GRANFORTE, Apollo (Apollinare)
Nacque a Legnago, nel Veronese, il 20 luglio 1886. Nel 1905 emigrò con la moglie in Argentina; dotato di una potente voce baritonale, intraprese lo studio del canto a Buenos Aires sotto la guida di G. Capocci e N. Guerrera. Nel 1914 debuttò a Rosario di Santa Fé nel ruolo di Germont ne La traviata di G. Verdi, producendosi successivamente con successo in altri teatri sudamericani. Allo scoppio della prima guerra mondiale rientrò in Italia; il suo grande debutto avvenne il 5 genn. 1922 alla Scala di Milano nel ruolo di Amfortas nel Parsifal di R. Wagner, diretto da E. Panizza.
In precedenza aveva ottenuto diverse scritture in vari teatri: nel 1917, al Costanzi di Roma, che pur tra mille difficoltà continuava la sua attività, interpretò i ruoli del Conte di Luna ne Il trovatore di Verdi (6 ottobre), e di Figaro ne Il barbiere di Siviglia di G. Rossini; il 24 dic. 1919, al teatro Eretenio di Vicenza, fu Scarpia nella Tosca pucciniana; al S. Carlo di Napoli interpretò Aida di Verdi (26 dic. 1918), I puritani di V. Bellini (25 genn. 1919), Lodoletta di P. Mascagni (7 febbr. 1919), Fedora di U. Giordano (19 febbr. 1919), Isabeau di Mascagni (3 marzo 1919), Un ballo in maschera di Verdi (15 marzo 1919), L'amico Fritz di Mascagni (22 marzo 1919); all'Arena di Verona, nella stagione 1920-21, fu il Gran Sacerdote nel Sansone e Dalila di C. Saint-Saëns; infine, al politeama Genovese cantò ne I pagliacci di R. Leoncavallo (7 sett. 1921).
Fu poi al teatro Regio di Torino, ove il 18 marzo 1922 creò il ruolo di Svarga nella prima de La figlia del re di A. Lualdi. L'anno seguente ottenne uno dei ruoli principali ne I misteri gaudiosi di N. Cattozzo alla Fenice di Venezia e al Filarmonico di Verona.
La sua voce pastosa ed espressiva, che egli seppe sempre usare con intonazione perfetta e intelligenza artistica, gli procurò subito un ampio consenso di pubblico, tanto che possiamo oggi considerare il G. uno dei baritoni più amati del tempo: fu sempre molto richiesto sia in Italia sia all'estero (tenne tournées in Australia nel 1924, con Nellie Melba, e nel 1928 con una apprezzata compagnia di canto), producendosi con sicurezza in un vasto ed eterogeneo repertorio. A Verona fu spesso apprezzato interprete wagneriano in Lohengrin, Tristano, Siegfried, Crepuscolo degli dei e Parsifal.
Il 17 sett. 1927 interpretò il Rigoletto di Verdi al teatro Ligure di Rivarolo; fu quindi impegnato al S. Carlo di Napoli in Andrea Chénier di Giordano (26 febbr. 1929), Cavalleria rusticana di P. Mascagni (7 marzo 1929) e Pagliacci. Il 22 dicembre dello stesso anno, nel ruolo di don Carlos in La forza del destino di Verdi, tornò alla Scala di Milano; e ancora il 26 genn. 1930, al teatro Regio di Torino, sostenne la parte di Gérard in Andrea Chénier.
Sebbene il suo timbro apparisse a volte piuttosto legnoso per alcune inflessioni nasali, seppe sopperire con un'eccellente tecnica raggiunta con costante studio, che gli permise di esprimersi con un fraseggio impeccabile e profondamente espressivo. Con tali premesse creò il ruolo di Menecrate nella prima rappresentazione assoluta del Nerone di Mascagni, diretta il 16 genn. 1935 dallo stesso autore alla Scala.
Il G. tornò a interpretare più volte nel corso della sua carriera e con rinnovato successo il Nerone di Mascagni: al teatro Carlo Felice di Genova (8 genn. 1936), al S. Carlo di Napoli (10 marzo 1936), al teatro dell'Opera di Roma (8 dic. 1936), alla Scala (7 apr. 1937), sempre sotto la direzione dell'autore.
