MORTARO, Antonio
– Nacque a Brescia intorno al 1570. Frate dell’Ordine dei minori conventuali, fu organista di fama e compositore fecondo: pubblicò almeno quattro raccolte di musica profana e una decina di musica sacra, molte delle quali ripetutamente ristampate (gran parte dei suoi libri furono stampati da Ricciardo Amadino in Venezia).
Le prime composizioni note sono tre salmi a 5 voci (In Exitu Israel, Dominus probasti, Memento Domine David) inclusi nella ristampa dei Salmi di David di Orazio Faà (Brescia, T. Bozzola, 1587). Dalla fine degli anni Ottanta fino al 1596 fu attivo a Brescia, dove si dedicò prevalentemente alla musica profana e diede alle stampe quattro libri di Fiammelle amorose a 3 voci dedicati a esponenti dell’aristocrazia locale e composti in uno stile scorrevole che richiama quello delle musiche a 3 voci di Luca Marenzio; notevole la presenza di versi estratti dall’Arcadia del Sannazaro.
Il primo libro delle Fiammelle è noto in ristampe del 1594 e 1602 (la prima edizione sarà stata anteriore al 1590, data di pubblicazione del secondo libro). Contrariamente alle consuetudini, la prima ristampa reca una dedica, in cui l’autore dichiara d’aver donato le sue prime fatiche a Scipione Capitani su consiglio dell’organista bresciano Costanzo Antegnati. Il secondo libro, dedicato a Teodoro Secco (1590), fu anch’esso ristampato nel 1594, mentre il terzo, dedicato al marchese Erasmo Malvicino, governatore a Brescia, e concluso da una composizione di Lelio Bertani, apparve nel 1592 a istanza dello stampatore Tomaso Bozzola. Il quarto libro uscì nel 1596 con una dedica ad Alfonso Montini. La Libraria bresciana di Leonardo Cozzando registra anche un libro di Fiammelle amorose nel 1599, non pervenuto.
Abbandonata la musica profana per quella sacra e strumentale, nel 1595 diede alla luce una raccolta di Missae, Motecta, Cantica Beatae Mariae Virginis a 8 e 12 voci: la dedica, da cui si apprende che era alunno fra i minori conventuali, è indirizzata al cremasco Marco Natale, maestro dell’Ordine per la provincia di Milano. Il fatto che la raccolta figuri come Liber secundus lascia supporre che avesse già pubblicato un volume di musica sacra policorale. Da allora la sua carriera e la sua vita furono legate all’Ordine, come dimostrano i frequenti spostamenti e le dediche delle sue opere, indirizzate a santi o a illustri esponenti dell’ambiente francescano.
In data imprecisata tra il febbraio 1596 e il giugno 1598 si trasferì a Milano come organista in S. Francesco, dov’era stato attivo un altro conventuale bresciano, Valerio Bona, che poi incluse due composizioni di Mortaro nel suo quarto libro di Canzonette a 3 voci (Milano, eredi di S. Tini e F. Besozzi, 1599). Dalla dedica delle Sacrae cantiones (Milano, eredi Tini e Besozzi, 1598), indirizzata al conte Amedeo Dal Pozzo, si evince che Mortaro era in città almeno da quell’anno.
La raccolta include 13 mottetti a 3 e uno a 6 voci (Viri sancti, dedicato ai ss. Narbore e Felice), ed è corredata da una partitura (senza testo) delle composizioni a 3 voci. Registrata nel catalogo librario Giunta del 1604 (Mischiati, 1984), ebbe un notevole successo e fu ristampata nel 1603 e nel 1610. Quest’ultima ristampa include una parte di basso continuo con un interessante «avvertimento» agli organisti: l’autore dichiara d’aver rinnovato la parte organistica per desiderio dell’editore, pur sapendo quanto sia difficile suonare il basso principale per chi non conosce il contrappunto. In questo libro, che consta in larga parte di brani a 2 voci eguali e basso, si è voluta vedere un’anticipazione delle tendenze dello stile concertato del nuovo secolo (Tibaldi, 2002). L’importanza di queste musiche fu riconosciuta anche dai contemporanei, non ultimo Michael Praetorius, che nel Syntagma Musicum ricorda Mortaro fra i compositori di concerti a 1, 2, 3 e 4 voci.
