SPIERA, Antonio
(in religione Ambrogio). – Nacque a Treviso, o forse a Venezia (Pesce, 1983, p. 177), nel 1413 circa, figlio del notaio e grammatico Bartolomeo Spiera da Cornolé (oggi S. Alberto di Zero Branco, in provincia di Treviso) e di Chiara, primogenito di due maschi e di quattro femmine.
Il padre, defunto nel 1459, fu una figura di qualche rilievo nel locale ambiente culturale umanistico, esercitando anche il compito di gramaticae professor ad Asolo e a Treviso, dove risulta iscritto nel rotolo maggiore del collegio notarile della città (Serena, 1912, pp. 65-77; Pesce, 1983, pp. 176 s.). I due figli maschi furono avviati a seguire la professione notarile. Il fratello minore, Silvestro (nato nel 1415), svolse vari compiti nell’amministrazione cittadina dal 1445 al 1483 (Pesce, 1983, p. 177).
Antonio ricevette un’adeguata formazione letteraria e fu mandato a studiare a Padova, come dichiarò il padre nel 1430 (Pesce, 1983, p. 176), prima di venire iscritto, il 23 febbraio 1432, tra i notai di grado minore, ma non proseguì, come attestato dagli atti del collegio notarile trevigiano: «studet et non vult currere, et est frater Servorum» (Pollicini, 1942, p. 9). Scelse infatti la vita religiosa ed entrò, assumendo il nome di Ambrogio, nell’Ordine dei servi di Maria presenti dal 1346 nel convento di S. Caterina (Pesce,1987, pp. 512-517).
L’anno di noviziato fu vissuto, probabilmente, nel convento dei Servi a Venezia (Citeroni, 1998, pp. 170-184); la successiva formazione, fino al presbiterato, la svolse a Perugia. Nel contesto umbro Spiera ebbe modo di conoscere personalmente Bernardino da Siena, nel convento dei minori osservanti sull’Isola Maggiore del lago Trasimeno.
Lui stesso lo ricorda nel 1450, dopo la canonizzazione del Senese nel 1450 «cum quo saepe locutus sum et pluries comedi in insula Perusini laci», conservandone un ricordo pieno di stima e di affetto («millies et plura eius mirabilia conspexi»; A. Spiera, Sermones de Adventu, 80r; Quadragesimale de floribus sapientiae, 109vb; Pollicini, 1942, p. 11). L’incontro si rinnovò nel 1443, quando il frate senese (un anno prima della morte) venne a Padova per il capitolo generale dei frati minori e Spiera era residente nel convento del suo Ordine.
Nel 1440 Spiera fece ritorno nella sua provincia d’origine, ma con varie soste. Predicò la quaresima a Città della Pieve, dove compose vari sermoni successivamente raccolti in un codice di lavoro (Treviso, Biblioteca Comunale, ms. 1057); il 26 maggio sostò a Rimini, dove compose un trattato sulla penitenza e postillò il trattato di Prospero d’Aquitania sulla vita contemplativa. Si fermò infine a Venezia ove compose altri sermoni, prima di rientrare a Treviso dove tenne la predicazione quaresimale del 1441 (Vicentini, 1932, pp. 59 s.; Pollicini, 1942, p. 12).
Nell’autunno del 1441 si trasferì nel convento di S. Maria dei Servi a Padova per completare il curriculum degli studi fino al magistero in teologia. Il 18 luglio 1442 fu incorporato nella universitas theologorum, proseguendo il cursus previsto, prima come baccelliere fino al 1444 e poi come magister, proclamato il 18 maggio 1444 in una solenne aulatio nella chiesa cattedrale alla presenza del cancelliere, il vescovo Pietro Donato, sotto il decanato del frate minore Girolamo da Assisi e del suo reggente Giacomo da Padova presenti i dottori utriusque iuris Angelo e Paolo da Castro, figure di rilievo particolarmente legati all’Ordine dei servi (Acta graduum academicorum..., curantibus G. Zonta et I. Brotto, editio altera, II, 1970, pp. 189-191; Bertazzo, 2017, pp. 122-124).
Rimase attivo nel convento del suo Ordine e nel collegio dei teologi negli anni successivi «in scribendo et docendo labore», come lui stesso ebbe ad affermare nel Prologo al Commentario al secondo libro delle Sentenze pubblicato nel 1447, componendo in quello stesso anno i Sermones de adventu Domini (Pollicini, 1942, p. 19). L’attività didattica sembra essere stata una costante tra i suoi compiti, ritrovando di frequente nei suoi scritti il riferimento agli scholares, e il ricorrente titolo di magister, professor (p. 21).
