Doge di Genova (Genova 1340 circa - Finale Ligure 1398); sostenuto dai ghibellini del popolo minuto, il 17 giugno 1378 ebbe il dogato, ma dopo poche ore dovette cedere la carica a Niccolò Guarco, e poi esulare. Tornato nel 1383, divenuto doge nel 1384, sostenne Urbano VI e si adoperò per comporre lo scisma d'Occidente, ottenendo ingrandimenti territoriali; aiutò i Siciliani contro i pirati barbareschi (1388). Due anni dopo, prevalendo i Fregoso, abbandonò Genova; riprese il posto nell'aprile 1391, ma dovette fuggire di nuovo, lottando aspramente con Antonio Montaldo. Con lui si rappacificò in apparenza, riuscendo eletto doge nel settembre 1394. Ma, insidiato dalle famiglie rivali Fieschi e Grimaldi (sostenute da Luigi d'Orléans conte d'Asti, che occupava Savona) e Guarco e Montaldo (appoggiate da Gian Galeazzo Visconti), cedette la signoria di Genova al re di Francia Carlo VI, accettando di governare in suo nome (1396); sostituito l'anno dopo da un governatore francese, si ritirò presso i marchesi Del Carretto, a Finale, dove morì.