Pseudonimo del poeta Leo Paolazzi (Vicenza 1935 - Roma 1989). Attivo nell'editoria, redattore di riviste (Il Verri, Quindici) legate all'area della neoavanguardia e membro del Gruppo 63, fu presto noto come uno dei novissimi, inclusi da A. Giuliani nell'antologia omonima (1961). La sua poesia, distintasi per l'iniziale oltranza innovatrice (La palpebra rovesciata, 1960; Zero, 1963, poesie visive; Aprire, 1964; I rapporti, 1965; Cara, 1969; Metropolis, 1971; Week-end, 1974: raccolte confluite con inediti in Quanto ho da dirvi. Poesie 1958-1975, 1977), si è poi orientata verso toni più affabilmente comunicativi: Passi passaggi (1980); Invasioni (1984); Melusina (1987); Il giardiniere contro il becchino (1988). Nel 1985 egli stesso offrì una ricostruzione del suo percorso poetico con il volume antologico Nel fare poesia (1958-1985). La sua attività creativa si estese anche alla narrativa (Partita, 1967; Il re del magazzino, 1978) e al teatro (La presa di potere di Ivan lo sciocco, 1974). Fu tra i fondatori della rivista Alfabeta (1979-88) e curò l'antologia Poesia italiana degli anni Settanta (1979). Postuma è apparsa una raccolta di suoi interventi sulla poesia (Il progetto infinito, 1991).