TABUCCHI, Antonio
– Nacque a Pisa il 24 settembre 1943 (ma registrato all’anagrafe in data 23, con il nome di Antonino), figlio unico di Tina Pardella, ostetrica, e di Adamo.
A Vecchiano, in provincia di Pisa, trascorse l’infanzia nella casa dei nonni materni, vicina al bar del padre, e frequentò le scuole elementari e medie. Carlo Collodi, Jonathan Swift e Miguel de Cervantes furono gli autori della sua infanzia, cui si aggiunsero, in età adolescenziale, Jack London e Robert Louis Stevenson, viatico anche al tema del «doppio». Dopo gli studi liceali a Pisa tra il 1958 e il 1963, trascorse un anno a Parigi, dove frequentò come libero auditore i corsi di filosofia alla Sorbona. L’acquisto su una bancarella di un libro di Álvaro de Campos, Bureau de tabac (Tabacaria), uno degli eteronomi di Fernando Pessoa, segnò la sua passione per lo scrittore portoghese e per i suoi grandi temi della molteplicità dell’io e dell’inquietudine.
In Requiem, uma alucinação, romanzo breve del 1991 scritto da Tabucchi in portoghese (poi in italiano, Requiem, un’allucinazione, nel 1992 per Feltrinelli, divenuto film nel 1998 con la regia di Alain Tanner), l’io narrante, dopo una sequela di incontri di vivi e morti in una torrida Lisbona, si ritrova con il fantasma di un (innominato) Pessoa, persuaso di una letteratura che renda inquiete le coscienze.
Nel 1964 Tabucchi si iscrisse alla facoltà di lettere di Pisa dove, sotto il magistero di Luciana Stegagno Picchio, si specializzò nella letteratura portoghese. Al 1965 risale il suo primo viaggio in Portogallo: a Lisbona incontrò Maria José de Lancastre, che sposò nel 1970 e da cui ebbe due figli, Michele (n. 1970) e Teresa (n. 1973), e con cui frequentò gli intellettuali portoghesi dissidenti, come José Cardoso Pires e Mário Cesariny. Ai poeti surrealisti portoghesi, destinati a influire sul futuro scrittore attento al sogno e all’inconscio, dedicò la tesi di laurea discussa a Pisa nel 1969 e da cui nacque l’antologia La parola interdetta (Torino 1971), in cui Pessoa era considerato precursore del surrealismo portoghese. Lisbona fu la sua città d’elezione (nel 2004 ricevette la nazionalità portoghese), cui si aggiunse Parigi, in un’appartenenza intellettuale europea che non fece mai dimenticare a questo scrittore visionario, amante del viaggio, le sue radici e l’appassionato confronto con la realtà politica e sociale italiana.
Perfezionatosi alla Scuola normale superiore di Pisa (1970-73) studiando i poeti barocchi lusitani, insegnò letteratura portoghese alle Università di Bologna (1972-73), Genova (1978-90) e Siena (1990-2005). Nel 1987 tradusse per Einaudi la raccolta di poesie Sentimento del mondo del brasiliano Carlos Drummond de Andrade.
Insieme con la moglie, docente di letteratura portoghese all’Università di Pisa, curò l’edizione italiana delle opere di Pessoa, al quale dedicò inoltre lo studio Un baule pieno di gente. Scritti su Fernando Pessoa (Milano 1990) e Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa (Palermo 1994), immaginaria ricostruzione dell’agonia di Pessoa frequentata dai fantasmi dei suoi eteronimi. Quattro lezioni tenute nel 1994 su Pessoa all’École des hautes études di Parigi furono raccolte nel volume La nostalgie, l’automobile et l’infini. Lectures de Pessoa (Paris 1998; riedito nel 2013 con un ulteriore capitolo).
Al suo primo romanzo Piazza d’Italia (Milano 1975), pubblicato per Bompiani e portato in scena per il centocinquantenario dell’Unità con la regia di Marco Baliani, seguì, da Mondadori, un altro romanzo storico, più centrato sul tema della singola ricerca identitaria, Il piccolo naviglio (Milano 1978).
Giocando sul montaggio narrativo e così destrutturando il modulo della saga familiare plurigenerazionale (già del Bacchelli del Mulino del Po, ma qui riletto nella chiave magico-favolistica di un García Márquez), questi due romanzi ambientati in una Toscana dalla vena anarchica ripercorrono per scorci fulminei e incisivi la storia d’Italia tra Otto e Novecento, dalle battaglie per l’Unità alle lotte per il lavoro nella Repubblica fondata sul lavoro.