Restò a Milano almeno sino a gennaio 1599, quando videro la luce gli Psalmi ad Vesperas a 8 voci dedicati a Eleuterio Albergoni: dal frontespizio e dalla dedica risulta ancora organista in S. Francesco. All’ambiente milanese era legato anche il dedicatario, provinciale dell’Ordine dei minori conventuali, che aveva appoggiato il trasferimento di Mortaro a Milano. Della raccolta sono note due ristampe, uscite nel 1604 e nel 1607, entrambe corredate da una parte organistica. Nel 1599 pubblicò a Milano (eredi Tini e Besozzi) un’altra raccolta (ristampata nel 1608) di musica sacra policorale, Messe, salmi, motetti et Magnificat a tre cori, attenta agli effetti d’insieme e basata sulla contrapposizione di blocchi omoritmici (Fischer, 1987). Dal frontespizio si apprende che Mortaro si era trasferito alla S. Casa di Loreto, alla quale è rivolto un sonetto stampato sul retrofrontespizio della ristampa.
Come il Secondo libro delle Messe, Salmi, Magnificat (Milano, eredi Tini e Besozzi, 1610), anche questa silloge raggruppa vari generi liturgico-musicali. Nello stesso anno Giovanni Antonio Terzi incluse una canzonetta a 3 voci di Mortaro nel Secondo Libro de Intavolatura di Liuto (Venezia, Giacomo Vincenti).
Al 1600 risale la pubblicazione della raccolta più nota di Mortaro, il primo libro di Canzoni da sonare a 4 voci, pubblicato da Amadino (e non da Alessandro Vincenti, come indica Cozzando) e ristampato nel 1610. La dedica a Costanzo Antegnati, al quale l’autore chiede protezione contro i detrattori, lascia supporre che fosse tornato a Brescia. Le canzoni di questa raccolta compaiono nelle intavolature manoscritte della raccolte Mauro Foà (Torino, Biblioteca nazionale universitaria, Mss.Foà, 1 e, in parte, 3); alcune figurano inoltre nelle intavolature di Bernhard Schmid, Girolamo Diruta e in un manoscritto conservato a Monaco di Baviera (Bayerische Staatsbibliothek, Mus.ms.1581).
In questa raccolta si osservano fenomeni di intertestualità di varia natura, dalle citazioni esplicite di motivi dati alle allusioni a moduli ritmico-melodici ricorrenti: per esempio, il motivo iniziale de L’Albergona riprende quello della chanson di Clément Janequin Orsus, orsus, vous dormez trop (Toffetti, 2010), mentre quello de La Tergnanaviene ripreso ne La Lombardadi Giovanni Domenico Rognoni (Milano 1605), così come La Bertozzae La Morona sono riprese nel Kyrie e nel Gloria di una messa inclusa nei Motetti e dialoghi di Giovanni Francesco Capello (Venezia 1615), che presenta caratteristiche comuni al genere tipicamente milanese della canzone-mottetto (Tibaldi, 1999).
Dal 1° giugno 1601 al 26 aprile 1602 Mortaro fu primo organista nel duomo di Novara, dove compose probabilmente il primo libro di Sacrarum cantionum a 4, 5 e 6 voci (Milano, eredi di Simon Tini e Francesco Besozzi), registrato nel catalogo della libreria fiorentina dei Giunta. In luogo della dedica, la raccolta include una poesia dello stesso musicista, dalla quale si apprende che era guarito da un attacco di sordità grazie all’intercessione di s. Francesco. Secondo Ottavio Rossi e Cozzando, sarebbe stato attivo anche nella cattedrale di Ossaro (Osor, Croazia).
