SCARPA, Antonio
– Nacque a Lorenzaga, frazione di Motta di Livenza (Treviso), il 19 maggio 1752 da Giuseppe, barcaiolo, e da Francesca Corder.
Le incertezze circa l’anno di nascita, fissato da alcuni biografi al 1747, derivano dalla confusione con un fratello, nato appunto in quell’anno e morto in tenera età.
Avviato privatamente agli studi da uno zio paterno sacerdote, frequentò in seguito il seminario di Portogruaro, dapprima come interno, poi come esterno. Giovanissimo si trasferì a Padova per studiare medicina, immatricolandosi il 20 gennaio 1767; ebbe come maestri Giovanni Battista Morgagni, fondatore della moderna anatomia patologica, e il chirurgo Girolamo Vandelli. Dopo una parentesi a Bologna per fare pratica nell’ospedale della città e nella scuola di ostetricia di Giovanni Antonio Galli, tornò a Padova, laureandosi in filosofia e medicina il 31 maggio 1770. Lavorò per circa due anni a stretto contatto con Morgagni che, vecchio e quasi cieco, si affidava all’allievo prediletto per una serie di incombenze, tra cui la lettura di classici letterari latini e di opere scientifiche. Scarpa assistette con devozione il maestro, che morì nel dicembre del 1771.
Grazie ai buoni auspici di Vandelli, il cui fratello era archiatra del duca di Modena Francesco III, nel 1772 il giovane laureato venne chiamato a ricoprire la cattedra di anatomia in quella università. Ben presto Scarpa si distinse per le sue ottime qualità d’insegnante e ricercatore. Avviò nel 1775 una scuola di ostetricia che poté in seguito giovarsi di una nuova collezione di strumenti e modelli in cera rappresentativi dell’utero; progettò inoltre un nuovo teatro anatomico in legno, inaugurato nello stesso anno. Sempre nel 1775 divenne chirurgo delle milizie del Ducato e dell’ospedale militare della città; cominciò anche a tenere un corso di operazioni chirurgiche su cadavere. Al periodo modenese risale il primo lavoro scientifico, dedicato all’anatomia dell’organo dell’udito (De structura fenestrae rotundae auris, et de tympano secundario, Modena 1772), cui fece seguito, pochi anni dopo, un lavoro su gangli e plessi nervosi (Anatomicarum annotationum. Liber primus: De nervorum gangliis et plexibus, Modena 1779).
Nel 1781 compì un viaggio in Francia, Inghilterra e Olanda, prendendo contatto con celebri anatomisti e chirurghi. A Parigi ebbe accesso alla Società reale di medicina e collaborò con Félix Vicq d’Azyr; durante una seduta della Società, lesse un sunto delle sue osservazioni sull’organo dell’odorato. Incontrò l’oculista Michael Wenzel, noto per i suoi interventi sulla cataratta, e assistette alle operazioni di litotomia eseguite da Jean Baseilhac (‘Frère Côme’). A Londra ebbe modo di collaborare con i fratelli William e John Hunter e di apprezzare la loro famosa collezione di preparazioni anatomiche. Conobbe inoltre il chirurgo Percival Pott e l’anatomista William Cumberland Cruikshank. A Parigi aveva inoltre conosciuto Giovanni Alessandro Brambilla, chirurgo personale dell’imperatore Giuseppe II, in visita insieme al monarca nella capitale francese. Di origine pavese, Brambilla sollecitò la chiamata di Scarpa all’Università sul Ticino. Ottenuto il beneplacito dal duca di Modena, Scarpa giunse a Pavia nel 1783 per ricoprire la cattedra di anatomia e istituzioni chirurgiche, che tenne fino al 1804. Diresse inoltre la clinica chirurgica dall’anno della sua fondazione, il 1787, e ricoprì l’annessa cattedra fino al 1813 (con una breve interruzione nel 1804). Nella sua lezione inaugurale (Oratio de promovendis anatomicarum administrationum rationibus ad tyrones, Pavia 1783), dedicata a Brambilla, sottolineò l’impostazione pratica del suo insegnamento e lo stretto legame tra anatomia e chirurgia, ribadito anche nell’orazione pronunciata al momento del pensionamento (Elogio storico di Giambattista Carcano Leone, Milano 1813). Fu direttore del Museo anatomico, ereditando la collezione di preparati che Giacomo Rezia, suo predecessore alla cattedra di anatomia, aveva cominciato a raccogliere nel decennio precedente. La collezione di preparati e modelli anatomici (cui presto si affiancarono analoghi gabinetti di anatomia comparata e patologica) divenne presto nota a livello europeo (Index rerum musei anatomici ticinensis, Pavia 1804). Vicino al Museo venne costruito il nuovo teatro anatomico, progettato da Leopoldo Pollack con suggerimenti dello stesso Scarpa, e inaugurato nel 1785 (Theatri anatomici Ticinensis dedicatione oratio habita..., Pavia 1785).
