RAIMONDI, Antonio
Viaggiatore e scienziato italiano, nato a Milano il 19 settembre 1826, morto a S. Pedro de Pacasmayo (Perù) il 26 ottobre 1890. Compiuti i suoi primi studî nella città natale, interessandosi particolarmente di scienze naturali, a 23 anni, nel 1849, prese parte alla difesa di Roma, tra le schiere di Goffredo Mameli e di Luciano Manara. Costretto poi ad abbandonare l'Italia, al principio del 1850 s'imbarcò per il Perù. Giunse nel luglio a Lima, dove ebbe subito aiuti da G. Heredia, direttore del Colegio de la Independencia (divenuto poi Escuela de Medicina), il quale lo incaricò della classificazione e dell'ordinamento delle collezioni zoologiche e mineralogiche del Colegio stesso; quando poi, nel 1851, si rese vacante la cattedra di storia naturale, l'Heredia vi fece chiamare il R. Questi, bramoso com'era di visitare regioni inesplorate, iniziò subito una serie di viaggi, alcuni dei quali ebbero per la scienza risultati d'una eccezionale importanza. Nel 1851 visitò i dintorni di Lima e la costa tra Huacho e Chilca; nel 1852 si recò sulle montagne di Chanchamayo, e attraversò per la prima volta la Cordigliera; l'anno seguente visitò le isole Chincha per studiare l'origine dei depositi di guano, e successivamente andò a Tarapacá a studiarvi i giacimenti di nitrato di sodio. Dal 1855 al 1858 salì nuovamente sui monti di Chanchamayo, visitò Huánuco, Cuzco e la valle dell'Urubamba. Dal 1859 al 1861 viaggiò nel Perù settentrionale e visitò una parte dei bacini dello Huallaga, del Marañón e dell'Ucayali. Posteriormente fu, fra l'altro, ad Arequipa e al lago Titicaca, donde si spinse fino a La Paz, capitale della Bolivia, quindi di nuovo a Cuzco e nelle valli dell'Urubamba, del Paucartambo, dell'Apurimac, ecc. L'ultimo grande viaggio fu compiuto dal R. tra il 1867 e il 1869. Dopo essersi recato a Cerro de Pasco e avere visitato le provincie di Caiatambo e Huaraz, egli viaggiò nell'aridissima regione costiera del Perù settentrionale, quindi, valicata la Cordigliera, scese nei dipartimenti di Amazonas e Loreto e, navigando lo Huallaga e quindi il Marañón, giunse ad Iquitos e poi a Tabatinga. Tornò infine a Lima per Yurimaguas, Moyobamba e Chachapoyas.
Il R. riportò dai suoi viaggi un tesoro di materiali scientifici, di notizie e di dati riguardanti la geologia, il rilievo, l'idrografia, il clima, la flora, la fauna, le ricchezze minerarie delle regioni visitate; compì un numero rilevante di osservazioni barometriche e di rilievi alla bussola e, in un secondo tempo, una vera e propria triangolazione e numerose osservazioni astronomiche. Tutto questo gli servì per la costruzione di una grande carta del Perù alla scala di 1:500.000, in 34 fogli, che fu pubblicata dalla Società geografica di Lima. Tornato dall'ultimo viaggio, il R. si pose a ordinare e studiare le sue collezioni, per poi iniziare la grande opera El Perú, che avrebbe dovuto comprendere sei parti, dedicate successivamente alla geografia, alla geologia, alla mineralogia, alla botanica, alla zoologia e all'etnologia. Il primo volume uscì nel 1874, il secondo nel 1876 e il terzo nel 1879; la guerra chileno-peruviana, risoltasi con un grave disastro per il Perù, fece interrompere la pubblicazione, che era fatta in gran parte a spese del governo. Dopo la morte del R. varî studiosi seguitarono ad occuparsi dei materiali da lui lasciati, che furono illustrati in una serie di lavori pubblicati quasi tutti nel bollettino della Società geografica di Lima. Fra gli scritti minori del R. sono da ricordare: Apuntes sobre la provincia litoral de Loreto (Lima 1862); El departamento de Ancachs y sus riquezas minerales (ivi 1873); Minerales del Perú o catalogo razonado de una colección que representa los principales tipos minerales de la República (ivi 1878); Apéndice al catalogo razonado de los minerales del Perú (ivi 1880); Aguas minerales del Perú; (ivi 1882); Minas de oro de Carabaya (ivi 1883).
Bibl.: R. Riccardi, A. R., geografo del Perù (1826-1890), in Le Vie d'Italia e dell'America latina, 1927, pp. 103-108.