Nel capitolo generale di Faenza del 1449, venne eletto procuratore dell’Ordine: un compito gravoso che svolse presso la Curia papale fino alla morte nel 1455 (Giani, 1719, p. 480; Monumenta OSM 1913, Series procuratorum generalium, 6), salvo una parentesi dal 1452 al 1453 per un infortunio occorsogli come lui stesso ricorda (Pollicini, 1942, pp. 22 s.).
A Roma continuò a predicare, nella chiesa di S. Marcello al Corso nel 1452, come lui stesso testimonia (Quadragesimale de floribus sapientiae, sermone 28), incontrando opposizioni e contrasti per la sua intransigenza contro gli abusi del tempo, non diversamente da s. Bernardino (Quadragesimale de floribus sapientiae, sermone 4). Secondo una tarda notizia sarebbe stato chiamato dal papa Nicolò V a predicare davanti al collegio cardinalizio (Giani, 1719, p. 490).
Morì a Roma, quarantaduenne, nel 1455, probabilmente di peste.
Spiera fu ricordato nella storiografia dell’Ordine come teologo illustre e facondo predicatore; tale lo presenta un’iscrizione di due secoli più tardi, nella chiesa di S. Caterina di Treviso, (Pollicini, 1942, p. 25). Manca tuttora uno studio sistematico su di lui; gli interventi che ne tramandano la memoria sono sporadici e in parte ripetitivi, soprattutto sulla base di Arcangelo Giani (1719, pp. 489 s.; Bernardi, 1929; Schneyer, 1969, p. 222; Roschini, 1976, pp. 94 s.; Rentner, 1974, pp. 448-459; C.A.L.M.A. - Compendium auctorum latinorum medii aevi (500-1500), 2000, pp. 203 s.), ed evidenziano soprattutto la sua proposta nell’ambito della dottrina mariologica (Poka, 1942, pp. 32-41; Roschini; 1954, pp. 83-86; Battiston, 1962, pp. 53 s.; Montagna, 1966, pp. 31-35).
Opere. Come si è accennato, nel corso del suo insegnamento padovano Spiera scrisse nel 1447 Sermones perutiles de Adventu Domini, stampati a Bologna nel 1501 presso Caligola de Bazaleriis (preceduta da una lettera del priore generale Taddeo Tancredi a frate Filippo da Faenza, che dava la piena approvazione alla stampa sollecitata dal curatore fra Simone da Castellazzo; Branchesi, 1972, pp. 114-118). Nello stesso anno, come si evince dai Sermones de Adventu sopra citati (Pollicini 1942, pp. 34-36), concluse il commento al secondo libro delle Sentenze di Pietro Lombardo, nato dalla docenza e realizzato tra il 1444 e il 1447.
L’opera è tradita dal ms. Firenze, Biblioteca nazionale, Conv. Soppr. G. 7. 1765, (ms. cartaceo 240×175, metà del XV secolo, legato in cartone, dorso pelle d’epoca; titolo scritto sulla terza carta bianca con scrittura coeva, «Magistri Ambrosii Spiera Tarvisini – Ordinis Servorum – Lectura, in 2um librum Magistri Sententiarum»; proveniente dal convento della Ss. Annunziata dei Servi di Firenze. Alla c. 1r l’attestazione dell’autore nel Prologo: «[...] Si tibi auctoris nomen gratum esset, Ambrosius Spiera tarvisinus vocor, Ordinis Servorum Sanctae Marie minimus theologorum doctor»). Copia cartacea dei Sermones de Adventu è rintracciabile nel codice milanese della Biblioteca Ambrosiana, I 62 inf., Sermones praedicabilis, (ms. membranaceo 288×215, metà XV secolo, (1447: rubr. c. 1r) cc. a+V+71, su due colonne; legatura in assi di legno rivestiti di carta rossiccia marmorizzata, dorso in pelle, acquisito nel 1824; Castelli, 1991, p. 245): vi sono presenti 16 sermoni dei 18 pubblicati nell’edizione bolognese del 1501.
L’opera più significativa di Spiera è tuttavia il Quadragesimale de floribus sapientiae, che egli completò a Roma negli ultimi anni della sua vita, proponendone tre successive redazioni. Si tratta di un lavoro ampio e complesso, redatto per l’utilità dei predicatori e dedicata, come dichiara il prologo, agli studenti in sacra teologia.
