APELLEAS (᾿Απελλέας; Apēllas)
Bronzista greco di Megara, rispettivamente figlio e nipote degli scultori Kallikles e Theokosmos. La sua era una famiglia di artisti megaresi attivi negli ultimi decenni del V e nei primi decennî del IV sec. a. C. Il nome di A. è legato a quello di Kyniska, figlia di Archidamo I e sorella di Agesilao, re di Sparta dal 398 al 361 a. C. Kyniska fu la prima donna che partecipò alle gare di Olimpia vincendo due volte (prob. 396 e 392 a. C.) con la quadriga (Xenoph., Ages., ix, 6; Plut., Ages., 20; Paus., iii, 8, 1). In ricordo di queste vittorie, Kyniska dedicò in Olimpia due monumenti. Il primo (Paus., vi, 1, 6) era opera di A. e consisteva in un gruppo formato dalla quadriga, l'auriga e Kyniska. Parte della base è stata ritrovata; si tratta di un frammento semicircolare di calcare nero con l'impronta di un piede e parte dell'iscrizione dedicatoria (Inschr. Olympia, 160) che possiamo conoscere completamente da un epigramma dell'Anthologia Palatina (xiii, 16). Evidentemente questo elemento semicircolare sporgeva in avanti sul lato principale della base rettangolare, forse su un piano più basso. Su di esso stava la statua di Kyniska: dietro di lei, in veduta frontale, il carro senza cavalli e l'auriga; le figure dovevano essere più piccole del vero. Una seconda firma di A. (Inschr. Olympia, 634) è stata ritrovata su una base di marmo di incerta provenienza. Si è voluto riconoscere in essa la base del secondo donano di Kyniska e cioè quel gruppo, di formato ridotto, rappresentante "i cavalli in bronzo di Kyniska" ricordato da Pausania (v, 12, 5) nel vestibolo del tempio di Zeus, ma senza menzione dell'artista. Non è facile dire se si trattasse di una seconda quadriga in ricordo della seconda vittoria, oppure di un donano limitato alle sole figure dei cavalli a completamento dell'altro con il solo carro, il tutto considerato come donano unico in ricordo delle due vittorie. Quanto alla base citata, la sua provenienza dal vestibolo del tempio di Zeus, confermata dal Dittenberger e dal Furtwängler, fu smentita dal Dörpfeld. L'ipotesi, quindi, di collegare la base di A. con il secondo donario di Kyniska è, per ora, molto incerta. A. è ricordato anche da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 86) fra i bronzisti, quale autore di statue di donne in atto di adornarsi.
Bibl: H. Brunn, Gesch. gr. Künstler, Stoccarda 1889, I, p. 287; J. Overbeck, Schriftquellen, n. 1020 ss.; A. Furtwängler, Dornauszieher, n. 39; id., in Arch. Zeitung, XXXVI, 1879, 151, n. 301, 152; H. Brunn, in Bayerische Sitzungsberichte, 1880, 484; E. Loewy, I.G.B., 99, 100; F. Hauser, in Röm. Mitt., 1895, p. 116 ss.; C. Robert, in Pauly-Wissowa, I, cc. 2686-687, s. v. Apellas, n. 9; Suppl. I, 1903, c. 100; id., in Hermes, XXXV, 1900, p. 194; W. Dörpfeld, Olympia, Berlino 1935, II, 10; Inschriften von Olympia, 160, 634; J. G. Frazer, Pausania, IV, p. 2 ss.; Hitzig Blümner, Pausania, II, Lipsia 1901, p. 553; W. Amelung, in Thieme-Becker, II, p. 23, s. v.; E. Preuner, in Jahrbuch, XXXIV, 1920, p. 62 ss.; Honigmann, in Pauly-Wissowa, XII, c. 2, s. v. Κυνίσκα; G. Hafner, Viergespanne in Vorderansicht, Berlino 1938, p. 92 ss.; Ch. Picard, Manuel, Parigi 1935-54, II, pp. 545, 546, 656; IVe Siècle, I, pp. 162, 163, 164, n. 4, 165; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 30; R. Hampe, Der Wagenlenker von Delphi, in Brunn-Bruckmann, Denkmäler, pp. 786-790; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 107.