MIGLIETTA, Antonio
– Nacque a Carmiano (vicino Lecce), da Francesco Cesareo e da Paolina Tarantino, l’8 dic. 1767 (e non, come altrimenti asserito da taluni, l’8 sett. 1763 o 1767).
Il padre svolse attività notarile per oltre un quarantennio (1750-91); le buone condizioni economiche della famiglia permisero che al M. dapprima venisse assicurata un’istruzione primaria e secondaria in Lecce, nonché, successivamente, l’iscrizione al corso di filosofia e medicina presso l’Università di Napoli. Conseguita la laurea, nonostante avesse vinto per concorso un posto all’ospedale di S. Giacomo, nel 1790 il M. preferì far ritorno a Lecce per assumere la titolarità della cattedra di medicina, istituita congiuntamente a una di giurisprudenza nel liceo cittadino, che nel 1797 fu elevato al rango di Università da Ferdinando IV di Borbone. Nel contempo esercitò la libera professione.
Il 17 febbr. 1799, avendo partecipato ai moti antiborbonici, con l’erezione nella piazza principale di Lecce dell’«albero della libertà», ed essendo stato accusato di avere stilato le istruzioni per l’elezione dei deputati per il Parlamento repubblicano, il M. fu arrestato, e solo il 22 sett. 1800 liberato ma con divieto di risiedere in città.
Decise dunque di trasferirsi a Napoli, dove entrò in amicizia con un suo vecchio maestro, M. Troja, che aveva assunto nel frattempo la Direzione vaccinica, con lo scopo di promuovere a tutti i livelli questa pratica; il M., conscio dell’importanza di tale provvedimento, si impegnò per la sua diffusione, succedendo a Troja (1806) nella direzione dei Pubblici Stabilimenti di vaccinazione.
Nel corso del decennio francese pubblicò in tale veste un saggio (Sull’origine e il merito dell’inoculazione vaccinica, Napoli 1806), allo scopo sia di motivare i medici a eseguire la vaccinazione sia di addestrarli a praticarla, cui seguì una seconda memoria (Ricordi salutari sull’importanza dell’inoculazione vaccinica, ibid. 1806), in appendice alla quale il M. rendeva nota l’Omelia del vescovo di Golstadt sull’utilità di questa pratica, la cui applicazione veniva proposta a tutti i parroci del Regno di Napoli, stante la loro ritrosia a diffonderla.
Nel 1807, in qualità di segretario perpetuo del Comitato di vaccinazione, il M. dette inizio alla pubblicazione dei Trasunti medici e opuscoli di vaccinazione, rivista da lui diretta, ma di fatto anche integralmente compilata per sua mano, che nel 1810 assunse il nome di Giornale di vaccinazione e poi, dal 1816, di Biblioteca vaccinica.
Nel 1812 il M. rintracciò nella zona di Capodimonte alcune bovine affette da vaiolo, potendo così dimostrare che anche in Italia esistevano animali da cui trarre la linfa vaccinica da utilizzare per la prevenzione del vaiolo umano (Dettagli sul vajuolo delle vacche originario del Regno di Napoli, Napoli 1812). I risultati degli sforzi da lui compiuti, in questo settore, furono compendiati nella Statistica vaccinica napoletana, ossia Prospetto politico della progressione dell’esercizio vaccinico ne’ domini del Regno delle Due Sicilie al di qua del Faro (ibid. 1820).
L’attività scientifica del M. non si limitò, tuttavia, alla promozione e allo studio delle tecniche della vaccinazione; essa fu rivolta, altresì, verso l’approfondimento di argomenti di fisiologia, da cui nacque un Corso di studi medici (I-III, ibid. 1803-06).
In quest’opera il M. tentò di coniugare il vitalismo della Scuola medica di Montpellier, rappresentato dall’insegnamento di Ch.-L. Dumas (1765-1813), molto apprezzato in Napoli, con il sano empirismo della sua terra. Il M. nutrì sempre un rapporto privilegiato con la cultura medica francese: in quegli stessi anni tradusse in italiano il Trattato completo sulli sintomi, gli effetti, l’indole, e la cura delle malattie sifilitiche di Fr.-X. Swediaur (I-II, Napoli 1802-03), integrandolo con note relative alla situazione del Regno di Napoli.
