MORANDI, Antonio
Patriota, nato a Modena il 17 agosto 1801, morto ivi il 1° febbraio 1883. Giovanissimo, incominciò a cospirare: poco più che ventenne fu accusato dell'uccisione di Giulio Besini, capo della polizia estense: fuggito in Inghilterra, passò presto in Spagna, vi stette per tre anni e raggiunse il grado di capitano. Fu poi in Grecia, combattendo valorosamente e divenendovi colonnello della gendarmeria. Nel 1831, tornato in Italia, combatté a Novi e a Rimini: arrestato e tradotto a Venezia, fuggì dalle prigioni. Tornò allora in Grecia, ove conseguì altri gradi militari; ivi conobbe i fratelli Bandiera dei quali divenne amico. Nel 1848 accorse, senza averne ottenuto il permesso, in Italia, in difesa di Venezia, e da quel governo provvisorio ebbe il comando del forte di Malghera e della spedizione di Mestre. Tornò in Grecia e dovette subire un processo come disertore, ma venne assolto. Rientrato definitivamente in Italia, ebbe da L. C. Farini il comando della brigata Modena, poi di una divisione dell'esercito regolare e quindi quello di Messina in un momento assai difficile dell'epopea garibaldina. Collocato a riposo, si stabilì in Modena. Elargì una cospicua somma perché ivi sorgesse il monumento a Ciro Menotti, e lasciò quasi tutto il proprio patrimonio per l'erezione del Palazzo di Giustizia nella sua città. Scrisse varie memorie e il volume: Il mio giornale dal 1848 al 1850 (Modena 1867), fonte autobiografica notevole. Nel Museo civíco del Risorgimento di Modena si conservano manoscritti e documenti del M.
Bibl.: G. Fantoni, A. M., in Il Risorgimento italiano, I (1908); A. Sorbelli, La drammatica fuga di A. M. dalle carceri di Venezia, in Rassegna storica del Risorgimento, V (1918), fasc. 1°.