ANTRAIGUES, Emmanuel Henri Louis Alexandre de Launay, conte d'
Nato a Montpellier il 25 dicembre 1753, si segnalò negli ultimi anni dell'antico regime tra i fautori delle riforme: nell'estate 1788 pubblicò una memoria sugli Stati generali e l'anno seguente fu designato come uno dei due rappresentanti della nobiltà del Vivarais agli Stati generali, in cui però sostenne, in base all'antica costituzione del regno, il voto per ordini e non per individui. Ma i rapidi sviluppi del moto rivoluzionario lo indussero a passare dall'atteggiamento di fautore delle novità a quello di difensore coraggioso, se pure sfiduciato, delle istituzioni superstiti e ad emigrare in Isvizzera nel 1790. Si stabilì a Loverciano nel Canton Ticino e vi sposò la cantante Saint-Huberty. Accaloratosi nella polemica contro-rivoluzionaria e illudendosi di poter giovare a Luigi XVI, annodò rapporti col ministro spagnolo a Venezia, Las Casas; e, nel 1793, ricevette la cittadinanza spagnola, rimanendo addetto alla legazione di Spagna in Venezia. Ebbe pure la rappresentanza ufficiosa presso la Serenissima del conte di Lilla (Luigi XVIII), il quale, dopo la firma della pace fra la Spagna e la Francia, lo fece aggregare alla legazione russa di Venezia. Dall'Italia, l'A. teneva le fila di trattative con monarchici rimasti sul suolo francese ed anche con taluni rivoluzionarî ormai pentiti. Si adoprò efficacemente per impedire la pace separata fra il re Ferdinando IV di Napoli e il Direttorio; ma non seppe cautelarsi sufficientemente dagl'intrighi di un agente provocatore, noto sotto il nome di Montgaillard, che lo segnalò alle vendette degli eserciti francesi che stavano per entrare in Venezia. Egli cercò di allontanarsi al seguito del ministro russo a Venezia, Mordvinov; ma il 21 maggio 1797 fu arrestato a Trieste dal generale Bernadotte, che lo spedì a Milano donde il generale Bonaparte lo fece venire a Mombello. Ivi, il 1° giugno, sotto le minacce d'immediata fucilazione, giustificabile col sequestro nel suo portafoglio del resoconto di due conversazioni col Montgaillard, l'A. si lasciò indurre ad ammissioni di cui Bonaparte si giovò per compromettere il generale Pichegru, e il Direttorio per coonestare il colpo di stato di fruttidoro. Vi sono indizî che inducono a credere che l'A. salvasse la propria vita anche piegandosi a mutilare la relazione dei colloqui col Montgaillard, nella parte riguardante approcci dei Borboni presso il generale Bonaparte. Un'evasione, forse tollerata dal Bonaparte stesso, permise al d'A. di rifugiarsi in Isvizzera e di là in Austria; ma la pubblicità data dal Bonaparte ai colloquî di Mombello gli fece perdere la fiducia di Luigi XVIII. Gli fu tuttavia conservata la sua posizione fra gli agenti diplomatici russi, prima in Austria e in Germania, poi, quando questa fu invasa dai Francesi, in Inghilterra. Dopo la pace di Tilsitt era passato al servizio inglese e si apprestava forse a ridiventare il corrispondente dello zar, in guerra con Napoleone, quando fu ucciso il 22 luglio 1812, vicino a Londra, insieme con la moglie, da un domestico italiano, probabilmente agli stipendî della polizia francese.
Bibl.: L. Pingaud, Un agent secret sous la Révolution et l'Empire. Le comte d'Antraigues, Parigi 1893.