Rosmini Serbati, Antonio
Filosofo (Rovereto 1797-Stresa 1855). Sarcedote dal 1821, patriota e liberale, fu inviato (1848) dal governo piemontese presso papa Pio IX per incoraggiarlo nelle sue tendenze liberali; lo seguì quindi nell’esilio a Gaeta e a Napoli, da dove fu espulso dalla polizia borbonica. In seguito al fallimento della missione R.S. non accettò più incarichi politici. Il pensiero di R.S. suscitò tra gli studiosi cattolici dapprima diffidenza e poi vibranti polemiche e accanita opposizione, finché Gregorio XVI (1843) impose il silenzio a tutti i contendenti. La polemica si riaccese nel 1849, con la condanna all’Indice per ragioni politiche delle opere Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (1848) e La costituzione secondo la giustizia sociale (1848). Pio IX nel 1851 nominò una commissione per l’esame di tutte le opere rosminiane, che si concluse nel 1854 con esito favorevole. Tuttavia, il decreto Post obitum (1887) di papa Leone XIII conteneva 40 proposizioni estratte dalle opere rosminiane giudicate non conformi alla verità cattolica. I seguaci del filosofo e dell’ordine rosminiano si sono battuti a lungo per l’abrogazione di questa censura. Il 18 novembre 2007 la Chiesa cattolica lo ha proclamato beato.