Il Quadragesimale de floribus sapientiae conobbe una notevole fortuna a distanza di qualche decennio dalla morte dell’autore grazie alle edizioni a stampa, con vari incunaboli editi a Venezia. L’editio princeps, con quarantacinque sermoni, curata dal parente Leonardo Spiera (Giani, 1719, p. 490), fu stampata da Vindelino da Spira (dicembre 1476); altre edizioni veneziane sono dovute al confratello fra Marco Zorzi (Marcus Venetus) prima presso Antonio Stanchi e Jacopo Britannico e soci (marzo 1481), poi presso Gabriele Grassi (aprile 1485) e infine presso Boneto Locatelli (febbraio 1488; Besutti, 1971, pp. 181-186). Dell’edizione locatelliana è noto l’esemplare presente presso la Biblioteca apostolica Vaticana postillato da Torquato Tasso (Besutti, 1971, p. 186). Due ulteriori edizioni vennero stampate a Basilea nel luglio del 1510 presso Giacomo Wolff da Phortzen, e nuovamente dallo stesso nel giugno del 1516, dove l’autore viene dato come carmelitano (Branchesi, 1972, pp. 112-114). Alcuni brani sono stati recentemente antologizzati in traduzione italiana (Fonti storico-spirituali..., 2002, pp. 560-572).
Il Quadragesimale de floribus sapientiae è tradito integralmente o parzialmente da vari manoscritti: Modena, Biblioteca Estense, Cod. Alfa 0.8 – 17, (ms. membranaceo 360×200; metà sec. XV, cc. 299+XVIII, su due colonne, legatura moderna); sul dorso «Spiera Quadragesimale C.M.C. 1454». Alla c. 1r: «Incipit quadragesimale de floribus Sapientiae peroptimum editum et compilatum per egregium sacre theologiae doctorem Magistrum Ambrosium Spiera Tarvisinum ordinis servorum sancte Marie ad Dei laudes et eius Matris totiusque curie superne» (Pollicini, 1942, p. 36). Il codice contiene un’iniziale figurata con un frate con cappuccio in testa e cappa nell’atto di insegnare: miniatura ripresa nell’incunabolo stampato a Venezia nel 1476 (cfr. Firenze, Biblioteca nazionale F 2 n. 9). Il ms. Napoli, Biblioteca nazionale, Cod. VII. D.3; (ms. membranaceo 230×170; prima metà del XV secolo; sul dorso «F. Ambro - Opera»; cc. I+388+1+20 [tabula], 2 colonne; legatura pergam.). Da un confronto risulta essere copia del codice della Biblioteca Estense di Modena (Pollicini, 1942, pp. 36-38). Un terzo testimone, parziale, è il ms. Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 5083; (ms. cartaceo in 4°, 210×140; metà del XV secolo; cc. II+317+IV, a 2 colonne; legatura moderna in pergam.). Contiene nove sermoni corrispondenti ai primi del Quadragesimale de floribus sapientiae che da citazioni interne sarebbero stati composti a Treviso dopo il 1448; in una seconda parte del codice figurano altri sermoni composti nel 1455 anno della morte (Pollicini, 1942, pp. 38-42).
Va ricordato infine un importante ‘codice di lavoro’ di Spiera, autografo (con frequenti riferimenti alle date croniche e topiche), oggi conservato a Treviso (Biblioteca comunale, ms. 1057), per acquisto (nel 1878) da un privato, ma proveniente da Padova. Cartaceo, composto di cc. 308 (ma mutilo), ha il titolo Fra Ambrosii de Tarvisio-Conciones 1442 (Pollicini, 1942, pp. 28 s.; Pacetti, 1951, pp. 318-382). Composto da vari quinterni non sempre disposti in ordine cronologico, contiene fra l’altro molti riferimenti ed estratti da prediche di Bernardino da Siena, che Spiera avrebbe trascritti nella notte del 25 gennaio 1441 nel convento dei Servi di Venezia (anche se non si tratta di una prima originale reportatio, come affermato da Pollicini, 1942, p. 32, e 1949, pp. 301-349, contestato dall’editore dell’opera omnia del Senese, che esclude qualsiasi legame: Pacetti, 1951, pp. 318-382, e 1952, pp. 278-298). Il codice trevisano ha un particolare rilievo poiché contiene il più antico volgarizzamento della regola di papa Martino V (16 marzo 1424) per i gruppi di terziari riferentesi all’Ordine dei servi di Maria, adattata a una comunità femminile (Morini, 1905, pp. 196-206; Bedont,1978, pp. 294 s.; Suarez - Montagna, 1966, pp. 12-25; Montagna, 1966, pp. 31-35; Fonti storico-spirituali..., 2002, pp. 386-396).
