MARTINI, Antonio
Nato a Prato il 20 aprile 1720, studiò nel collegio Cicognini della città natale, poi lettere a Pisa, ove si laureò nel 1748. Nel 1751 fu da Carlo Emanuele III eletto preside della congregazione di 12 sacerdoti addetti alla basilica di Superga, ove rimase sino al 1765, quando, per invito del card. Vittorio Amedeo delle Lanze, s'accinse alla versione in italiano della Volgata: dal re ebbe protezione, fu eletto consigliere di stato e abate di S. Giacomo in Bessa. Il 25 giugno 1781 fu promosso alla sede arcivescovile di Firenze, dove morì il 31 dicembre 1809.
Nella sua traduzione della Bibbia, egli prese a base per il Nuovo Testamento il testo greco allora divulgato (Receptus), allontanandosene a favore della Volgata; per l'Antico Testamento si riportò talvolta al testo ebraico, servendosi d'un rabbino fiorentino di nome Levi. Abbondante è il materiale patristico richiamato in note (vedi bibbia, VI, 902). Fu zelante pastore ai tempi del giansenismo. Da ricordarsi le sue opere pastorali: Istruzioni morali sopra i Sacramenti (Firenze 1785); Istruzioni dommatiche e morali sul simbolo, voll. 2 (1785), Raccolte di omilie e lettere pastorali (1788); Opere dommatiche, storiche e morali (Venezia 1836).
Bibl.: (G. Tavelli), Apologia del Breve del Sommo pontefice Pio VI a mons. M. arcivescovo di Firenze, Pavia 1784; C. Guasti, Storia aneddota del volgarizzamento dei due Testamenti fatto dall'ab. A. M., in Rassegna nazionale, XXV, 16 settembre 1885, pp. 235-282; G. Piovano, La versione e il commento alla Bibbia di A. M., in Scuola cattolica, II (1929), pp. 337-347; G. Baraldi, Notizia biografica su monsignor Agostino Albergotti vescovo d'Arezzo, in Memorie di religione, morale e letteratura, XI, 1827, pp. 533-581; A. de Longo, Orazione funerale nelle solenni esequie di mons. A. M., Firenze 1810; B. Gamba, Serie dei testi di lingua ital., Venezia 1828, pagine 407, 430; P. B. Gams, Series episcop. ecclesiae catholicae, Ratisbona 1885, p. 478.