Nel 1784, invitato da Brambilla, l’anatomista compì, insieme all’amico e collega Alessandro Volta, un viaggio a Vienna per visitare i nuovi stabilimenti scientifici, il grande ospedale generale e l’Accademia medico chirurgica Josephina, inaugurata l’anno successivo. Durante la sua permanenza, finalizzata anche a instaurare nuovi contatti e ad affermarsi nel contesto scientifico europeo, Scarpa effettuò dimostrazioni anatomiche e spettacolari esperimenti di trasfusione di sangue negli animali; il viaggio si prolungò poi negli Stati tedeschi, toccando Dresda, Berlino, Hannover, Gottinga, Augusta e Monaco.
Nel 1788 fu posto alla guida, insieme a Johann Peter Frank, del Direttorio medico-chirurgico, trasferito da Milano a Pavia e preposto al controllo delle professioni sanitarie e dell’igiene pubblica.
La produzione scientifica di Scarpa si può dividere in due grandi filoni. Nel campo dell’anatomia fu un osservatore finissimo, abile anche nell’uso del microscopio. Importanti furono le sue scoperte sulla struttura dell’orecchio (descrisse il labirinto osseo e il labirinto membranoso con l’endolinfa, i condotti membranosi semicircolari, il sacculo, l’otricolo) e sul sistema nervoso periferico (con la descrizione del nervo acustico e del nervo olfattivo). In continuazione con il lavoro avviato a Modena pubblicò nel 1785 a Pavia le sue Anatomicarum annotationum. Liber secundus: De organo olfactus praecipuo, deque nervis nasalibus interioribus e pari quinto nervorum cerebri; tre anni più tardi fece stampare negli atti dell’Accademia Josephina il saggio De nervo spinali ad octavum cerebri accessorio commentarius (1788, t. 1, pp. 337-361).
Di particolare valore furono le sue Tabulae neurologicae ad illustrandam historiam anatomicam cardiacorum nervorum, noni nervorum cerebri, glossopharyngaei, et pharyngaei ex octavo cerebri (Pavia 1794), volume in folio nel quale descrisse il decorso del nervo glossofaringeo, del nervo vago e dell’ipoglosso, e l’innervazione del cuore. Sulla formazione e struttura delle ossa pubblicò a Pavia nel 1799 De penitiori ossium structura commentarius riedito poi, sempre a Pavia, nel 1827 con aggiunte circa la patologia osteologica (De anatomia et patologia ossium commentarii). Fu un pioniere nello studio dell’ermafroditismo con le sue indagini sul cosiddetto vitello-vacca (chiamato freemartin dagli inglesi).
Nel 1801 pubblicò, sempre a Pavia, un importante Saggio di osservazioni e di esperienze sulle principali malattie degli occhi, inaugurando un nuovo filone ùdi produzione scientifica nel campo oftalmologico, legato alla sua attività come chirurgo. L’opera, tradotta in inglese e francese, ebbe numerose edizioni. Si occupò dei metodi per correggere deformità congenite (Sui piedi torti congeniti e sulla maniera di correggere questa deformità, Pavia 1803), della formazione e trattamento degli aneurismi (Sull’aneurisma. Riflessioni ed osservazioni anatomico chirurgiche, Pavia 1804) e delle ernie (Sulle ernie. Memorie anatomico chirurgiche, Milano 1809). Fu chirurgo consulente di Napoleone e assistette ad alcuni parti di Amalia Augusta di Baviera, moglie di Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia.
Scarpa, abilissimo disegnatore, tracciò di sua mano molte delle splendide figure alla base delle tavole calcografiche delle sue opere. Appassionato di arte, raccolse un’ampia collezione di quadri rappresentativi delle scuole pittoriche italiane. Durante le pause dall’attività accademica amava ritirarsi in una proprietà a Bosnasco, dedicandosi alla caccia e sperimentando i migliori metodi di coltivazione. Fu membro delle più importanti accademie italiane e straniere, tra cui l’Istituto nazionale della Repubblica (poi Istituto lombardo di Milano), la Royal Society di Londra, la Société de médecine pratique di Montpellier, l’Accademia medico-chirurgica di Vienna, l’Accademia reale delle scienze di Berlino, l’Istituto nazionale di Francia, la Società reale di medicina di Edimburgo, l’Accademia reale di Monaco, l’Accademia reale delle scienze di Parigi. Fu nominato cavaliere della corona ferrea e membro della legion d’onore, e venne inoltre decorato con la croce dell’Ordine austriaco di Leopoldo.
