Riccoboni, Antonio
Letterato (Rovigo 1541 - ivi 1599). Dopo essere vissuto a lungo nel paese natale, dedicandosi all'insegnamento privato, nel 1570 si recò a Padova dove seguì gli studi universitari di diritto, laureandosi in breve tempo; nel 1572 ottenne la cattedra di umanità nella stessa università, succedendo a un vecchio e sorpassato maestro, il Faseolo. Documento assai significativo della sua posizione culturale e dei motivi e dei limiti della sua coscienza ‛ retorica ' è l'orazione De Studiorum laudibus, un'appassionata difesa della ‛ retorica ' contro l'incalzante squalificazione e vanificazione di essa da parte di medici, scienziati e giuristi.
Le sue opere, specialmente il De Hystoria liber (Basilea 1579) e la Poetica (Vicenza 1585) e, per lo spirito che l'anima, il De Gymnasio patavino, testimoniano in modo esemplare uno dei fatti più qualificanti della cultura letteraria del secondo Cinquecento, un fatto a cui è strettamente legata la fortuna di D. in quel tempo: la crisi della ‛ retorica ' e il progressivo divorzio tra ‛ retorica ' e dottrina. Le riserve del Bembo sulla scrittura della Commedia venivano capovolte e sviluppate su una prospettiva completamente diversa: le asprezze e le asperità della lingua dantesca venivano riscattate e giustificate in nome della profondità del pensiero e della dottrina: e la grandezza del poema sembrava affidata non a valori formali, bensì ai valori culturali ed etici.
Bibl.-G.F. Tomasini, Elogia virorum litteris et sapientia illustrium, Padova 1644, 109; G. Ghillini, Teatro d'huomini letterati, Venezia 1647, II 27; I.P. Niceron, Mémoire pour servir a l'histoire des hommes illustres, Parigi 1729-56, XXVIII 158; G. Cinelli, Biblioteca volante, IV, Venezia 1734-1747, 154; G. Toffanin, Il Cinquecento, Milano 1929, 564-567; A. Capellini, Polesani illustri, Genova 1938, 34; G. Mazzacurati, La crisi retorica umanistica nel Cinquecento, Napoli 1961, 53-63.