Nel 1814 gli fu assegnata la cattedra di storia della medicina nell’Università di Napoli: nella prolusione (Napoli 1814), dopo aver dedicato una prima parte ai grandi maestri, che avevano illustrato l’ateneo partenopeo, si sforzò nella seconda di dimostrare l’utilità della disciplina per la professione del medico.
Restaurata la dinastia borbonica, nel 1816 in qualità di segretario generale dell’Ufficio del protomedicato si impegnò affinché l’epidemia di peste scoppiata a Noja (od. Noicattaro), nel Barese, non si diffondesse nel Regno. Nel 1817 si prodigò nell’ambito del suo ufficio per ridurre l’incidenza e la gravità della febbre petecchiale, che si era diffusa in molte città del Regno. L’anno successivo pubblicò il Rapporto sull’uso medicinale delle acque minerali del tempio di Serapide in Pozzuoli (Napoli 1818), rinverdendo una tradizione che in Napoli aveva avuto illustri cultori: da G. Iasolino a N. Andria.
Sempre convinto della superiorità della cultura medica francese, tradusse il Trattato di medicina legale e d’igiene pubblica o di polizia di sanità adattata ai codici francesi ed alle cognizioni attuali (I-VI, ibid. 1819-23; a cura del figlio Cesare Miglietta: VII-VIII, ibid. 1830; IX-X, ibid. 1831) di Fr.-E. Fodéré, corredandolo di numerose note e affermando nella prefazione di aver voluto contribuire con la sua fatica alla valorizzazione di quell’incontro tra diritto e scienze della natura ch’era alla base del trattato dell’autore francese.
Nel 1823 gli fu infine assegnata la tanto agognata cattedra di fisiologia, cui seguì, nel 1824, la nomina alla direzione del Giornale medico di Napoli.
Il M. morì a Napoli il 20 ag. 1826.
Il M. ebbe due figli, ma non è noto il nome della moglie: Antonio, illegittimo, nato il 28 genn. 1796 e riconosciuto dal padre solo nel 1806, e Cesare, nato il 30 genn. 1806, che seguì le orme paterne e fu presente al VII Congresso degli scienziati italiani, svoltosi a Napoli nel 1845. Il M. fu socio di numerose società scientifiche fra cui: l’Accademia Pontaniana, il Reale Istituto delle scienze, la Società medico chirurgica e il Reale Istituto di incoraggiamento di Napoli, lo Stabilimento vaccinico di Londra, la Società medica di Montpellier.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lecce, Mss., Diz. biografico degli uomini chiari di Terra d’Otranto, s.v.; A. Madia, Della vita di A. M., Napoli 1828; C. Miglietta, Elogio storico del professor A. M., Napoli 1842; C. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844, p. 187; A. Vergari, Notizie relative al prof. A. M. lette nell’Accademia medico-chirurgica di Napoli … 26 sett. 1826, in Achille Vergari. Problematiche filosofico-scientifiche in campo medico, a cura di B. Vergari, Galatina 1994, ad ind.; E. De Simone, A. M., in Scuola e ricerca (liceo scientifico Banzi), II, Lecce 1997, pp. 7-38; M. Santoro, La prolusione per l’inaugurazione della cattedra di storia della medicina nel 1814 a Napoli ed il suo seguito polemico. Comunicazione presentata alla riunione ordinaria dello Studio firmano … 1958, in Id., Scritti medici, Fermo 1998, pp. 91-96; L. Carlino, Cenni sull’opera di A. M. e Cosimo De Giorgi in Terra d’Otranto, in Il vaiolo e la vaccinazione in Italia, a cura di A. Tagarelli - A. Piro - W. Pasini, Villa Verucchio 2004, II, pp. 551-559; G. Iacovelli, A. M., il vero apostolo della vaccinia e il vaiolo a Napoli tra il ’700 e l’800, ibid., pp. 561-580; Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli …, XIV, Napoli 1829, p. 29 (D.P. Panvini).
S. Arieti