non pochi un malumore crescente. Il 4 ottobre 1534, alla vigilia di un processo formale innanzi al senato di Milano, lo Zaccaria eccitava i compagni a prepararsi al cimento con animo forte e confidenza in Dio; i giudici però dichiararono che non v'era luogo a procedere. Una bolla di Paolo III (1535) concedeva allo Zaccaria e ai suoi seguaci una nuova approvazione, li sottraeva per un quinquennio alla giurisdizione episcopale e concedeva loro i privilegi dei canonici regolarì lateranensi.

Morto nel gennaio 1534 fra' Battista, lo Zaccaria era divenuto il solo direttore spirituale della Torelli. Questa aveva già raccolto intorno a sé un buon numero di dame e di zitelle desiderose di darsi a vita religiosa; lo Zaccaria ancora per mezzo di mons. Basilio Ferrari, nel 1535 ottenne loro l'approvazione da Paolo III. Come i seguaci dello Zaccaria si chiamarono Chierici regolari di S. Paolo decollato, le nuove religiose furono dette di S. Paolo converso, sebbene quasi subito assumessero il nome di Angeliche (v.).

Sorsero nuovi ostacoli. Mentre i poeti berneschi e l'Aretino e Ortensio Lando prendevano a scherno il movimento religioso iniziato dallo Zaccaria, antichi avversarî ricorrevano (1536) a Roma, tacciando la contessa di Guastalla, lo Zaccaria ed i suoi aderenti di errori somiglianti a quelli dei Poveri di Lione. Il nuovo processo si chiuse (21 agosto 1537) con una sentenza di assoluzione. Dal 1536, del resto, superiore di quella famiglia religiosa non era più lo Zaccaria, bensì il padre Morigia; ma nulla d'importante si faceva senza il consiglio e l'approvazione di S. Antonio. Tra le opere di zelo cui attendeva è l'istituzione delle Quarantore (v. adorazione perpetua). Della parte che in ciò spetta allo Zaccaria, malgrado lunghe dispute, gli studî più recenti non permettono più di dubitare; dell'amore suo per quell'istituzione è testimonianza una sua lettera del 3 ottobre 1538, da Vicenza.

Colà, accettando l'invito del vescovo Nicolò Ridolfi di predicarvi una missione, lo Zaccaria si era recato nel 1537. E in Vicenza, come già in Milano, istituì una società di coniugati, perché fossero più diligenti nei loro doveri. Nel 1538 si adoperò a calmare gli animi dei Guastallesi, malcontenti della vendita che la Torelli aveva fatta della signoria di Guastalla al principe Ferrante Gonzaga. Nell'anno seguente, sempre per desiderio della Torelli, egli dovette ritornare a Guastalla per comporre certe differenze fra i principali cittadini per causa di un interdetto; ma, già malandato di salute, s'infermò seriamente. Accortosi che il male progrediva, domandò di essere trasportato a Cremona; e colà, confidando ai suoi confratelli, il padre Soresina ed il padre Serafino da Fermo, gli ultimi suoi voleri, moriva, il 5 luglio 1539.

La perdita del fondatore parve sciagura irreparabile. I padri di S. Paolo non avevano leggi definite, non casa propria conveniente al loro istituto. Il seme tuttavia era gettato, la via tracciata: "Vogliamo - aveva lasciato scritto lo Zaccaria - che per alcun modo non riceviate se non quelli che potranno giovare a sé e agli altri". Sulle vicende ulteriori, v. barnabiti.

Leone XIII il 3 gennaio 1890 reintegrò il culto di A. Zaccaria conferendogli il titolo di beato, e il 21 maggio 1897 quello di santo. Le reliquie di lui furono collocate in S. Barnaba di Milano.

Pochi gli scritti dello Zaccaria giunti fino a noi. Alcune sue lettere e le sue costituzioni solo recentemente furono date alle stampe. Alcune tracce di omelie rimangono inedite. Per molto tempo gli fu attribuito un libretto dal titolo: Detti notabili raccolti da diversi autori per il R. P. Antonio M. Zaccaria, pubblicato da G. Folperto nel 1583, ma studî recenti provarono che non è suo, bensì con ogni probabilità di fra' Battista da Crema.

Bibl.: Secco, De clericorum regul. S. Pauli congregatione, ecc., Milano 1682; L. Barelli, Memorie dell'origine, ... della Congregazione dei cherici regolari di S. Paolo, Bologna 1703; L. M. Ungarelli, Bibliotheca scriptorum e Congr. cleric. regul. S. Pauli, Roma 1836; G. A. Gaburio, Historia Congreg. cleric. regul. S. Pauli, Roma 1852; A. Teppa, Vita di S. A. M. Zaccaria, 6ª ed., Milano 1897; A. Dubois, Le Bienheureux A. M. Zaccaria, fondateur des Barnabites, Tournai 1897; A. M. Teppa, Lebensbeschreibung des hl. A. M. Zaccaria, Fulda 1900; O. Premoli, Le lettere lo spirito religioso di S. A. M. Z., Roma 1909; id., Storia dei Barnabiti, Roma 1913-1922.

Vedi anche
Battista da Crema Scrittore domenicano (Crema 1460 circa - Guastalla 1534), al secolo B. Carioni; direttore spirituale di s. Gaetano da Thiene, confessore della contessa di Guastalla, Ludovica Torelli; della cooperazione di questa e di Antonio Maria Zaccaria si valse per fondare a Milano due associazioni da cui ebbero ... barnabiti Appartenenti alla Congregazione di S. Paolo, fondata nel 1530 a Milano da s. Antonio M. Zaccaria, B. Ferrari e G.A. Morigia, nella chiesa di S. Agostino e trasferita nel 1545 nella chiesa di S. Barnaba (donde il nome dell'ordine). Approvata nel 1533 da Clemente VII, fu soppressa con la Rivoluzione francese ... Gregòrio XIV papa Niccolò Sfondrati (Somma Lombardo 1535 - Roma 1591); dopo studî giuridici a Perugia e Padova e laurea a Pavia, abbracciò la vita religiosa e fu (1560) nominato vescovo di Cremona. Nel Concilio di Trento sostenne il punto di vista, accettato solo dopo molti contrasti, che il vescovo ha l'obbligo di risiedere ... Ignàzio di Loyola, santo Fondatore della Compagnia di Gesù (castello di Loyola presso Azpeitia 1491 - Roma 1556); ultimo figlio di Beltrán Yáñez de Oñaz y Loyola, ebbe il nome di Íñigo che cambiò (1537-42) in Ignazio. Cadetto di una nobile famiglia ove era tradizionale il mestiere delle armi, abbracciò anch'egli la carriera ...
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    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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Vocabolario
sant’Antònio
sant'Antonio sant’Antònio. – Nome di alcuni santi, di cui noti soprattutto sant’Antonio da Padova (c. 1195-1231) e sant’Antonio abate (morto vecchissimo, a circa 105 anni, nel 356), che fa parte di alcune locuz. del linguaggio com.: con...
fióri di sant’Antònio
fiori di sant'Antonio fióri di sant’Antònio locuz. usata come s. m. pl. – Suffrutice della famiglia crocifere (Iberis semperflorens), con fiori candidi; originario del Mediterraneo, si coltiva nei giardini, e fiorisce da ottobre ad aprile....
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