Scarpa seppe guadagnarsi una posizione di grande potere all’Università di Pavia, dove fu più volte rettore tra il 1797 e il 1807, preside della facoltà di medicina, direttore degli studi medici, destreggiandosi attraverso i drammatici cambiamenti politici che toccarono Pavia e la sua Università tra la fine del XVIII e i primi trent’anni del XIX secolo. Influenzò per un quarantennio l’attribuzione delle cattedre mediche, facendole assegnare agli allievi che più stimava: tra questi vanno ricordati Bartolomeo Panizza, Carlo Cairoli e Luigi Porta. L’impegno profuso a favore del modenese Giuseppe Jacopi, che ottenne prima ancora della laurea la cattedra di fisiologia, e il profondo dolore manifestato da Scarpa per la prematura morte del giovane, nel 1813, fece pensare che questi fosse in realtà un figlio naturale dell’anatomista.
Generazioni di studenti in medicina tramandarono di Scarpa un ritratto inquietante – che oggi va forse ridimensionato – descrivendolo implacabile con i nemici, freddo, calcolatore e avido, avaro, superbo e insensibile, potentissimo e solo. Durante la lunga malattia che precedette la sua morte, il 31 ottobre 1832, fu assistito soltanto da due allievi, Cairoli e Panizza.
Il suo cadavere fu sottoposto ad autopsia e vennero preparati per il museo anatomico la maggior parte dei visceri, i reni, gli indici e la prima falange dei pollici. La testa, conservata in alcol, fu inizialmente nascosta e in seguito consegnata a Panizza, suo successore alla cattedra di anatomia e alla direzione del museo. Oggi è custodita al Museo per la storia dell’Università.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Milano, Autografi, unità uomini celebri, c. 182; Archivio di Stato di Modena, Università. Fondo antico, b. 113, f. Busta A. S.; Padova, Archivio generale di Ateneo, ms. 236 (Matricolazione degli scolari artisti 1760-1783), c. 65, ms. 378 (Atti ed esami per licenze e dottorati in sacro collegio dei filosofi e medici, 1764-1774), cc. 169 s.; Archivio di Stato di Pavia, Antico archivio dell’Università, Rettorato, Medicina, Registri Rettorato, passim; Pavia, Museo per la storia dell’Università, Fondo A. S.
G. Del Chiappa, Necrologia di A. S., in Annali universali di medicina, 1832, vol. 64, n. 191, pp. 421-430; C. Platner, Discorso recitato [...] nelle esequie del cav. A. S., la sera del 2 novembre 1832 nella basilica di S. Michele in Pavia, Pavia 1832; L. Scarenzio, Cenni sulla vita e sulle opere del cav. A. S., in Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura, scienze ed arti, LXVIII (1832), pp. 184-206; A. Corradi, Memorie e documenti per la storia dell’Università di Pavia e degli uomini più illustri che v’insegnarono, II, Pavia 1878, pp. 227-236; A. Monti, La figura di A. S. nella storia della scienza e nelle fortune dell’Università di Pavia, Pavia 1927; G. Bilancioni, Per una compiuta biografia di A. S., in Bollettino dell’Istituto storico dell’arte sanitaria, XI (1931), pp. 160-165; G. Favaro, A. S. e l’Università di Modena (1772-1783), Modena 1932; A. Monti, Nel centenario della morte di A. S., Pavia 1933; A. Scarpa, Epistolario (1772-1832), Pavia 1938; P. Franceschini, S. A., in Dictionary of scientific biography, XII, New York 1975, pp. 136-139; P. Mazzarello, Storia della medicina pavese da Spallanzani e Scarpa a Golgi, in Storia di Pavia, V, Milano 2000, pp. 369-387; Id., Costantinopoli 1786: la congiura e la beffa, Torino 2004, pp. 93-97; F. Monza, Anatomia in posa, Milano 2006, pp. 51-88; S. Momesso, La collezione di A. S. (1752-1832), Cittadella 2007; B. Fratello et al., Una collezione settecentesca del Museo di anatomia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in Museologia scientifica. Memorie, II (2008), pp. 215-220; A. Scarpa, Lettere a Nicola Morigi (1795-1825), a cura di E. Ascari, Milano 2008; P. Mazzarello, Il professore e la cantante. La grande storia d’amore di Alessandro Volta, Torino 2009, pp. 40 s.; E. Corradini, Nascita e sviluppo dei musei anatomici di Modena tra Settecento e Ottocento: il Museo ostetrico, il Museo anatomico, il Museo etnografico antropologico, in Medicina nei secoli. Arte e scienza, XXVII (2011), 2, pp. 441-480; Almum studium Papiense, a cura di D. Mantovani, II, 1, Dall’età austriaca alla nuova Italia, Milano 2015 (in partic. P. Mazzarello - V. Cani, La medicina nel Settecento, pp. 259-290; P. Mazzarello - M.C. Garbarino, La Facoltà di medicina tra il 1814 e il 1859, pp. 571-600; A.L. Magrassi Matricardi, La casa di campagna di A. S., pp. 611-616); V. Cani - M.C. Garbarino, La testa di A. S., in Almum Studium Papiense, a cura di D. Mantovani, II, 2, Dalla Restaurazione alla Grande guerra, Milano 2017, pp. 861 s.