Dal 1602 se ne perdono le tracce sino al 20 marzo 1606, quando firmò da Brescia la dedica del terzo libro di Missarum atque Sacrarum Cantionum a 9 voci, stampato in 10 fascicoli (con una spartitura per l’organista con le linee di basso dei due cori). Nel 1608 dedicò ai padri del convento bresciano di S. Francesco il Primo Libro delli Salmi, che include 19 salmi a 5 voci e basso continuo. Nel 1610 vide la luce a Milano il secondo libro di Messe, salmi, Magnificat, canzoni da suonare et falsa bordonia 13, pubblicato con una parte per l’organista e dedicato a s. Antonio di Padova. L’ultima opera pervenuta è il secondo libro di Canzoni da sonare a quattro voci, con due a otto pubblicato postumo da Alessandro Vincenti nel 1623: è anche l’ultima raccolta di canzoni pubblicata da un bresciano. La dedica a Michele Tach è firmata dall’editore; la raccolta include 17 canzoni a 4 (3 di Leandro Gallerano) e 2 a 8 (1 di Gallerano) e fu stampata in parti staccate con il basso per l’organo.
Oltre alle opere note, Mortaro dovette pubblicare altre raccolte, di cui desumiamo l’esistenza dalla numerazione dei libri superstiti, o da fonti indirette. Cozzando ricorda anche un libro di Letanie a quattro con basso stampato da Vincenti ed elencato in quattro indici delle musiche vendute dall’editore.
Non è nota la data di morte. Ottavio Rossi, nella breve scheda (datata 1619) che dedica a Mortaro negli Elogi historici di bresciani illustri (Brescia 1620), lo dà vivente e attivo nel convento di S. Francesco.
Aggiornato nello stile e nelle tecniche compositive, va annoverato tra i compositori innovativi fra Cinque e Seicento (sia per il precoce ricorso allo stile concertato, sia per aver corredato le proprie edizioni di musica sacra con «partiture» destinate all’organo). Ebbe grande fama fra i contemporanei. Adriano Banchieri, nella Cartella musicale (1614, III ed.), lo ricorda con Luca Marenzio, Giovanni Croce, Giovan Giacomo Gastoldi e Lodovico Grossi da Viadana fra i musici che «non solo hanno dilettato a sé stessi, ma universalmente a tutti gli professori»; e nelle Conclusioni nel suono dell’organo (1609) ne menziona le canzoni come esempi di stile «allegro e vago».
A fine Seicento, Cozzando dichiara che Mortaro «servì eccellentemente bene per organista […] e communicò alla luce del mondo molti bei parti del suo raro e pellegrino ingegno», e che «in Brescia chiuse gli occhi [nel] 1619».
Fonti e Bibl.: A. Banchieri, Conclusioni nel suono dell’organo, Bologna 1609, p. 16; Id., Cartella musicale nel canto figurato, fermo & contrapunto, III ed., Venezia 1614, p. 147 [recte 139]; M. Praetorius, Syntagma Musicum, III, Wittenberg-Wolfenbüttel 1618-19, p. 7 s.; O. Rossi, Elogi historici di bresciani illustri, Brescia 1620, p. 499; L. Cozzando, Libraria bresciana, Brescia 1694, p. 44 s.; G.O. Pitoni, Notitia de’ contrapuntisti e compositori di musica [1713], a cura di C. Ruini, Firenze 1988, p. 248 et passim; O. Mischiati, L’intavolatura d’organo tedesca della Biblioteca Nazionale di Torino, in L’Organo, I (1963), pp. 1-154; J. Roche, North Italian church music in the age of Monteverdi, Oxford 1984, p. 51; K. Fischer, Nuove tecniche della policoralità lombarda nel primo Seicento: il loro influsso sulle opere di compositori di altre aree, in La musica sacra in Lombardia nella prima metà del Seicento, a cura di A. Luppi et al., Como 1987, pp. 42, 54, 56; I. Fragalà Data - A. Colturato, Raccolta Mauro Foà - Raccolta Renzo Giordano, Roma 1987, ad