APOLLONIA di Tracia (oggi Sozopol, Sizeboli in Bulgaria)
Colonia ellenica del Ponto Eusino, nel golfo di Burgas, fondata dai Milesî verso l'anno 600 a. C., nella regione degli Astae, tribù tracia. Sono mentovati due grandi porti e un'isola, dove sorgeva il celebre tempio di Apollo e la maggior parte della città antica. La colossale statua di bronzo del dio, scolpita da Calamide, fu rubata da M. Terenzio Varrone Lucullo nel 73 a. C. e trasportata a Roma sul Campidoglio. Un'iscrizione greca ci dà notizia della ricostruzione della città rovinata e del famoso santuario per opera di un Trace filelleno, Metoco figlio di Tarula. Fino ad Apollonia si stese poi la dominazione danubiano-balcanica del gran re dacio Burebista. Il primo nome di A. attestato dalle monete fino al sec. III d. C., fu poi sostituito da quello di Sozopolis. Nell'età bizantina divenne sedia vescovile e città ricca e popolosa, frequentata dai Genovesi, finché cadde sotto l'impero dei Turchi (1383). La borgata odierna è sita sul luogo delle rovine antiche. Gli scavi intrapresi dal Degrand (1904) e dal Čajkovskij (1908) hanno dimostrato che non sono da trovarsi nell'isola San Ciriaco né i ruderi di Apollonia, né il suo rinomato tempio, ma bensì un semplice cimitero ellenico. Nei dintorni sono state scavate necropoli e moltissimi tumuli funerarî, che contengono tombe a inumazione, alcune a dromos e a camera, appartenenti agl'indigeni Traci. Il gran numero di vasi e anfore greche ivi scoperte mostra l'importanza del commercio di vini e attesta la cultura ionia rigogliosa.
Bibl.: Hirschfeld, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., II, coll. 113-114; Comptes-Rendus Acad. Inscr., 1905, 300-306; M. Besnier, Lex. géogr. anc., Parigi 1914, p. 61; De Ruggiero, Dizion. Epigr. Ant. Rom., s. v.; G. Seure, in Rev. Arch. (1924), pp. 316-350 (descrizione degli scavi e degli oggetti antichi scoperti).