Fonti e Bibl.: A.M. Giani, Annales Ordinis Fratrum Servorum B. Mariae Virginis a suae institutionis exordis centuriae quatuor, editio Aloysius Garbi, I, Lucae 1719, pp. 489-492 (1ª ed. 1618); A.M. Morini, Regola de li fratelli e sorelle del consortio e fraternidade de Santa Maria de i Servi, in Monumenta OSM (Ordinis Servorum Mariae), VII, Bruxelles 1905, pp. 196-206; Monumenta OSM, XIV, Series procuratorum generalium, 6, Bruxelles 1913; Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini..., a cura di G. Zonta - I. Brotto, editio altera, II. 1435-1450, Padova 1970, nn. 1634, 1657, 1723, 1748, 1759, 1827, 1831, 1838, 1839; C.A.L.M.A. - Compendium auctorum latinorum medii aevi (500-1500), I, 2, Firenze 2000, pp. 203 s.
A. Serena, La cultura umanistica a Treviso nel secolo decimoquinto, Venezia 1912, pp. 62-80; V. Bernardi, Ambrogio Spiera, Venezia 1929; A.M. Vicentini, I Servi di Maria nei documenti e codici veneziani, II, 1, Vicenza [1932], pp. 59 s.; A.M. Poka, Doctrina mariana in sermonibus Ambrosii Spiera, in Marianum, IV (1942), pp. 32-41; G. Pollicini, Il M° Ambrogio Spiera tarv. (1413-1455), in Studi storici OSM, IV (1942), pp. 5-77; Id., Opere giovanili di S. Bernardino da Siena. Studio sui codici autografi, in Miscellanea Francescana, XLIX (1949), pp. 301-349; D. Pacetti, Pretesi scritti giovanili di s. Bernardino, in Archivum Franciscanum Historicum, XLIV (1951), pp. 318-382, XLV (1952), pp. 278-298; G.M. Roschini, I Servi di Maria e l’Immacolata, in Studi storici OSM, VI (1954), pp. 83-86; A. Battiston, La paternidad espiritual de san José en el pensamiento de los Téologos servitas, in Estudios Josefinos, XVI (1962), pp. 53 s.; D.M Montagna, I “sette gaudi” di Maria secondo fra Ambrogio Spiera, in Quaderni per la storia delle fondazioni venete dell’Ordine dei Servi di Maria, Vicenza 1966, pp. 31-35; P.M. Suarez - D.M. Montagna, Antiche fraternità femminili dei Servi nella regione veneta, I, La “Riegola” di fra Ambrogio Spiera (†1455), in Moniales Ordinis Servorum, IV (1966), 1, pp. 12-25; J.B. Schneyer, Geschichte der katholischen Predigt, Freiburg 1969, p. 222; G.M. Besutti. Repertori e sussidi generali. Edizioni del secolo XV (1476-1500), in Bibliografia dell’Ordine dei Servi, Bologna 1971, pp. 181-186; P.M. Branchesi, Bibliografia dell’Ordine dei Servi. Edizioni del secolo XVI (1501-1600), Bologna 1972, pp. 112-115; R.M. Rentner, Ambrosius Spiera: A fifteenth-century italian preacher and scholar, in Church history, XLII (1974), pp. 448-459; G.M. Roschini, Galleria servitana, Roma 1976, pp. 94 s.; E.M. Bedont, La bolla “Sedis apostolicae” di Martino V e i laici dei Servi di Maria, in Studi storici OSM, XXVIII (1978) pp. 294 s.; L. Pesce, Vita socio culturale in diocesi di Treviso nel primo Quattrocento, Venezia 1983, pp. 176 s.; Id., La Chiesa di Treviso nel primo Quattrocento, I, Roma 1987, pp. 512-521; S. Castelli, Un antico elenco braidense e i codici dei “conventi soppressi” nelle biblioteche milanesi, in Italia medioevale e umanistica, XXXIV (1991), p. 245; R. Citeroni, L’Ordine dei Servi di Maria nel Veneto. Tre insediamenti trecenteschi. Venezia (1316), Verona (1324), Treviso (1346), Roma 1998, pp. 170-184; Fonti storico-spirituali dei Servi di Santa Maria, II, Dal 1349 al 1495, Gorle 2002, pp. 560-572; L. Bertazzo, Maestri teologi dei frati Servi di Maria nell’Università di Padova (sec. XV), in Studi storici OSM, LXVII (2017), pp. 122-124.