ind.; M. Toffetti, Le due «arie di canzon francese per sonar». Riflessioni sulle affinità melodiche e tecnico-compositive in alcune composizioni vocali e strumentali di Marco Antonio Ingegneri, in Marc’Antonio Ingegneri e la musica a Cremona nel secondo Cinquecento, a cura di A. Delfino - M.T. Rosa-Barezzani, Lucca 1995, pp. 137, 146; Id., Problemi di trascrizione nelle intavolature d’organo tedesche del primo Seicento. I Capricci, overo canzoni di Ottavio Bariolla (Milano, 1594) e le Canzoni per sonare di Cesare Borgo (Venezia, 1599), in La critica del testo musicale, a cura di M. Caraci Vela, Lucca 1995, p. 156 n.; C. Assenza, La canzonetta dal 1570 al 1615, Lucca 1997, passim; M. Toffetti, Per una bibliografia della canzone strumentale milanese, in Ruggero Giovannelli «Musico eccellentissimo e forse il primo del suo tempo», a cura di C. Bongiovanni - G. Rostirolla, Palestrina-Roma 1998, pp. 513 s., 517, 519 s., 522-524, 526, 529, 532, 534, 537, 549, 553; Id., «Et per che il mondo non entri in sospetto di adulatione [...]»: titoli e dedicatorie delle canzoni strumentali sullo sfondo dell’ambiente musicale milanese fra Cinque e Seicento, ibid., pp. 606, 608, 611, 616 s., 622-624, 629, 634; R. Tibaldi, Gli inizi dello stile concertante a Milano tra Cinque e Seicento: il «Sacrum opus musicum» (1598) di Giuseppe Gallo, la canzone-mottetto, ed una Messa di Giovanni Francesco Capello, in Intorno a Monteverdi, a cura di M. Caraci Vela - R. Tibaldi, Lucca 1999, pp. 345-349; M. Toffetti, Le canzoni francesi e le sonate di un «illustre musicista cremonese»: il Primo libro di Nicolò Corradini (Venezia, 1624), ibid., II, pp. 460, 466, 467, 471, 482 s.; R. Tibaldi, I mottetti a quattro voci (Milano, 1599) di Giovanni Paolo Cima e lo stile «osservato» nella Milano di fine ’500: alcune osservazioni, in Polifonie II (2002), 1, p. 38 n. 93; P. Gargiulo, Marenzio «moderno autore»: fortuna e recezione nei trattati del Seicento, in Studi marenziani, a cura di I. Fenlon - F. Piperno, Venezia 2003, p. 101; D. Torelli, Benedetto Binago e il mottetto a Milano tra Cinque e Seicento, Lucca 2004, pp. 44 s., 49, 54, 63, 69 s., 80, 98, 102, 106, 113 s., 119, 122, 127; M. Toffetti, Music and patronage in northern Italy in late sixteenth and early seventeenth centuries: titles and dedications of instrumental canzonas in Brescia and Milan, in Early music: context and ideas II, Kraków 2008, pp. 119-136; Id., Intertestualità e paratestualità nel repertorio della canzone strumentale milanese, in Philomusica on-line, IX (2010), pp. 488, 498; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, 2 voll., Firenze 1952-68; M. Donà, La stampa musicale a Milano fino all’anno 1700, Firenze 1961, pp. 91, 93, 95, 104; O. Mischiati, Bibliografia delle opere dei musicisti bresciani pubblicate a stampa dal 1497 al 1740, Brescia 1982; Id., Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze 1984; Id., Bibliografia delle opere dei musicisti bresciani pubblicate a stampa dal 1497 al 1740. Opere di singoli autori, a cura di M. Sala - E. Meli, Firenze 1992; Catalogue of early music prints from the collections of the former Preußische Staatsbibliothek in Berlin kept at the Jagiellonian Library in Cracow, a cura di A. Patalas, Kraków 1999; Diz. enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, V (1988), p. 206; The New Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVII, p. 151 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XII, coll. 501 s.