Gli anni Ottanta videro la svolta del narratore verso la forma racconto, nel cui taglio, struttura e tenuta, talora dilatati alla misura del romanzo breve, si toccano gli esiti forse più alti della sua scrittura. Nel 1981 uscì da Il Saggiatore Il gioco del rovescio (riedito, in edizione ampliata, da Feltrinelli nel 1988), il cui racconto eponimo gioca sull’ambiguità del tema del doppio; Donna di Porto Pim (Palermo 1983) nacque da un viaggio nelle isole Azzorre e ne fu tratto il film del 2001 con la regia di Toni Salgot; Piccoli equivoci senza importanza (Milano 1985) sono ispirati all’imprevedibile casualità della vita e un suo racconto, Rebus, divenne film nel 1988 per la regia di Massimo Guglielmi; I volatili del Beato Angelico (Palermo 1987) sono definiti «quasi-racconti» o «estravaganze».
A queste raccolte furono intercalati due romanzi brevi: Notturno indiano (Palermo 1984), viaggio indiano dipanato in una serie di incontri, alla ricerca di un amico portoghese o piuttosto, su eco del Kipling di Kim, di se stessi (film nel 1989 per la regia di Alain Corneau), e Il filo dell’orizzonte (Milano 1986), in cui l’indagine su una morte slitta a inchiesta esistenziale (film nel 1993 per la regia di Fernando Lopes).
La collaborazione con la Repubblica (avviata nel 1983, poi estesa nel 1988 al Corriere della sera) rientrò in un’attività giornalistica culturale, politica e civile, su riviste e quotidiani italiani e stranieri. Nel 1988 uscì da Feltrinelli I dialoghi mancati, con due opere teatrali da più registi rappresentate: Il signor Pirandello è desiderato al telefono, che mette in scena le convergenze Pirandello-Pessoa, e Il tempo stringe, su eco già di un capitolo, La fretta del tempo, in Il piccolo naviglio.
Gli anni Novanta portarono a un allargato successo. Dopo i racconti di L’angelo nero (Milano 1991), il cui titolo, omaggio al Montale di Satura, rimanda all’inquietudine del male, il già citato romanzo Requiem e la raccolta Sogni di sogni (Palermo 1992), «narrazioni vicarie» dei potenziali sogni degli artisti amati, uscì da Feltrinelli il romanzo Sostiene Pereira (Milano 1994), vincitore di numerosi premi, tra cui il Viareggio-Rèpaci e il SuperCampiello.
Nel 1938, nella Lisbona di Salazar, Pereira, un mite giornalista culturale, vedovo e cardiopatico (Marcello Mastroianni nel film del 1995 diretto da Roberto Faenza) prende coscienza, nell’amicizia con un giovane dissidente politico, poi tragicamente ucciso, della realtà del regime, di cui sarebbe diventato un oppositore, in fuga dal suo Paese.
Nel 1997, oltre alla pièce radiofonica Marconi, se ben mi ricordo (RAI-Eri), trasmessa nel 1995 per la regia di Giorgio Bandini su RAI Radio 3, uscì sempre da Feltrinelli un romanzo ambientato a Oporto, La testa perduta di Damasceno Monteiro, ispirato a un sanguinoso fatto di cronaca da addebitare alla Guardia nazionale repubblicana di Lisbona e concluso, dopo l’uscita del romanzo, con la confessione e condanna del sergente assassino.
L’impegno intellettuale militante si riversò, in questi anni, nel volumetto del 1998 sulla funzione dell’intellettuale, La gastrite di Platone (in traduzione in Francia, poi in Italia da Sellerio), in cui la polemica con Umberto Eco (contro l’idea di uno scrittore che in un incendio si limiti a chiamare i pompieri) si intrecciava al colloquio con Adriano Sofri, e in Gli Zingari e il Rinascimento. Vivere da Rom a Firenze (Milano 1999), premio Hidalgo 2001 per la cultura gitana e da cui nacque il documentario Rom Tour (1999), di Silvio Soldini e Giorgio Garini, con la partecipazione dello stesso Tabucchi.
Gli anni Duemila, ricchi di inviti e riconoscimenti internazionali, tra cui, nel 2004, il premio Francisco Cerecedo per la libertà di opinione, videro i suoi interventi politici, molto critici contro il governo Berlusconi, su giornali quali l’Unità, Micromega, Le Monde, El País. Nel 2009 avviò la collaborazione a Il Fatto quotidiano, sul cui primo numero pubblicò il racconto Fra generali (poi in Il tempo invecchia in fretta).
