Gesuita (Mantova 1533 o 1534 - Ferrara 1611). P. fu una importante personalità della Controriforma, di cui fu ardente campione in anni di dure lotte. Anche se i suoi grandi progetti fallirono, la sua azione non andò perduta: diede un forte contributo all'azione antiprotestante in Polonia e in Transilvania e contribuì non poco alla riunione dei Ruteni alla Chiesa cattolica.
Dopo essere stato precettore presso i Gonzaga, entrò nella Compagnia di Gesù (1559) e fu ordinato prete (1561); svolse importanti missioni, in Piemonte (1560) contro valdesi e calvinisti, poi (1563-72) in Francia contro gli ugonotti. Segretario della Compagnia, fu inviato da Gregorio XIII in Svezia (1577-80) e ottenne la conversione segreta al cattolicesimo di re Giovanni III. Passò quindi (1580) in Polonia e in Russia, presso Stefano Báthory e Ivan il Terribile: egli sperava di ottenere la pace tra i due sovrani, per iniziare un'offensiva contro i Turchi, e di stringere relazioni tra Russia e Venezia, ma riuscì solo nel primo intento (1582). Morto Ivan, appoggiò la politica di Báthory che voleva unire Russia e Polonia, e riuscì a ottenere l'approvazione papale a tali progetti. Ma la morte del re di Polonia lo indusse a tornare in Italia, interrompendo la sua attività diplomatica. Visse a Padova insegnando nel collegio gesuitico (1587-91), dove ebbe tra gli allievi Francesco di Sales, e riprese la sua attività diplomatica in due occasioni: nel 1593, presso il duca di Nevers, inviato da Enrico IV per la questione dell'assoluzione papale, e nel 1595 per difendere l'ordine espulso dalla Francia.
Missionario abile e appassionato, tipico esponente della Controriforma cattolica, P. diede forte impulso alla lotta contro i protestanti e alla politica della Chiesa di Roma. Tra i suoi scritti vanno ricordati: l'interessante diario della sua missione in Russia (Moscovia, 1586), la forte polemica contro il protestantesimo (Atheismi Lutheri, Melanchtonis, Calvini, Bezae, ecc., 1586) e contro Machiavelli, Bodin, de La Noue e Duplessis-Mornay (Iudicium, 1592); di vasta erudizione la sua Bibliotheca selecta qua agitur de ratione studiorum (1593), l'Apparatus ad omnium gentium historiam (2 voll., 1597 e 1602) e l'Apparatus sacer ad scriptores Veteris et Novi Testamenti (3 voll., 1603-06).