ANZIO (III, p. 623)
Il comune di Anzio aveva avuto, dopo il censimento 1921, un notevole aumento di popolazione (6950 ab. nel 1931 e 7025 nel 1936). Con decreto 27 novembre 1939 esso venne aggregato al comune di Nettuno a costituire il nuovo comune di Nettunia (17.143 ab. nel 1936); la fusione era in qualche modo giustificata dalla continuità dell'abitato dei due centri, non altrettanto da comunanza di caratteri e interessi economici. Un decreto del 3 maggio 1945 ha ricostituito le due circoscrizioni comunali separate, quali erano prima del decreto del 1939. Anzio, dopo lo sbarco alleato (21 gennaio 1944), ha subito gravissimi e prolungati bombardamenti, che hanno prodotto ingenti danni e l'esodo della popolazione. Ora Anzio va rapidamente risorgendo; la popolazione residente era calcolata, al 31 dicembre 1947, a 8393 ab.
Lo sbarco anglo-americano ad Anzio. - La zona di Anzio fu prescelta dagli Anglo-americani per una operazione di sbarco a tergo delle linee tedesche. Durante la campagna d'Italia (v., in questa App.), occupata Napoli (1° ottobre 1943), gli Alleati (5ª armata) raggiunsero il Garigliano venendo a contatto con i Tedeschi schierati sulla linea "Gustav" saldamente organizzata a difesa. Reiterati attacchi per conseguire la rottura fallirono, e perciò fu deciso per il 20 dicembre, dal gen. D. Eisenhower, uno sbarco ad Anzio tendente all'aggiramento delle posizioni e alla conquista dei Colli Albani. Falliti però gli attacchi concorrenti, diretti a sboccare nella valle del Liri (26 novembre-1° dicembre 1943), lo sbarco fu differito al gennaio 1944 e concordato con l'azione combinata della 5ª armata (direttrice Cassino-Frosinone) per attirare le riserve germaniche e collegarsi con le forze sbarcate. La zona di Anzio fu prescelta perché facilmente accessibile dal mare e idonea alla costituzione di una testa di sbarco con buone possibilità tattiche anche per le ulteriori operazioni verso nord; essa includeva la fascia costiera compresa fra i fossi Astura e della Moletta, limitata a nord dalle pendici meridionali dei Colli Albani. Compito affidato alle forze anglo-sassoni: costituire una solida testa di sbarco (raggio 11 chilometri); proseguire verso i Colli Albani per tagliare le vie Appia e Casilina; minacciare il tergo della linea Gustav. L'operazione, diretta dall'ammiraglio F. Lowry, fu accuratamente predisposta; vi furono destinate forze preventivamente addestrate, agli ordini del maggior generale americano J. P. Lucas (VI corpo americano, truppe miste: 2 divisioni fanteria, 2 gruppi corazzati, 1 reggimento paracadutisti, 1 battaglione rangers, 2 commandos) che si imbarcarono a Napoli alle ore 5 del 21 gennaio 1944. Il convoglio, ripartito su 243 mezzi navali (50.000 uomini, 5000 carri armati e automezzi, col concorso di 651/2 squadroni di aviazione), dopo una diversione verso ovest, puntò su Anzio ove giunse alle 24 del 21 senza disturbo. Lo sbarco si effettuò regolarmente e senza bombardamenti preventivi: iniziatosi alle 2 del 22, in circa 3 ore furono a terra le fanterie; fu proseguito nei giorni successivi. Era stato preceduto da attacchi sulle fronti del Garigliano e del Rapido (12, 17, 20 gennaio) e da massicci bombardamenti aerei per impedire lo spostamento di forze tedesche. In effetti, al momento dello sbarco, gli Alleati erano riusciti ad attirare le riserve germaniche in posto, ma non era stato possibile sboccare nella valle del Liri, e perciò nessun concorso diretto poté esser dato dalla 5ª armata. Consolidata la testa di sbarco, il 24 alcune pattuglie si spinsero verso Cisterna e all'altezza della ferrovia Roma-Formia, ove avvenne la presa di contatto con i Tedeschi: in tale circostanza, da documenti trovati indosso a prigionieri, gli Alleati appresero che il Comando Supremo germanico aveva ordinato di mantenere ad ogni costo il possesso della linea Gustav.
L'operazione sorprese i Tedeschi che svilupparono il 23 e il 24 solo una reazione aerea crescente; quindi, racimolate tutte le riserve disponibili (2 divisioni poi portate a 5) arginarono la testa di sbarco con un fronte difensivo. Tentativi degli Alleati per la conquista di una base per l'attacco ai Colli Albani (30 gennaio-1° febbraio) furono respinti: fu perciò assunto atteggiamento difensivo rinforzando nel contempo il corpo di sbarco che raggiunse la forza di circa 5 divisioni. Attacchi concomitanti svolti il 21 e il 24 gennaio contro la linea Gustav non avevano dato risultati concreti. La reazione tedesca si orientò prima a contenere la testa di sbarco e poi a ributtare in mare le truppe sbarcate: le azioni, condotte con estrema violenza, fallirono (3-20 febbraio); i Tedeschi vi rinunciarono e gli Alleati si resero conto che lo sbarco sarebbe rimasto fine a sé stesso. Altri attacchi della 5ª armata per sboccare nella valle del Liri (17 febbraio e 16 marzo) non raggiunsero lo scopo e le operazioni furono sospese; riprese il 12 maggio condussero alla rottura della linea Gustav. Il 23 maggio le forze di Anzio iniziarono le operazioni verso Valmontone e il 25 i loro reparti si incontrarono con le unità della 5ª armata provenienti dal Garigliano.
L'operazione costituisce un bell'esempio di azione anfibia di sorpresa e di stretta cooperazione aereo-terrestre-navale; molto accurate la preparazione e la esecuzione. Non conseguì il successo atteso - anche se in seguito contribuì al crollo della difesa a sud di Roma - perché gli Alleati consolidarono la testa di sbarco e non proseguirono subito verso l'interno, cosicché i Tedeschi ebbero il tempo di intervenire per incapsularli. Vi si può rilevare un eccesso di prudenza, ma è da ricordare che gli attacchi concorrenti contro la linea Gustav erano falliti. A loro volta i Tedeschi non contrattaccarono rapidamente, perché lo sbarco li aveva sorpresi, perché il settore era indifeso e specialmente perché erano scarse le loro riserve strategiche. Da notare, l'ingente contributo dell'aviazione per contenere i contrattacchi, il contegno ammirevole delle truppe sbarcate e gli accorgimenti adottati per assicurare la vita di forze notevoli in una zona ristretta soggetta a incessanti bombardamenti.
Bibl.: G. C. Marshall, Biennal Report of the Chief of Staff of The United States Army. July, i, 1943 to June 30, 1945, Washington 1946; A. Tarchiani, Il mio diario di Anzio, Milano 1947; F. Tirelli, Lo sbarco ad Anzio (dattiloscritto), Roma 1947.