Nel 1936 lo ritroviamo ancora al teatro Regio di Torino nelle vesti di Kurvenaldo del Tristano e Isotta (25 gennaio), poi al teatro Carlo Felice di Genova nel Giulio Cesare di G.F. Malipiero e, infine, al teatro dell'Opera di Roma, dove interpretò Sansone e Dalila (12 dicembre), con Ebe Stignani, e Lohengrin (26 dicembre). Nello stesso teatro tornò nel 1938, prendendo parte a varie opere: Sigfrido (27 gennaio), nel ruolo da lui più volte interpretato del Viandante, meritandosi le positive critiche de Il Messaggero (28 genn.), che riconosceva "il prezioso contributo della sua calda voce e del suo spirito interpretativo"; quindi Il crepuscolo degli dei nel ruolo di Günther (29 gennaio); Caracciolo di F. Vittadini, nella prima assoluta dell'opera (8 febbraio), creando il ruolo di Alì; Lo straniero, nel ruolo di Scedeur (19 febbraio). Ormai familiare al pubblico romano, interpretò alle Terme di Caracalla Isabeau di Mascagni, diretta dallo stesso autore (26 luglio); l'opera fu un vero trionfo sia per la straordinaria direzione, sia per i valenti interpreti. Sempre nel 1938 fu a Torino con Lucrezia di O. Respighi.
L'anno successivo fu a Genova al teatro Carlo Felice, dove interpretò L'Arlesiana di F. Cilea (9 febbr. 1939), Lo straniero (25 febbraio) e Tosca di Puccini (28 dicembre). Trascorse il 1940 e il 1941 tra Genova e Napoli, interpretando Siegfried (28 dic. 1939, accanto a Maria Caniglia e Galliano Masini), Cavalleria rusticana e Andrea Chénier (30 sett. 1941) al politeama Genovese, e Loreley di A. Catalani (27 genn. 1940) e Cavalleria rusticana (24 marzo 1940) al S. Carlo. Partecipò quindi alla prima rappresentazione di Antigone di L. Liviabella, avvenuta a Parma il 29 dic. 1942, nel ruolo di Creonte. Nel corso del secondo conflitto mondiale il G. abbandonò la carriera dedicandosi esclusivamente all'insegnamento, prima presso il teatro di Stato di Ankara, poi in quello di Praga e, infine, a Milano, dove ebbe tra gli allievi R. Ariè.
Il G. morì a Gorgonzola, presso Milano, dove si era ritirato, l'11 giugno 1975.
Discografia: nel 1930, per HMV, incise Il trovatore nel ruolo del Conte di Luna, con l'orchestra e il coro del teatro alla Scala di Milano diretti da C. Sabajno (riversamento in microsolco di un'edizione a 78 giri che ebbe successive ristampe per la EMI nel 1979 e nel 1987). Nel 1932, sempre per HMV, Otello di Verdi (Jago), con la direzione di C. Sabajno; anche in questo caso si tratta di un'edizione pionieristica nata dal riversamento in microsolco di un'edizione a 78 giri.
Fonti e Bibl.: Storia del teatro Regio di Torino, II, A. Basso, Il teatro della città dal 1788 al 1936, Torino 1976, p. 583; E. Paganuzzi et al., La musica a Verona, Verona 1976, pp. 350 s., 366, 404; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, Roma 1978, III, pp. 108, 120 s.; IV, pp. 128, 172, 176, 178; P. Padoan, Profili di cantanti lirici veneti, Bologna 1978, pp. 54, 75-80, 142; G. Tintori, Duecento anni di teatro alla Scala. Cronologia opere-balletti-concerti 1778-1977, Bergamo 1979, pp. 61, 74, 81, 84; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, II, Genova 1980, pp. 144, 180, 231-233, 252 s., 257 s., 261 s., 270; G. Dell'Ira, Il firmamento lirico pisano, Pisa 1983, pp. 358, 380, 449; R. Schiavo, Il teatro Eretenio tra cronaca e storia, Vicenza 1983, p. 272; Il teatro di S. Carlo, II, La cronologia (1737-1987), a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, pp. 496 s., 528 s., 559, 574, 576; E. Leoni, Un medico e un teatro. Mezzo secolo all'Opera di Roma, Milano 1987, p. 53; Storia del teatro Regio di Torino, V, M.-Th. Bouquet - V. Gualerzi - A. Testa, Cronologie, a cura di A. Basso, Torino 1988, pp. 126, 179, 264, 489; R. Celletti, Il teatro d'opera in disco. 1950-1987, Milano 1988, pp. 963, 966, 1050, 1055; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 298; The New Grove Dict. of opera, II, p. 517.