Da Feltrinelli uscirono il «romanzo in forma di lettere» Si sta facendo sempre più tardi (Milano 2001, prix France Culture 2002), diciassette lettere a voce maschile scritte da un tempo andato in frantumi; i testi di poetica di Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori (Milano 2003); il romanzo Tristano muore (Milano 2004, prix Méditerranée Etranger 2005), con un occhio a Ernest Hemingway, in cui un eroico ex partigiano, il cui nome è un omaggio leopardiano, si racconta in extremis a uno scrittore; la raccolta di interventi giornalistici L’oca al passo. Notizie dal buio che stiamo attraversando (Milano 2006); i racconti, sul tema montaliano delle immagini riaffioranti dal pozzo della memoria, di Il tempo invecchia in fretta (Milano 2009, premio Frontiere-Biamonti); Viaggi e altri viaggi (a cura di Paolo Di Paolo, Milano 2010), pagine di uno scrittore mosso, come i suoi personaggi, dallo struggimento dell’ignoto e dell’altrove. Nel 2011 Sellerio pubblicò, a cura di Thea Rimini, Racconti con figure, ispirati a opere figurative.
Nel 2009, denunciato per diffamazione dal presidente del Senato Renato Schifani, ebbe un forte appoggio internazionale grazie all’appello pubblicato da Le Monde, «Sosteniamo Tabucchi». Nel 2011 si accese una violenta polemica fra Tabucchi e gli intellettuali francesi schieratisi in difesa di Cesare Battisti: per protesta verso la protezione accordata all’ex terrorista dal governo brasiliano, lo scrittore rifiutò anche di partecipare al Festival letterario internazionale di Paraty, in Brasile.
Morì il 25 marzo 2012 a Lisbona per un tumore ai polmoni e fu sepolto nel Cemitério dos Prazeres, nella cappella degli Escritores portugueses.
Postumi, per Feltrinelli, uscirono una raccolta di saggi su un titolo tratto da Drummond de Andrade, Di tutto resta un poco. Letteratura e cinema (a cura di Anna Dolfi, 2013) nelle cui pagine ci imbattiamo in autori da lui amati (Pessoa, Jorge Luis Borges, Rudyard Kipling, Julio Cortázar, Primo Levi e molti altri) e il romanzo Per Isabel. Un mandala (2013), ricerca nel tempo e nello spazio di una figura femminile; nonché, per Vittoria Iguazu Editora, il racconto Isabella e l’ombra (Pistoia 2013).
Nel 2016 il Comune di Vecchiano acquistò la casa di famiglia per allestirvi una biblioteca dei libri a lui appartenuti. Dopo il lungometraggio concluso nel 2015 dal collettivo Dottor Cardoso, Rua de Saudade 22. Nel mondo di Antonio Tabucchi (poi trasfuso in libro), nell’aprile del 2018 è uscito, per la regia di Diego Perucci, il documentario Se di tutto resta un poco. Sulle tracce di Antonio Tabucchi, con la voce narrante di Giorgio Colangeli.
Fonti e Bibl.: Carte, manoscritti, lettere, inediti e appunti sono stati donati dalla moglie alla Bibliothèque nationale de France di Parigi. I suoi libri sono tradotti in moltissime lingue. Nel 2018 sono usciti i due Meridiani Mondadori a lui dedicati, per cura di Paolo Mauri e Thea Rimini, comprensivi del romanzo inedito Lettere a capitano Nemo.
Per una bibliografia critica essenziale si vedano almeno: F. Brizio-Skov, A. T. Navigazioni in un arcipelago narrativo, Cosenza 2002; N. Trentini, Una scrittura in partita doppia. T. tra romanzo e racconto, Roma 2003; A. Dolfi, T., la specularità, il rimorso, Roma 2006; I ‘Notturni’ di A. T. Atti del seminario, Firenze..., a cura di A. Dolfi, Roma 2008; A. Dolfi, Gli oggetti e il tempo della saudade. Le storie inafferrabili di A. T., Firenze 2010; A. Perli, Auctor in fabula. Un essai sur la poétique de T., Ravenna 2010; Marco Alloni dialoga con A. T.: saudade di libertà, Roma 2011 (poi, con il titolo Marco Alloni intervista A. T.: la vita imperfetta, Correggio 2017); T. Rimini, Album T. L’immagine nelle opere di A. T., Palermo 2011; P. Di Paolo - M. Monferrini, Cercando T. Un viaggio in Portogallo, Roma 2016 [diario di un viaggio fotografico]; M.C. Mannocchi, La trama dell’invisibile. Sulle tracce di A. T., Roma 2016; Rua da Saudade 22. Interviste per A. T., a cura di D. Perucci - R. Greco, Livorno 2017.