apartisan
(a-partisan), s. m. e f. e agg. inv. Chi o che non è legato a partiti o ideologie politiche.
• Un fronte «bipartisan», anzi no, «apartisan», per rilanciare le infrastrutture strategiche nel Paese. […] La lista delle lagnanze sarebbe ancora lunga: gare fatte male, vinte con ribassi impressionanti poi recuperati con varianti di progetto; il cronico ritardo del Sud; le lacune e gli assoggettamenti al potere politico delle amministrazioni pubbliche. Ma gli «apartisan» di «Italia decide» (il neologismo è del maggiore animatore del gruppo, l’ex presidente della Camera Luciano Violante) provano ad andare oltre, guardano in particolare alle nuove opportunità derivanti dal federalismo fiscale e dalla legge sulla finanza pubblica. (Marco Iasevoli, Avvenire, 3 luglio 2009, p. 12, Oggi Italia) • «Italia decide» è un’associazione di ricerca «a-partisan» (oltre la formula bipartisan, dunque) che persegue una missione decisamente ambiziosa in tempi di crisi profonda della politica: «Creare basi condivise di conoscenza sulle questioni strategiche per il futuro del Paese», recita la scheda di presentazione del gruppo di lavoro che vede tra i suoi promotori Carlo Azeglio Ciampi, Luciano Violante, Giuliano Amato, Gianni Letta, Giulio Tremonti e Alessandro Campi ma anche il banchiere Pellegrino Capaldo, il costruttore Alfio Marchini, il notaio Gennaro Mariconda, l’Enel e il consiglio nazionale del notariato. (D[ino] Mart[irano], Corriere della sera, 16 novembre 2010, p. 11, Primo Piano) • [tit.] La cultura è apartisan e fa bene all’economia oltre che allo spirito [testo] […] La cultura non è bipartisan ma apartisan, si pone su un piano di autonomia rispetto alla politica, si sottrae alle finalizzazioni strumentali. (Renato Nicolini, Unità, 2 ottobre 2011, p. 17, ComUnità).
- Dall’ingl. apartisan, a sua volta derivato dal s. e agg. partisan con l’aggiunta del prefisso a-.
- Già attestato nel Corriere della sera del 25 giugno 2002, p. 9, Politica (Dario Di Vico).