URCEO, Antonio (detto Codro)
Il cognome derivò alla famiglia dal paese d'origine Orzi Novi (Brescia), ma Antonio nacque a Rubiera (Reggio E.) il 14 agosto 1446: Codrus si chiamò poi da sé, alludendo all'oraziano "Codro pauperior". Da Guarino e da Luca Riva apprese il greco a Ferrara e, come a ellenista, Aldo gl'intitolò una raccolta di epistole greche. Fu per dieci anni, dal 1470, precettore dell'infelice figlio di Pino Ordelaffi; poi passò a Bologna, dove impersonò il tipo dell'umanista dotto, irritabile, sordido, stremenzito. Morì l'11 febbraio 1500.
Il volume delle sue opere (Bologna 1502; Venezia 1506; Parigi 1515; Basilea 1540) si divide in due parti: le prose comprendono 14 sermones ossia prolusioni accademiche, talora grossolanamente facete; 9 epistole d'erudizione (al Poliziano, ad Aldo Manuzio, ecc.). Le poesie sono di varie forme (odi, egloghe, satire, epigrammi). Larga diffusione ebbe il suo compimento dell'Aulularia (La Pentolinaria, Daventer 1482).
Bibl.: C. Malagola, Della vita e delle opere di Antonio Urceo, Bologna 1878.