antropologia economica
Disciplina che ha come oggetto il legame intercorrente fra i meccanismi di produzione e allocazione delle risorse economiche ‒ non solo quelle fisiche ma anche i beni immateriali come il potere, lo status e il prestigio sociale ‒ e l’ambiente socioculturale di una data comunità. L’analisi, prettamente empirica e descrittiva, fruisce dell’apparato teorico della microeconomia.
Si possono distinguere 3 diverse impostazioni di ricerca. Una prima, di stampo neoclassico, detta ‘formalista’, assume come universali i canoni di razionalità delle scelte individuali e di anonimità delle relazioni economiche, tipici del cosiddetto homo oeconomicus. Una seconda (probabilmente la più diffusa), detta ‘sostanzialista’ e derivata dall’economia istituzionalista, non rigetta i canoni microeconomici, ma sottolinea la rilevanza della cornice socioculturale alla base di ogni scelta razionale ed economica. Infine, più di recente, a seguito della traduzione in lingua inglese di alcuni lavori di stampo marxista, è emerso un terzo approccio che ha come oggetto di studio la produzione piuttosto che il consumo dei beni in un dato contesto socioculturale.
Autore di riferimento dell’a. e. è K. Polanyi, che considerava lo scambio come un processo istituzionalizzato (embedded) all’interno del complesso di regole sociali, culturali e morali caratterizzanti ogni collettività. Quindi i meccanismi di allocazione delle risorse sono molteplici allo stesso modo in cui sono variegati i contesti sociali (K. Polanyi, The economy as instituted process, in C.M. Aresenberg, H.W. Pearson, K. Polanyi, Trade and market in the early empires, 1957).
Il dono è un tipico oggetto di interesse dell’a. e., il cui significato economico comporta l’abbandono dell’assunzione (presente nell’impostazione formalista) di soggetti tra loro anonimi e la contestualizzazione sociale della donazione. Difatti, si è osservato che in talune comunità la donazione esprime un meccanismo di allocazione dello status sociale: chi dona è reputato dalla comunità avere uno status superiore rispetto al soggetto che, accettando il dono, acconsente a uno status sociale inferiore. Seppure in una stringente cornice di norme socioculturali, che non può essere trascurata se si vuole mantenere valido il fondamento microeconomico, la donazione raffigurerebbe una tipologia di scambio economico: donando si ottiene un accrescimento del proprio status e talvolta un conseguente potere e prestigio; contestualmente, il dono rappresenterebbe la remunerazione per il soggetto che accetta uno status sociale inferiore.
Generalizzando, le relazioni microeconomiche si fondano sulle preferenze dei soggetti economici (tipicamente individui), ma queste preferenze sono apprese o da altri o maturate dalle nostre esperienze, ovvero sono parte della nostra cultura. Preliminare quindi all’analisi economica strictu sensu è la comprensione socioculturale del contesto.
La contestualizzazione socioculturale permette inoltre di introdurre un concetto fondamentale per l’a. e., la reciprocità. La stretta conoscenza della controparte in una relazione economica e il ripetersi (attuale o potenziale) della medesima tra soggetti non anonimi sviluppano un rapporto di reciprocità tra i soggetti economici, permettendo una riduzione di comportamenti opportunistici e quindi un uso efficiente delle risorse economiche scarse, anche in situazioni istituzionali informali, deboli o imperfette. A tal proposito, E. Ostrom, prima donna a essere insignita del premio Nobel per l’economia (2009), è probabilmente l’autrice che con maggior successo ha applicato e sviluppato il concetto di reciprocità, mostrandone la rilevanza in situazioni di non mercato come quelle che coinvolgono le risorse comuni.
Alfonsina Manzo, Massimiliano Vatiero