VIEIRA, Antonio
Gesuita, oratore sacro, scrittore, uomo politico, diplomatico e missionario portoghese, nato a Lisbona il 6 febbraio 1608, entrato nella Compagnia di Gesù il 5 maggio 1623 a Bahia (Brasile) e ivi morto il 18 luglio 1697. Rientrato (1641) a Lisbona, dopo un primo periodo di apostolato evangelico a Bahia, dov'era stato ordinato (1635) sacerdote, il V., vi divenne predicatore di corte e uno dei più laboriosi collaboratori di re Giovanni IV, al quale propose, per ricostituire il decadente impero coloniale portoghese, la fondazione di due compagnie di commercio, per l'India e per il Brasile, intese a intensificare e assicurare i traffici fra madrepatria e colonie. Dopo una lotta accanita con l'Inquisizione portoghese, che vedeva assai male l'ammissione dei cristiani nuovi in queste compagnie, si fondò (1649) la Compagnia di Commercio per il Brasile, limitata al monopolio del traffico con questo immenso territorio. Stanco della sua attività diplomatica - in Francia e in Olanda (1646), in Francia, Olanda e Inghilterra (1647), e a Roma (1650) - egli ripartì (1652) per il Brasile, dove, soltanto dopo un nuovo viaggio in patria (1654-55) che gli fece ottenere la revisione dell'amministrazione brasiliana, poté esercitare un fervido apostolato, inteso a migliorare le generali condizioni degl'indigeni e a promuovere la liberazione degli schiavi. Alla morte del re, peraltro, l'opposizione vivissima dei coloni lo costrinse a rientrare a Lisbona (1661), donde, per l'appoggio dato all'infante don Pietro, fu confinato a Oporto e poi processato a Coimbra dal tribunale dell'Inquisizione, che, contestandogli la sua mistica credenza nella resurrezione di Giovanni IV e nella conseguente fondazione del "Quinto Impero", destinato a portare nuova gloria alla Chiesa e al Portogallo, lo condannò (1667) a rimanere chiuso in una casa del suo ordine, ad arbitrio del Sant'Ufficio. Rientrato in grazia, con l'avvento di don Pietro, il V. si recò a Roma (1669) a trattarvi la causa della beatificazione di Ignazio de Azevedo, e, ottenuta da Clemente X l'esenziona dalla giurisdizione dell'Inquisizione portoghese, dopo una nuova dimora in Portogallo (1675), ripartì per il Brasile (1681), dove si dedicò quasi completamente a forbire e pubblicare i suoi celebri sermoni.
Opere: Particolarmente importanti, per la storia della letteratura portoghese, sono i 15 volumi dei Sermoens (Lisbona 1679-1699), ristampati insieme con i numerosissimi scritti politici e polemici (fra cui il famoso Papel forte, che consigliava la cessione di Pernambuco agli Olandesi. per salvare il resto del Brasile; la Clavis prophetarum e la Historia de futuro) nelle Obras completas (Lisbona 1854) e nella nuova ed. critica delle opere, curata da Lucio de Azevedo (1925 segg.).
Bibl.: L. Gonzaga Cabral, V. pregador, Oporto 1901; J. Lucio de Azevedo, Historia de A. V., Lisbona 1918-21; F. Rodrigues, El padre A. V., in Revista de Historia, XI, ivi 1922. Per la costituzione della compagnia di commercio, cfr. C. de Lannoy e H. Vander Linden, Histoire de l'expansion coloniale des peuples européens, Parigi 1907, p. 147 seg. Un elenco particolareggiato delle varie edizioni e traduzioni delle opere in De Backer-Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, VIII, pp. 653-85.